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Banca centrale europea lancia allarme su banche: ripresa dal 2022

Da:
Fabio Carbone
Aggiornato: Nov 25, 2020, 11:00 UTC

Banche, la Banca centrale europea lancia l'allarme sugli istituti bancari e vede la ripresa solo a partire dal 2022. Massima attenzione ai crediti.

Banche italiane

La Banca centrale europea (BCE) ha appena pubblicato il Financial Stability Review con cui fa un resoconto della situazione economica 2020 nell’area dell’euro.

La “frattura causata dalla pandemia di Coronavirus Sars-CoV-2 resta la forza predominante che modella sia l’attuale contesto economico e finanziario sia le prospettive future di stabilità finanziari dell’area dell’euro”, scrive la BCE.

L’obiettivo principale, secondo la BCE, resta lo sforzo “per mitigare i danni economici alle imprese e alle famiglie causati dalla pandemia”.

In questa condizione critica, le banche devono attendersi un ritorno ai livelli precedenti la pandemia non prima del 2022 scrive l’Eurotower.

La “profittabilità delle banche è attesa rimanere debole e recupererà solo molto gradualmente ai livelli visti prima della pandemia.”

La BCE aggiunge anche che gli “analisti di mercato hanno rivisto al ribasso le previsioni sul ROE per le banche dell’area dell’euro a causa delle maggiori perdite attese sui crediti. Questa debole prospettiva di redditività si riflette anche nelle valutazioni bancarie storicamente basse”, prosegue l’Eurotower.

L’alert alle banche e i dividendi

Massima attenzione da parte delle banche ad evitare di accumulare crediti deteriorati, ad esporsi troppo. Christine Lagarde di recente aveva fortemente raccomandato alle banche di aumentare le riserve per evitare situazioni di default. E potrebbe andare in questa direzione la scelta della BCE di prolungare lo stop alla distribuzione dei dividendi nei confronti degli azionisti. Tuttavia questa misura è in forse e si potrebbe tornare a dicembre 2020 alla normalità, con la BCE che valuta istituto bancario per istituto bancario l’opportunità del concedere il rilascio dei dividendi.

In questo secondo caso, potrebbe accadere che la BCE si avvalga della sua autorità imponendo a una o più banche di non distribuire i dividendi ma di tenerli come riserva. Se la BCE dovesse adottare una strategia di questo tipo da dicembre, benché sia nelle sue facoltà, potrebbe causare problemi al valore del titolo azionario della banca a cui si direbbe di no alla distribuzione. Questo perché i mercati potrebbero considerare il segnale come un rischio di default. Si vedrà.

Banche e prospettive al ribasso, i timori della BCE

I rischi al ribasso per la redditività delle banche, scrive la BCE, “derivano da prospettive più deboli per i volumi di prestito e segnali di accantonamenti ottimistici. In un contesto caratterizzato da tassi di interesse bassi, un aumento atteso delle perdite su crediti, un inasprimento degli standard di credito e la graduale eliminazione delle garanzie statali, le banche dell’area dell’euro potrebbero trovare sempre più difficile generare reddito compensando margini inferiori con volumi di prestiti più elevati”.

Col venir meno delle garanzie statali sui prestiti alle imprese e con la fine degli effetti di alcune delle normative fiscali straordinarie adottate dai vari Stati UE, le imprese potrebbero trovarsi nelle condizioni di non riuscire ad onorare i debiti, causando alle banche situazioni di forte perdita.

Tuttavia la BCE nota anche che le banche si stanno preparando a questa eventualità non remota, infatti sottolinea che “le banche dell’area dell’euro hanno continuato ad accantonare accantonamenti per perdite su prestiti per coprire le maggiori perdite attese su crediti, poiché sono sempre più confrontate a mancati pagamenti e a un numero crescente di insolvenze aziendali.”

Insomma non solo la BCE avverte di prepararsi al peggio, ma le stesse banche sono consapevoli della situazione e si preparano ad attutire l’onda d’urto di un effetto a catena che si vuole scongiurare, ma che viene dato quasi per certo nel mondo bancario.

Ed è forse anche per questo che nel settore bancario, sin da inizio pandemia, grandi e medi gruppi bancari europei stanno effettuando acquisizioni di altre banche. Forse anche allo scopo di rinforzarsi e rinforzare nel complesso il sistema bancario.

Accantonamenti delle banche non sufficienti

La Banca centrale europea, però, ritiene che “gli accantonamenti rimangono al di sotto dei livelli osservati durante le crisi precedenti e quelle in altre giurisdizioni, in particolare negli Stati Uniti. Anche i livelli di accantonamento sono inferiori a quanto suggerito dalle regolarità storiche”.

Questo significa che le banche non stanno accantonando a sufficienza e che lo scudo potrebbe essere debole.

Lo spettro è “una ripresa economica più debole del previsto o la fine prematura delle garanzie sui prestiti, insieme a crescenti vulnerabilità nel settore privato non finanziario”, che potrebbero “comportare maggiori esigenze di copertura delle perdite sui prestiti e pesare sulla redditività delle banche”.

Sull'Autore

Writer freelance dal 2013 ha studiato informatica e filosofia ed anche un pizzico di sociologia. Nel 2016 ha scoperto la crypto economy e da allora scrive di blockchain e criptovalute, per approfondire un movimento che non è fatto solo di esperti matematici e crittografi, ma di gente che genera una nuova economia dal basso.

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