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10 Nazioni della crypto adoption, secondo Chainalysis

Da:
Fabio Carbone
Pubblicato: Sep 9, 2020, 06:24 UTC

Le prime 10 Nazioni della crypto adoption secondo Chainalysis. Una lista interessante per gli investitori per capire il futuro delle altcoin.

crypto adoption

Quali sono le nazioni dove l’adozione delle criptovalute è più avanti rispetto alle altre? Chainalysis ha realizzato una mappa interattiva di tali nazioni, mostrando attraverso vari colori l’intensità di crypto adoption nei vari contesti geografici. Sono in totale 154 le nazioni prese in considerazione.

Ebbene al primo posto secondo la lista di Chainalysis c’è l’Ucraina seguita dalla Russia, quindi il Venezuela. Al quarto posto la Cina nonostante il paese abbia ufficialmente vietato lo scambio su exchange. Quindi troviamo una nazione africana, il Kenya e solo al sesto posto gli Stati Uniti d’America, subito seguita da un’altra nazione africana il Sud Africa.

La lista delle prime 10 nazioni che guidano la crypto adoption vede all’ottavo posto la Nigeria, seguita dalla Colombia e ancora dal Vietnam.

Le 10 Nazioni della crypto adoption: cosa ci dicono?

La prima evidenza di questo elenco delle prime 10 nazioni che guidano la crypto adoption ci dice alcune cose da non trascurare.

In primis ci dice che l’Europa non è rappresentata e questo non sembra dal nostro punto di vista una buona cosa. Il continente europeo appare come incapace di cogliere appieno le innovazioni, troppo con il freno a mano.

E poi non si può non evidenziare l’importante presenza dell’Africa. 3 su 10 sono nazioni africane e una di esse sopravanza gli USA. Il continente, tra le numerose difficoltà che vive, riesce a ritagliarsi spazi crescenti nella nuova economia delle criptovalute: molto interessante, perché l’Africa potrebbe sbocciare grazie alle criptomonete.

Ed ancora l’America Latina con Venezuela e Colombia tra le prime, ma in questa regione geografica anche il Brasile, il Perù e l’Argentina apportano un contributo notevole all’adozione delle altcoin.

La sorpresa Russia

La Russia, preceduta dall’Ucraina, è quasi una sorpresa considerando che solo di recente la Federazione ha iniziato un processo normativo per fare chiarezza nel comparto.

La Russia in questi anni ha osteggiato le criptovalute più o meno ufficialmente, ma forse ha compreso che non ne può fare a meno se vuole trovare campi alternativi di sviluppo della sua economia, considerata in via di sviluppo.

Crypto adoption: il modello Venezuela

Il Venezuela è un vero modello, un banco di prova sperimentale unico al mondo. La crisi economica e sociale che la attraversa ha trovato nelle criptovalute la sua scialuppa di salvataggio. I venezuelani usano le criptovalute, scrive Chainalysis, per salvare il valore delle loro finanze e proteggersi dalla devastante svalutazione a cui è stata posta la valuta nazionale.

In generale nelle nazioni in via di sviluppo le criptovalute sono utilizzate dai cittadini come rifugio per conservare valore alle proprie finanze e come mezzo di scambio per acquistare beni.

L’America Latina, l’Africa e l’Asia sono un esempio di questo agire economico che un po’ forse sfugge alla comprensione di chi “vive” nella finanza ed economia “tradizionale”.

Nei contesti regionali in via di sviluppo i crypto asset servono anche come moneta commerciale, i commercianti le accettano per ampliare le possibilità di vendita. Ciò permette loro di captare ricchezza, quella ricchezza che attraverso canali consolidati gli è negata volutamente o inconsapevolmente o per carenze infrastrutturali.

Il messaggio per l’investitore

La crypto adoption segue canali nuovi e crea micro e macro economie nuove, dove prima non esisteva economia e vi era solo povertà. Da questi contesti di ritrovata ricchezza potrebbero nascere interessanti opportunità di investimento tutte da scoprire. Il futuro appare sempre più, anche, crypto.

Per approfondire: Chainalysis Market Intel.

Sull'Autore

Writer freelance dal 2013 ha studiato informatica e filosofia ed anche un pizzico di sociologia. Nel 2016 ha scoperto la crypto economy e da allora scrive di blockchain e criptovalute, per approfondire un movimento che non è fatto solo di esperti matematici e crittografi, ma di gente che genera una nuova economia dal basso.

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