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L’Italia si Apre alle ICO con il Supporto della Svizzera

Da:
Fabio Carbone
Pubblicato: Jun 12, 2018, 09:35 UTC

Le initial coin offerings (ICO) trovano spazio anche in Italia. La società italiana Iconium e la svizzera IcoBooster hanno siglato un accordo per sviluppare le ICO lanciate dalle startup nazionali e internazionali.

Italia ICO

La collaborazione aiuterà le due società a sviluppare le attività professionali nel nuovo mercato della tokenizzazione degli assets a vantaggio dei clienti, che potranno contare sulla sinergia di competenze. Lo si apprende dal comunicato rilanciato dall’agenzia di stampa ANSA. 

Iconium mette nella partnership le sue competenze in ambito di analisi, scouting e investimento, mentre IcoBooster aggiunge le sue capacità in ambito marketing e commerciale.

Le due società sono ora in grado di supportare tutto il processo di quotazione delle ICO, avendo una visione globale del mercato e l’accesso ai migliori progetti su scala mondiale. 

ICO in Svizzera Raccolti 200 Milioni in 3 Mesi 

Il settore delle ICO in Svizzera ha raccolto 200 milioni di euro nel primo trimestre 2018, un affare non da poco, con prospettive di autofinanziamento aziendale mai avute prima. I giovani imprenditori possono rivolgersi direttamente al pubblico per richiedere appoggio finanziario; questi ultimi si trasformano in una figura rivoluzionaria: sono investitori e clienti, fruitori del servizio stesso.

Le ICO Arriveranno a 5 Trilioni di Raccolta Fondi

Il fenomeno delle ICO è una forma di crowdfunding dedicato al settore della blockchain.

Nel 2016 le prime startup hanno raccolto 300 milioni di USD, nel 2018 3,8 miliardi di USD con oltre 400 operazioni a livello mondiale secondo i dati forniti da IcoBench. Gli investitori hanno ottenuto un ritorno medio di oltre 13 volte il capitale investito.

Se il 2017 sarà ricordato come l’anno del massimo, il fenomeno non si è certo fermato. Secondo alcuni esperti la raccolta fondi attraverso le ICO varrà 5 trilioni di dollari USA entro 5 anni.

Un Laboratorio per Creare le Regole

La Consob darà vita al laboratorio RegTech, dedicato alla tecnologia applicata ai rapporti tra il regolatore, la vigilanza e il vigilato.

Il commissario dell’Authority, Paolo Ciocca, è consapevole che ‘non possiamo stare fermi perché si sta muovendo un mercato’. Ma aggiunge che la priorità per il regolatore è capire come funziona la blockchain prima di poter mettere in campo regole chiare e utili a tutti.

La raccomandazione di Ciocca all’investitore è di ‘stare attento perché questi sono investimenti ad alto rischio. Investire in una ICO non è per tutti’.

A Cosa servirà il Laboratorio Consob RegTech

Il laboratorio partirà subito dopo l’estate ed ha l’obiettivo di unire la FinTech e la regolamentazione del settore. Il RegTech lab farà da catalizzatore della ricerca tecnologica per essere il motore dei prossimi Stati generali del Fintech che si svolgeranno a Milano a inizio 2019.

Il RegTech è una chiamata all’unità dei tanti soggetti coinvolti, a partire dalle istituzioni pubbliche come la stessa Consob, ed anche la città di Milano capitale italiana del FinTech. Le Università, le quali hanno un ruolo guida nella ricerca.


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Ma la Blockchain è Vista più Come Una Minaccia per i Cittadini

Il commissario Ciocca ha parlato di blockchain ed ICO durante il seminario ‘Fintech: mercato, regolazione, futuro.’ A proposito di tecnologia blockchain egli ha ricordato che le autorità di vigilanza europee (ESMA, EBA e EIOPA) hanno pubblicato un documento comune sostenuto anche da Consob e Banca d’Italia, per avvertire i consumatori dei rischi che corrono nell’investire nel nascente mercato.

Insomma, “dall’alto” sembra si vogliano vedere sempre e solo i rischi e ben poco le enormi potenzialità di sviluppo economico per l’Italia.

Bene che l’autorità di vigilanza sui mercati stia facendo un’attività di enforcment per inseguire le vere truffe, ma il Paese ha bisogno di una Blockchain Valley italiana che attragga e non lasci scappare le nostre menti eccellenti. Normare sì, ma per liberare il potenziale non per limitarlo.

Sull'Autore

Writer freelance dal 2013 ha studiato informatica e filosofia ed anche un pizzico di sociologia. Nel 2016 ha scoperto la crypto economy e da allora scrive di blockchain e criptovalute, per approfondire un movimento che non è fatto solo di esperti matematici e crittografi, ma di gente che genera una nuova economia dal basso.

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