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Borse cinesi, il rally di luglio e il rischio crash simil 2015

Da:
Fabio Carbone

Borse cinesi la situazione indica che il rally di luglio ha elevato il rischio crash simile a quello occorso nel 2015. Analisi.

Borse cinesi

In un precedente articolo avevamo dato conto del momento positivo dei titoli e in generale dei mercati finanziari cinesi, dove numerosi piccoli investitori retail stanno entrando anche per la prima volta.

Da inizio luglio in particolare le Borse cinesi vivono un momento positivo che sembra aver fatto dimenticare la pandemia ancora in corso, così numerosi piccoli risparmiatori e investitori iniettano denaro nel sistema finanziario alla ricerca di guadagni.

Secondo Cnbc è in corso una vera fase di trading rischioso, con gli investitori che si sono tuffati in scambi frenetici alla ricerca di guadagni crescenti. La condizione favorevole potrebbe però non durare a lungo.

Quale il rischio?

Gli analisti monitorano in particolare il margin trading e la pratica di prendere in prestito moneta dai broker per tradare. In Cina c’è una attività sopra i livelli di guardia, che potrebbe causare un “crollo spettacolare” simile a quello già visto nel 2015.

L’indice principale della Borsa di Shanghai, il Shaghai Composite, nelle sole due prime settimane di luglio è cresciuto del +14%, mentre il CSI 300 index è cresciuto addirittura del +20%, mentre alla Borsa di Shenzhen, l’indice Shenzhen composite è aumentato del +17%.

Una crescita enorme e in troppo poco tempo, ecco cosa allarma gli analisti.

L’avvertimento del CSRC

Il China Securities Regulatory Commission (CSRC), ovvero l’autorità cinese che regola gli scambi sulle Borse cinesi, ha pubblicato un avviso di allerta.

In particolare il comunicato avverte che istituzioni o individui in Cina hanno illegalmente cerato siti web per contrattazioni OTC, app mobile, e account su WeCaht, attraverso cui offrono fino a 10 volte il capitale necessario all’acquisto di azioni.

“Sono espedienti per indurre gli investitori a partecipare alle attività di allocazione di fondi fuori mercato”, avverte il CSRC.

L’autorità cinese ha compilato una lista nera di piattaforme di allocazione di fondi off-site, che arriva ad elencare 258 piattaforme illegali.

Il rischio per chi prende a prestito è altissimo, perché oltre a perdere i suoi fondi si ritroverà a dover restituire con gli interessi quanto preso a prestito.

Margin trading in Cina al 20% dal picco

Un analista contattato dalla Cnbc ha fornito un dato rilevante riguardo il margin trading in Cina, mostrando come non sia ancora stato raggiunto il picco, ma si è ancora a metà strada, tuttavia la distanza dal picco dell’anno è del 20% e bisognerà stare attenti a uscire dagli investimenti per tempo.

Spada a doppio taglio

L’afflusso di ingenti capitali nei mercati finanziari cinesi ha indubbiamente dato una boccata di ossigeno alle imprese indebitate già prima della pandemia e ancora più a seguito della grave crisi economica scatenata dalla diffusione del virus.

A favorire il meccanismo ci si è messa anche la Banca centrale cinese (PBOC) che ha pompato grandi quantità di yuan abbassando i tassi di interesse e facilitando il credito.

Ma allo stesso tempo è fortemente aumentato il rischio di crediti inesigibili in Cina. Situazione già ben presente anche prima dell’emergenza sanitaria mondiale.

Investire in Cina conviene?

Quegli investitori che intendono investire nelle Borse cinesi, o che hanno già investito nel Paese asiatico, sarà molto utile monitorare questa situazione onde evitare di incappare in improvvisi crolli che, visti da fuori appaiono spettacolari come i fuochi d’artificio cinesi, ma non per l’investitore che li subisce sulla sua pelle.

Sull'Autore

Writer freelance dal 2013 ha studiato informatica e filosofia ed anche un pizzico di sociologia. Nel 2016 ha scoperto la crypto economy e da allora scrive di blockchain e criptovalute, per approfondire un movimento che non è fatto solo di esperti matematici e crittografi, ma di gente che genera una nuova economia dal basso.

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