Facebook e Twitter Crollano Sotto il peso della Normativa per la Privacy: Indice FANG in Bilico
Facebook e Twitter, i due Social Network più popolari al mondo, sono stati letteralmente colpiti da un terremoto negli ultimi giorni.
Giovedì 26 Luglio, le azioni di Facebook hanno subito un crollo del 19% e una riduzione della capitalizzazione che ha sfiorato i 120 miliardi di dollari, vale a dire la più elevata perdita mai sopportata da un’azienda americana.
La turbolenza che ha investito la società è stata causata dai dati trimestrali diffusi il giorno precedente, che hanno mostrato il mancato raggiungimento delle previsioni di crescita dei ricavi. Inoltre, sebbene il numero complessivo di utenti sia cresciuto, esso ha visto un importante calo in Europa e America.
A ciò, si aggiungono le ceneri ancora calde del caso Cambridge Analytica, in occasione del quale le azioni di Facebook avevano già raggiunto un minimo di circa 152 dollari.
Nel furore generale, l’azionista James Kacouris ha presentato una causa al tribunale di New York, accusando la società di aver fornito comunicazioni fuorvianti circa la crescita dei ricavi e degli utenti attivi.
E anche le prospettive di Twitter sono tutt’altro che felici: la società ha visto un incremento dei ricavi del 24% anno su anno, ma il Regolamento sulla privacy europeo ha seriamente colpito la piattaforma, nota più di recente per la crescente presenza di account falsi. I dati trimestrali infatti mostrano un calo degli utenti attivi pari a circa un milione, che ha contribuito a segnare un crollo in apertura del 14% a Wall Street.

Facebook e Twitter, sebbene con modalità diverse, sembrano quindi piegarsi inesorabilmente sotto il peso crescente della tutela della privacy e della corretta informazione.
Anche senza considerare i ricavi non perfettamente in linea con le previsioni, ma non per questo modesti, appare evidente che a spaventare particolarmente gli investitori e gli analisti internazionali sia proprio il calo degli utenti. Nell’ultimo anno, la crescita si è verificata solamente in aree non ancora strategiche, mentre i due colossi hanno dovuto rinunciare a molti utenti provenienti dalle zone più redditizie.
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Si ricorda infatti che, in media, Facebook ottiene dalle pubblicità per ogni utente circa 26 dollari in America e 9 in Europa, mentre un utente del resto del mondo vale meno di due dollari.
E come se non bastasse, il trend manifestato da Facebook e Twitter si riflette sull’intero settore FANG, acronimo di Facebook, Amazon, Netflix e Google. Sembrerebbe che la sopravvalutazione delle azioni stia per riassorbirsi, probabilmente a causa di una maggiore attenzione degli investitori nei confronti di un settore sempre più delicato. La CNBC ha infatti recentemente affermato che le azioni FANG stanno bruciando, con risultati disastrosi anche per l’intero indice S&P500. Nel complesso, si ritiene che nel breve termine gli aggiustamenti di mercato potrebbero spingere l’indice a recuperare valore, ma l’outlook di lungo periodo è ancora negativo.