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Cosa sono gli ETF attivi e come investire inseguendo i mercati

Da:
Fabio Carbone
Aggiornato: Apr 25, 2024, 17:08 GMT+00:00

Cosa sono gli ETF attivi e come investire nei fondi negoziati in Borsa a gestione attiva, che ti permettono di inseguire meglio i mercati finanziari.

ETF attivi

In questo articolo:

Immagina di poter investire in un fondo attivo, ma agli stessi costi di un ETF ed hai come risultato un ETF attivo. Gli ETF attivi, infatti, hanno caratteristiche identiche ai fondi negoziati in borsa, ma si differenziano da questi ultimi perché il paniere di riferimento può essere variato da un gestore.

Secondo Morningstar, l’ETF attivo negli Stati Uniti sta spopolando da alcuni anni a questa parte, mentre in Europa ci si arriverà nei prossimi anni con la nascita di nuovi strumenti che stimoleranno la domanda latente.

Dunque, se in Europa non sono ancora così diffusi perché non scoprire di più su questo strumento per agire da early adopter? Presentiamo a seguire una scheda sintetica ed esaustiva su cosa sono gli ETF attivi, come funzionano e, ovviamente, come investire con essi per cavalcare i trend finanziari del momento e del futuro.

Cosa sono gli ETF attivi, nella pratica

Cosa sono quindi gli ETF attivi? Sono fondi quotati in Borsa a gestione attiva che investono in un paniere di azioni o di obbligazioni scelti da un gestore patrimoniale.

La scelta e la gestione dei titoli da parte del gestore patrimoniale è la differenza sostanziale tra gli ETF attivi e gli ETF passivi.

Gli ETF passivi, infatti, sono sempre fondi negoziati in Borsa, ma sono legati a un indice e quindi replicano passivamente l’andamento dei titoli presenti nel paniere. Significa che se i titoli rappresentati dal paniere vanno male, anche l’andamento dell’ETF passivo va male.

L’evoluzione degli ETF attivi: da obbligazionari ad azionari

In una prima fase di sviluppo gli ETF attivi erano stati pensati per una esposizione attiva alle obbligazioni.

Successivamente i gestori hanno deciso di coinvolgere nel veicolo di investimento le azioni.

Perché gli ETF attivi si affermano?

La gestione passiva “lega le mani” all’investimento, nel senso che una volta investiti 10mila euro in 5 ETF passivi – ad esempio – il denaro sarà costretto a seguire l’andamento del benchmark.

Quando l’ETF passivo performa bene tutti felici, ma se per un errore di valutazione si è scelto un ETF di un settore industriale che subisce una brutta correzione? C’è poco da fare, il capitale investito viene trascinato giù.

Negli investimenti attivi, invece, la gestione è affidata a un pool di economisti, trader e di altre figure professionali che insieme si occupano di far crescere il più possibile i fondi affidatigli dal cliente. In questo caso quei 10mila euro verranno posizionati sui titoli dai migliori rendimenti in Borsa al fine di ridurre la volatilità tipica dei cicli economici.

Da qui l’interesse per degli ETF a gestione attiva, cioè dove a scegliere i titoli è un pool di esperti.

Inoltre, va anche considerato che probabilmente gli investitori devono aver capito l’importanza della gestione attiva fatta da persone competenti. Nei fatti, acquistare un ETF passivo è da tutti. Chiunque può aprire un conto di trading e iniziare a speculare sui prezzi degli ETF passivi o investirci nel medio e lungo periodo.

Purtroppo non tutti gli ETF passivi sono di qualità e molti hanno vita breve, oppure vengono così poco presi in considerazione dagli investitori che per chi ci ha investito diventano una trappola: in pochi acquistano, il valore delle quote non aumenta e le uscite causano il crollo del loro valore.

Da qui un ritorno da parte degli investitori, o un primo approccio, a un tipo di investimento a metà tra il fai-da-te e il gestito. Appunto gli ETF attivi.

Quanto crescono gli ETF attivi in Europa e nel mondo: i dati

Secondo i dati forniti da Morningstar, gli ETF attivi sono cresciuti del +37% nel 2023, contro il +8% dei fondi indicizzati tradizionali.

Soffermandoci ai dati relativi all’Europa, nel corso del 2023 gli ETF a gestione attiva hanno raccolto 6,7 miliardi di euro, nettamente in crescita rispetto alla raccolta di 2,4 miliardi di euro del 2022.

