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Covid-19 minaccia la ‘bussola’ dell’economia mondiale – Studio Banca d’Italia

Da:
Fabio Carbone
Pubblicato: Apr 16, 2020, 10:20 UTC

La pandemia Covid-19 minaccia la ‘bussola’ dell’economia mondiale, cosa potrebbe accadere se investitori e analisti non avessero più dati per orientare le scelte? Studio Banca d’Italia.

Bussola

Cosa potrebbe accadere se non avessimo più dati statistici affidabili per orientare le decisioni economiche? Cosa potrebbe accadere se non fosse più possibile raccogliere i dati necessari agli indicatori per fornire ad analisti e investitori l’andamento dei comparti economici?

Un bel disastro, la perdita della bussola dell’economia mondiale.

Ed è quanto sta accadendo a causa della pandemia. Uno studio della Banca d’Italia avverte che il problema è serio e bisogna intervenire tempestivamente.

“È quanto mai urgente che garantiscano un flusso adeguato di informazioni, specie in questo momento delicato, accompagnando più del solito gli utenti nell’interpretazione dei dati prodotti e disseminati.”

A rischio la raccolta dei dati per la compilazione degli indici dei prezzi al consumo ad esempio, che prevede la raccolta dei dati presso i punti vendita che in questo momento sono chiusi causa lockdown.

La ricerca di Banca d’Italia si domanda quindi “quanto sia estesa la perdita di informazioni statistiche”.

A rischio le decisioni di politica economica

L’allarme è serio, perché si rischia di non avere informazioni qualificate capaci di indicare ai decisori quali sono le scelte di politica economica da attuare.

“Vi è il rischio concreto di non cogliere i rapidi mutamenti in corso nelle nostre economie, proprio quando sarebbe più urgente tenerne traccia.”

Diventa difficile anche offrire risposte di politica fiscale e monetaria e “il processo di formazione dei prezzi sui mercati finanziari è meno efficace”.

La volatilità regna sovrana

Mercati finanziari sprovvisti di dati aggiornati e accurati inducono i prezzi alla volatilità e gli asset all’incertezza sul loro valore.

Ad approfittarne, secondo lo studio, quanti mirano “a lacerare il tessuto delle nostre democrazie”.

“In assenza di dati attendibili, che ancorino il dibattito pubblico, prospera la disinformazione. Diventa più facile far circolare notizie non accurate su questioni rilevanti come i costi umani ed economici della pandemia, per esagerarne o minimizzarne gli effetti a seconda della convenienza del momento e di strategie di più lungo termine”, scrivono i ricercatori della Banca d’Italia.

La soluzione

La Sede di New York della Federal Reserve ha avviato una valutazione settimanale “dello stato della congiuntura basata sulle vendite al dettaglio”, ma anche sulla produzione delle materie prime e sul consumo di energia.

Inoltre lo studio suggerisce che vengano usati i dati raccolti dagli istituti di previdenza, le agenzie fiscali, gli uffici del lavoro e le autorità del settore trasporti ed energetico, perché aiuterebbero i processi decisionali senza compromettere la riservatezza degli individui.

Le informazioni sul commercio internazionale

La ricerca pone l’attenzione anche sui dati del traffico marittimo globale di cui tengono traccia le aziende specializzate nella produzione di basi di dati granulari.

Secondo lo studio queste informazioni molto costose, per “ironia”, derivano da informazioni prodotte da soggetti pubblici “che rimangono ignari del loro potenziale”.

Se gli stati migliorassero la loro comprensione sull’importanza dei dati e imparassero a renderli disponibili in tempi molto brevi, essi potrebbero essere molto utili per gli investitori professionali e nelle decisioni di politica economica dei governi.

I big tech e le loro informazioni commerciali

Anche i grandi della tecnologia potrebbero aiutare con i loro dati. Ad esempio Google che possiede un motore di ricerca e un sistema operativo che colleziona ogni giorno una enorme mole di dati.

Lo stesso vale per Apple e Facebook, ed ancora Amazon che continua a vendere prodotti al dettaglio consegnando a casa.

Dati preziosi, che Google in parte ha messo a disposizione dei decisori politici attraverso il progetto ‘Community Mobility Reports’ in risposta all’emergenza Covid-19.

Urge una bussola, ma chi ha quella buona?

Sull'Autore

Writer freelance dal 2013 ha studiato informatica e filosofia ed anche un pizzico di sociologia. Nel 2016 ha scoperto la crypto economy e da allora scrive di blockchain e criptovalute, per approfondire un movimento che non è fatto solo di esperti matematici e crittografi, ma di gente che genera una nuova economia dal basso.

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