Il quadro degli Indici Wall Street nella fase che precede Capodanno è dominato da una combinazione di forza strutturale e partecipazione ridotta.
Il Nasdaq rimane l’indice più sensibile alla riduzione dei volumi di fine anno. Dopo un 2025 estremamente solido, trainato in larga parte dal settore tecnologico e dall’ecosistema legato all’intelligenza artificiale, l’indice sta attraversando una fase di rallentamento fisiologico. I tentativi di allungo verso l’alto si scontrano con una partecipazione limitata, tipica del periodo post-Natale, quando molti operatori istituzionali europei e statunitensi sono già fuori dal mercato.
Dal punto di vista tecnico, la struttura resta rialzista. L’area psicologica dei 25.000 punti, in congiunzione con la media mobile esponenziale (EMA) a 50 giorni, continua a rappresentare un supporto chiave di breve periodo. Finché questa zona tiene, i ribassi possono essere interpretati come semplici pullback all’interno di un trend più ampio. Al rialzo, una rottura decisa sopra i 26.000 punti potrebbe riattivare lo slancio rialzista e aprire la strada a un test prima del livello dei 26.500 punti e successivamente del livello psicologico dei 27.000 punti. In ottica più ampia, eventuali ritracciamenti verso area 24.000 punti non comprometterebbero il quadro di fondo e continuerebbero a rappresentare zone di interesse per chi mantiene una visione positiva sul 2026.
L’S&P 500 si conferma l’indice più equilibrato tra forza e stabilità. Il rally di fine anno, spesso associato al cosiddetto “Rally di Babbo Natale”, ha spinto i prezzi verso nuovi massimi, rafforzando l’idea che la soglia psicologica dei 7.000 punti sia più una questione di tempo che di probabilità. Anche nelle sedute caratterizzate da liquidità ridotta, la pressione in acquisto resta evidente, segno che molti operatori stanno ancora sistemando i portafogli in vista della chiusura annuale.
Dal punto di vista tecnico, l’area chiave dei 6.800 punti assume un ruolo centrale. Qui transita la Media Mobile Esponenziale (EMA) a 50 giorni, già più volte testata con successo nelle settimane precedenti. Ogni ritorno verso questa zona tende ad attirare compratori, confermando l’idea che i pullback di breve periodo vengano ancora visti come opportunità e non come segnali di inversione, dove il primo target SHORT rilevante è il livello chiave dei 6.600 punti. In un contesto di attese per un ciclo di tagli dei tassi nel 2026 da parte della Federal Reserve, il sentiment di fondo resta favorevole. Tuttavia, la combinazione tra festività imminenti e volumi ridotti suggerisce cautela operativa nel brevissimo termine, pur senza mettere in discussione la struttura rialzista.
Il Dow Jones appare più blando rispetto agli altri due indici, ma non per questo debole. L’indice ha mostrato una leggera pressione ribassista nelle ultime sedute, con la possibilità teorica di una formazione di doppio massimo in area 48.800 punti sul grafico giornaliero. Tuttavia, i volumi ridotti rendono questa configurazione poco affidabile e, al momento, priva di conferme tecniche decisive.
La tendenza di fondo resta ancora rialzista, sostenuta sia dalle medie mobili sia dalla struttura dei minimi crescenti. Il livello annuale dei 46.949,99 punti rappresenta lo spartiacque tecnico, dove una rottura convincente sotto questo livello potrebbe aprire spazio a una correzione più ampia, con il livello annuale dei 46.107,22 punti a rappresentare il primo obiettivo SHORT. In caso contrario, eventuali discese meno marcate potrebbero attirare nuovi acquisti, confermando la resilienza dell’indice.
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Consulente Finanziario Indipendente, laureato in Scienze Economiche e specializzato in Corporate Finance e Value Investing. Esperto in analisi tecno-grafica e fondamentale dei mercati, supporta gli investitori nel raggiungimento dei loro obiettivi finanziari attraverso una sana pianificazione basata sul valore reale dell'economia.