Lo yen giapponese è stata senz’altro la valuta più attiva delle contrattazioni pre e post natalizie. Questa mattina sul retro dei forti dati
Sempre nel mese di novembre, le vendite al dettaglio giapponesi sono cresciute del 4,0%, a renderlo noto il ministero dell’economia. Il dato batte le aspettative del 3,0% mostrando una crescita rispetto al 2,4% del mese di ottobre.
Intanto sul fronte statunitense ieri il dipartimento del lavoro ha fatto sapere che le richieste settimanali per l’ottenimento del sussidio di disoccupazione avrebbero mostrato un calo di 42.000 unità rispetto alla settimana precedente per attestarsi sulle 338.000 unità . Il dato della settimana precedente stato poi rivisto al rialzo per un totale di 380.000 unità. Gli economisti si aspettavano un dato di 340.000 richieste. La lettura inutile dirlo ha ulteriormente supportato il generale miglioramento del mercato occupazionale statunitense giustificando il recente ridimensionamento del piano di acquisto asset della Fed.
L’indice del dollaro perde ieri lo 0.04% spinto al ribasso da una generale propensione al rischio. La banconota verde perde 23 punti per essere negoziata a 80.44 dopo il rilascio dei dati sull’occupazione . Intanto le vendite al dettaglio durante la stagione festiva guadagnano quest’anno il 3,5% sostenute dai forti sconti applicati dai negozianti , a renderlo noto l’Advisors Spending Pulse rilasciato da MasterCard.
Nella giornata di ieri l’euro guadagna lo 0,08% grazie alla generale debolezza del dollaro e ad una ritrovata propensione al rischio. Tuttavia i guadagni della moneta unica sono stati limitati dalle aspettative che vorrebbero la Federal Reserve pronta a proseguire il suo piano di ridimensionamento dopo i forti dati economici provenienti dagli Stati Uniti. L’euro è stamane è negoziato a 1.3738 con un guadagno di 46 punti.
Ieri mentre il paese celebrava il “Boxin Day” la sterlina britannica ha guadagnato lo 0,39% . Anche qui come sopra i guadagni sono stati limitati dalle aspettative che vorrebbero la Federal Reserve pronta a proseguire il suo piano di ridimensionamento dopo i forti dati economici provenienti dagli Stati Uniti. Nella giornata di ieri il GBP ha toccato un massimo intraday di 1.6438 per chiudere a 1.641.