Tradotto con IA
Il settore manifatturiero della Cina ha registrato un’attività più lenta ad ottobre e una compressione dei margini. La domanda interna è migliorata mentre quella estera si è indebolita. I dati di ottobre hanno sottolineato la necessità che Pechino e la Banca Popolare Cinese implementino nuovi stimoli per sostenere l’economia.
Il PMI Generale della Manifattura Cinese di RatingDog è sceso da 51,2 a settembre a 50,6 ad ottobre, rimanendo al di sopra del livello neutro di 50. Gli economisti si aspettavano un PMI di 50,9.
Il sondaggio di ottobre ha evidenziato le seguenti tendenze chiave:
Il sondaggio PMI di ottobre è seguito all’accordo commerciale tra il Presidente Trump e il Presidente cinese Xi, limitando l’impatto dei dati sui mercati.
Il fondatore di RatingDog, Yao Yu, ha commentato:
«Nel complesso, il ritmo di miglioramento segnalato dal PMI Manifatturiero Cinese di RatingDog si è rallentato ad ottobre. Tra i sottoparametri, solo l’occupazione ha registrato un aumento mensile, mentre tutti gli altri indicatori sono diminuiti in misura variabile.»
Nonostante la crescente competizione e la pressione sui prezzi, Yao Yu ha mantenuto una visione positiva, aggiungendo:
«Recentemente, il principale obiettivo politico della Cina si è spostato sul ’15° Piano Quinquennale’. È possibile che vengano introdotte politiche successive per stabilizzare l’economia e stimolare la domanda interna, fornendo potenzialmente un supporto futuro all’indice PMI.»
I mercati dei cambi hanno reagito prontamente alla pubblicazione del PMI. I AUD/USD hanno brevemente salito da 0,65416 a 0,65444 dopo la pubblicazione del PMI, per poi tornare a 0,65416. Al momento della stesura, la coppia risultava in calo dello 0,01% a 0,65418.
Considerato il rapporto commercio/PIL in Australia, superiore al 50%, e la sua esposizione alla Cina, un’attività manifatturiera cinese più debole potrebbe pesare sull’economia australiana. Il rallentamento del momentum economico potrebbe incentivare le scommesse su un taglio dei tassi da parte della RBA a novembre, allentando la domanda per il dollaro australiano. Tuttavia, l’accordo commerciale tra Stati Uniti e Cina potrebbe allentare le preoccupazioni riguardo a ulteriori indebolimenti della domanda.
Mentre il dollaro australiano faticava a trovare una direzione, l’Indice Hang Seng ha risposto positivamente ai dati. L’indice è passato da 25.928 ad un massimo di 26.039 dopo la pubblicazione del PMI. Al momento della stesura, l’indice risultava in crescita dello 0,51% a 26.038.
Sebbene il settore manifatturiero si sia mantenuto al di sopra del cruciale livello neutro di 50, gli indicatori economici a breve termine potrebbero avere un impatto maggiore sugli asset a rischio nelle prossime sessioni.
I dati sul commercio di ottobre, in uscita venerdì 7 novembre, e le cifre sui prezzi al consumo di lunedì 10 novembre, saranno importanti da considerare. Importazioni ed esportazioni robuste, unite a un allentamento delle pressioni deflazionistiche, probabilmente spingeranno la domanda per le azioni quotate in Cina continentale e a Hong Kong, nonché per le valute legate alle materie prime, come il dollaro australiano.
In definitiva, gli operatori potrebbero sminuire i dati deboli nella speranza che l’accordo commerciale tra il Presidente Trump e il Presidente Xi possa stimolare la domanda esterna e alleviare le pressioni sui prezzi per i produttori cinesi.
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Bob Mason ha oltre 20 anni di esperienza nel settore finanziario, avendo lavorato in Europa e Asia per istituzioni finanziarie globali prima di concentrarsi sulla fornitura di capacità di ricerca per i clienti in Asia, principalmente focalizzati sui mercati finanziari inclusi, ma non limitati a valute, materie prime, criptovalute e mercati azionari globali.