In totale la massa di liquidità gestita dagli ETF attivi è balzata a 28,9 miliardi di euro nel 2023, rispetto ai 20,1 miliardi di euro del 2022. Attualmente i fondi attivi negoziati in Borsa rappresentano l’1,8% del patrimonio investito in ETF (passivi più attivi), contro l’1,5% dell’anno precedente.

Suddividendo la categoria in azionari e obbligazionari, riscontriamo un ulteriore dato interessante. Gli ETF azionari a gestione attiva sono cresciuti del 48% nel 2023, con una crescita costante iniziata nel 2020.

Gli Stati Uniti detengono la quota di mercato più ampia con 287 miliardi di dollari, a fronte di un patrimonio globale di 342 miliardi di dollari. Inoltre, dal 2018 questa tipologia di exchange-traded fund registra flussi netti non inferiori a 25 miliardi di dollari e un tasso di crescita organico del 30%.

Il “fenomeno” degli ETF attivi è comunque destinato a crescere oltre gli Stati Uniti, infatti, quelli non domiciliati negli USA sono cresciuti del 28% nel 2023.

I gestori che propongono ETF attivi nel mondo

Il maggiore sviluppatore di ETF attivi è JPMorgan Chase (JPM) con una quota di mercato attuale del 44%, seguita da Fidelity (FNF). Il dominio al momento è il loro, mentre Robeco è da poco entrata nel segmento per proporre ETF attivi agli investitori interessati, a cui si aggiunge anche Pimco.

ETF attivi vs ETF Smart Beta

Prima dell’avvento degli ETF attivi si utilizzavano gli ETF Smart Beta per provare ad applicare una gestione attiva ai sottostanti dell’indice ai quali i fondi passivi sono ancorati.

Gli ETF Smart Beta si basano sul coefficiente Beta, un coefficiente intelligente che inserisce vari fattori nella ponderazione degli indici benchmark replicati passivamente dagli ETF, allo scopo di creare delle strategie di investimento in qualche modo attive.

Si hanno così ETF Smart Beta che puntano su un strategia equal weight, altri che prediligono i titoli con minore volatilità e altri che costruiscono il benchmark estrapolando dall’indice soltanto le azioni di società con fondamentali molto solidi.

Secondo Morningstar è da prevedere che già dal 2024 nasceranno meno ETF Smart Beta, mentre quelli già in essere e con minore appeal inizieranno a chiudere.

Dunque il posto degli ETF Smart Beta sarà presto ricoperto dagli ETF attivi, anche perché i gestori patrimoniali ottengono una remunerazione maggiore da questi ultimi.

Fondi attivi vs ETF attivi

Sicuramente gli ETF attivi hanno il vantaggio di essere più convenienti dei fondi attivi, ma è chiaro che rispetto a un ETF passivo presenteranno un costo maggiore potenzialmente coperto da una crescita più elevata sul medio e lungo periodo.

Gli ETF attivi sono negoziati in Borsa e questo li rende per natura più trasparenti e accessibili. Il loro prezzo è verificabile in tempo reale consentendo all’investitore di entrare al prezzo che preferisce.

I fondi di investimento, invece, sono più costosi e forniscono soltanto il NAV di chiusura del giorno precedente. Non vi è modo di acquistare al prezzo desiderato e nemmeno di vendere al prezzo desiderato.

Tuttavia, un fondo attivo è decisamente più dinamico e flessibile nella gestione del patrimonio. Un ETF attivo resta pur sempre legato al tracking error del proprio benchmark di riferimento, significa che non potrà mai discostarsi troppo da esso al fine di contenere i costi di gestione e anche il turnover.

Esempi di ETF attivi su cui investire

Per concludere giusto qualche esempio di ETF attivo in cui poter investire:

  • Pimco US Dollar Short Maturity ETF;
  • Pimco Euro Short Maturity ETF.

Sull'Autore

Writer freelance dal 2013 ha studiato informatica e filosofia ed anche un pizzico di sociologia. Nel 2016 ha scoperto la crypto economy e da allora scrive di blockchain e criptovalute, per approfondire un movimento che non è fatto solo di esperti matematici e crittografi, ma di gente che genera una nuova economia dal basso.

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