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Petrolio, Market Maker alla Finestra

Da:
Armando Madeo
Aggiornato: May 30, 2018, 11:42 UTC

Pochi scambi e prezzi stabili, tutti guardano al prossimo meeting dell’OPEC, pronti a reagire ad ogni indiscrezione, come la bomba detonata da Arabia Saudita e Russia di qualche giorno fa.

Petrolio, Market Maker alla Finestra

Continuano le indiscrezioni sul prossimo meeting dei paesi OPEC e non OPEC; dopo i democratici americani che hanno non troppo velatamente richiesto al presidente Trump di intervenire affinché i prezzi del greggio venissero ridimensionati, gli hedge fund guardano ora ad Arabia Saudita e Russia le cui intenzioni sembrerebbero quelle di aumentare la produzione interna di greggio, dopo il crollo della produzione Venezuelana e la crisi Iraniana.

Ieri il wti ha perso ulteriormente terreno, lasciando sul parterre del New York Mercantile Exchange l’1,7 % in calo per la quinta giornata di contrattazioni di fila; oggi invece il Crude Oil sembra dare lievi segnali di ripresa con volumi bassi e poca convinzione nel trend. In attesa dell’API report di questa sera e dei dati EIA di domani, gli operatori di mercato restano a guardare, pronti a riposizionarsi in caso di nuove indiscrezioni.

I ministri dell’Energia dell’Arabia Saudita, degli Emirati Arabi Uniti e del Kuwait prevedono di incontrarsi sabato per discutere le questioni dell’OPEC, secondo fonti direttamente coinvolte nel meeting. Il ministro del petrolio dell’Oman, Mohammed Al Rumhi, potrebbe inoltre unirsi a loro. “Immagino che un incontro del genere porterebbe a qualche tipo di applicazione pratica degli aumenti di produzione”, ha dichiarato a Bloomberg Thomas Finlon, direttore di Energy Analytics Group LLC a Wellington, in Florida.

L’incontro a Kuwait City avrà “l’intenzione di assicurare che questi paesi si trovino sulla stessa linea di intervento in vista della riunione dell’OPEC il mese prossimo“, ha dichiarato Ole Sloth Hansen, responsabile della ricerca sulle materie prime presso Saxo Bank a Copenaghen. “La potenziale mancanza di intesa dipenderà molto dal comportamento dei prezzi del greggio tra oggi e il 22 giugno. Avere visto un calo di cinque dollari in pochi giorni è ovviamente sconvolgente per coloro che non erano a conoscenza dell’annuncio della scorsa settimana“.

Nel mentre sempre secondo quanto riportato da Bloomberg, il ministro del Petrolio e dell’Energia Norvegese Terje Soviknes, ha dichiarato ad Oslo che “È tutt’altro che improbabile rivedere il Petrolio di nuovo attestarsi sui 100 dollari a barile.” Cambia in questo modo la view del più grande paese produttore di petrolio d’Europa che fino a poco tempo fa sosteneva che era da folli pensare ad un ritorno sui 100 dollari. “Il mercato globale deve ancora scontare a pieno l’impatto dei drastici tagli degli investimenti sui nuovi progetti petroliferi messi in essere negli ultimi tre anni” ha affermato ancora il ministro Norvegese; “È probabile che per un periodo di tempo vedremo una domanda globale superare di molto l’offerta a causa dei bassi investimenti “, ha affermato. “La questione è: quando questo accadrà?“. Il governo norvegese ha alzato le proprie ipotesi sul prezzo del petrolio nel suo bilancio 2018 rivisto all’inizio di questo mese a 519 corone ($ 62,50) / bbl da 438 corone. Questa è una stima “molto prudente” ha tenuto a precisare il ministro nella medesima conferenza stampa.

 

Sull'Autore

Giornalista pubblicista indipendente iscritto all’ODG Campania con laurea Magistrale in Biologia presso l’Università degli Studi di Napoli “Federico II”. Classe 1988, svolge attività di trading part-time con una passione per gold, silver, oil e le valute ad essi correlate.

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