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Gli esportatori cinesi hanno segnalato un forte calo della domanda, alimentando le speculazioni su un ulteriore supporto politico da parte di Pechino. I dati commerciali più recenti sono seguiti all’accordo commerciale tra il Presidente Trump e il Presidente Xi, che ha ridotto le tariffe USA sulle spedizioni cinesi dal 57% al 47%.
Recenti sviluppi nel commercio hanno inviato segnali contrastanti in vista dei dati commerciali odierni. La Cina ha seguito quanto riferito, acquistando circa 120.000 tonnellate di grano USA per spedizione a dicembre. Nel frattempo, sono emerse notizie secondo cui gli USA starebbero pianificando di bloccare la vendita di chip AI ridimensionati alla Cina.
Le esportazioni totali sono diminuite dell’1,1% su base annua in ottobre, dopo un’impennata dell’8,3% a settembre, segnalando un crollo della domanda di beni cinesi. Le importazioni sono aumentate dell’1%, in netto ribasso rispetto al 7,4% di settembre.
I dati commerciali di ottobre sono stati in linea con il più debole RatingDog Manufacturing PMI, che è sceso da 51,2 a settembre a 50,6 in ottobre. Il sondaggio di ottobre ha evidenziato che i nuovi ordini di esportazione sono diminuiti al ritmo più accentuato da maggio, costringendo i produttori a ridurre i prezzi di esportazione.
Fondamentale, i dati di ottobre potrebbero ulteriormente comprimere i margini, incidendo potenzialmente sulla crescita salariale e sul mercato del lavoro, mentre i produttori cercano di contenere i costi. Un netto deterioramento del mercato del lavoro cinese potrebbe pesare sui consumi interni, mettendo a dura prova l’obiettivo di crescita del PIL del 5% fissato da Pechino.
I mercati hanno reagito ai dati commerciali più deboli, riflettendo le preoccupazioni sull’andamento economico della Cina.
L’Indice Hang Seng ha inizialmente raggiunto un massimo di 26.341, per poi scendere a 26.289 dopo la diffusione dei dati commerciali, per successivamente recuperare leggermente. Venerdì 7 novembre, l’indice era in ribasso dello 0,73% a 26.293 nella sessione mattutina.
Nel mercato dei cambi, i cambi AUD/USD hanno mostrato una maggiore sensibilità ai dati. La coppia ha inizialmente raggiunto $0,64766, per poi scendere a un minimo post-report di $0,64709. Il 7 novembre, gli AUD/USD sono scesi dello 0,10% a $0,64727.
Per contestualizzare, l’Australia ha un rapporto commercio/PIL superiore al 50%, con la Cina che rappresenta un terzo delle sue esportazioni. Ciò espone l’economia australiana e il dollaro australiano a variazioni nelle condizioni commerciali e di domanda in Cina.
I trader dovrebbero continuare a monitorare gli sviluppi del commercio USA-Cina dopo l’accordo commerciale di ottobre. L’aumento delle tensioni potrebbe pesare sulle azioni quotate a Hong Kong e in Cina continentale e far scendere gli AUD/USD.
Con il calo della domanda esterna registrato a ottobre, i trend dei prezzi al consumo e alla produzione saranno al centro dell’attenzione domenica 9 novembre. Un calo più marcato dei prezzi alla produzione e un aumento delle pressioni deflazionistiche potrebbero influenzare negativamente il sentiment.
Il rallentamento della domanda e il calo dei prezzi potrebbero costringere Pechino a lanciare nuovi stimoli per sostenere l’economia. Gli stimoli, concentrandosi sull’incrementare la domanda e incentivare le aziende ad assumere più lavoratori, potrebbero contrastare i dati deboli e rinvigorire l’appetito per il rischio.
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Bob Mason ha oltre 20 anni di esperienza nel settore finanziario, avendo lavorato in Europa e Asia per istituzioni finanziarie globali prima di concentrarsi sulla fornitura di capacità di ricerca per i clienti in Asia, principalmente focalizzati sui mercati finanziari inclusi, ma non limitati a valute, materie prime, criptovalute e mercati azionari globali.