Reazione decisa di Saipem dai minimi della scorsa settimana, ma si rischia a breve la ripresa delle vendite. Segnale tecnico aggiornato.
Il titolo Saipem è reduce da due sessioni di rimbalzo che hanno risospinto i prezzi a quota 1.3665, dai minimi registrati la scorsa settimana a 1.2470. Il grafico ad ampia scansione temporale, dove ogni candela rappresenta un mese di oscillazione dei prezzi, evidenzia come a partire dal primo trimestre del 2023 le quotazioni di questo titolo siano costantemente rimaste contenute tra i massimi di quota 1.6550 ed i minimi di quota 1.1380.
Nel corso dell’ultimo anno, i valori si sono limitati ad effettuare ripetuti cambi di direzione all’interno di questo ampio range. L’ultimo test della resistenza risale allo scorso settembre e, nonostante l’impostazione assunta dal titolo a partire dal 2022 sia da considerare ancora pienamente rialzista, ci sarebbero ora le condizioni – durante le ultime settimane di febbraio – per assistere ad un nuovo test ravvicinato della parte inferiore del range di oscillazione.
Il governo dell’Arabia Saudita ha deciso di mantenere la capacità produttiva massima di petrolio a 12 milioni di barili al giorno, annullando una precedente direttiva che prevedeva un aumento a 13 milioni. Si tratta di un dato che ha probabilmente impattato in negativo sulle performance a breve di Saipem, in quanto un aumento della capacità produttiva avrebbe potuto tradursi in maggiori opportunità di contratti per le aziende di servizi petroliferi, specialmente in progetti di sviluppo e espansione. Mantenendo la capacità invariata, queste potenziali opportunità di crescita e espansione si riducono.
La decisione dell’Arabia Saudita, unitamente al report negativo recentemente emesso da Morgan Stanley, potrebbe aver contribuito ad una percezione più negativa del rischio associato a Saipem, portando a vendite del titolo ed alla sua svalutazione in borsa.
Le decisioni relative alla produzione dei maggiori produttori di petrolio come l’Arabia Saudita hanno un impatto significativo sui prezzi del petrolio a livello globale. Una capacità produttiva invariata in un contesto di ripresa della domanda potrebbe sostenere i prezzi del petrolio, ma anche limitare i volumi di produzione, influenzando le aziende che dipendono da progetti di esplorazione e produzione.
Su grafico a scansione intraday, con barre da 30 minuti, possiamo rilevare a quota 1.3730/3840 ed a quota 1.4490/4600 le due principali resistenze che si oppongono alla prosecuzione del recupero. Entrambi i livelli costituiscono potenziali punti di ripiegamento.
Le aspettative sono di discesa fino a quota 1.1860, passando per un primo obiettivo intermedio a 1.2330. Da una prospettiva di pura convenienza teorica tra rischio/beneficio, sarebbe preferibile intervenire short solo su nuovi test almeno della prima resistenza, in ogni caso da rilevazioni non inferiori a 1.3540. Lo scenario tecnico descritto verrebbe immediatamente accantonato solo in presenza di almeno una chiusura su grafico a 30 minuti superiore a 1.4600.
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Federico Dalla Bona è analista tecnico professionista dal 2002. Ha pubblicato centinaia di articoli sui maggiori portali web finanziari e fornito per oltre 15 anni contenuti in diretta TV su ClassCNBC. Figura tra gli autori di uno studio dell’Università di Pisa volto all’applicazione delle tecniche di intelligenza artificiale sui mercati finanziari. Dal 2016 dirige una società che si occupa di sviluppo di trading-systems e pubblicazioni web.