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Cosa sono le obbligazioni Additional Tier 1 (AT1)?

Da:
Fabio Carbone
Aggiornato: Mar 24, 2023, 12:28 UTC

Cosa sono le obbligazioni postergate Additional Tier 1 (AT1)? Leggi la guida e apprendi come funzionano le obbligazioni AT1.

obbligazioni AT1

Nel salvataggio di Credit Suisse orchestrato dalla Banca centrale Svizzera, dall’Autorità finanziaria elvetica FINMA e dalla banca UBS, il trattamento riservato ad un asset di non poco conto ha lasciato tutti esterrefatti in Europa. Sono le obbligazioni Additional Tier 1 (AT1).

Le obbligazioni postergate AT1 sono emesse da banche e istituti di credito ed entrano a far parte dei fondi propri di base di una banca.

In una notte le autorità svizzere hanno fatto carta straccia degli Accordi di Basilea scaricando sugli obbligazionisti che detenevano le AT1, e parliamo di circa 16 miliardi di franchi svizzeri, quasi tutto il peso di Credit Suisse. Allo stesso tempo hanno deciso di “salvare” gli azionisti di Credit Suisse compensandoli con 0,72 franchi svizzeri ad azione.

Non si sono fatte attendere le reazioni dei ministri dell’Economia europea, compreso il ministro italiano. E non si è fatta attendere la risposta della Banca centrale europea (BCE) nei confronti delle autorità svizzere.

Per inciso, la Svizzera non fa parte dell’eurozona, tuttavia, la scelta ha creato un precedente che la BCE doveva stigmatizzare per garantire gli obbligazionisti delle banche europee che detengono bond AT1. Christine Lagarde lo ha detto chiaramente, nell’area euro le regole sono altre qui le azioni pagano i default prima delle obbligazioni.

Questa vicenda è il motivo per cui qui vogliamo spiegare nel dettaglio cosa sono le obbligazioni postergate Additional Tier 1 (AT1), quali e come gli investitori di solito vi possono accedere e quali sono le regole a tutela oltre che i rischi.

Cosa sono le obbligazioni postergate AT1?

AT1 significa Additional Tier 1 e sono obbligazioni postergate emesse dalle banche commerciali e dagli istituti di credito privato. Tali banche utilizzano le obbligazioni postergate AT1 per inserirle nel bilancio come fondi propri di base.

Come per ogni altro tipo di obbligazione, si tratta di debito. In questo caso è debito emesso da una banca che gli obbligazionisti possono acquistare in cambio del riconoscimento di una cedola.

La storia delle obbligazioni AT1 risale alla crisi finanziaria del 2007 e del 2008. Allora il salvataggio del sistema fu a carico della collettività per evitare che molte banche del peso di Lehman Brother’s fallissero tutte in una sola volta.

Negli Accordi di Basilea III del 2009, di cui abbiamo scritto di recente, le autorità di regolamentazione stabilirono che le banche dovevano aumentare i fondi a disposizione per reggere eventuali altre crisi sistemiche.

Alle banche fu chiesto “di aumentare il rapporto tra il capitale Tier 1 e gli asset ponderati per il rischio a un minimo del 6%, di cui l’1,5% in una nuova classe di titoli denominata Capitale aggiuntivo di Classe 1”, cioè le obbligazioni AT1 come ben spiega Invesco in un paper di presentazione di questo tipo di strumento di investimento.

Come funzionano le obbligazioni AT1?

Ancora Invesco, ci spiega come funzionano le obbligazioni AT1. Esse “sono strumenti di debito caratterizzati da un trigger che ne determina la perdita automatica di valore nel caso in cui uno dei fattori chiave della solidità finanziaria dell’emittente scenda al di sotto di un livello prestabilito”.

Nella pratica, le obbligazioni postergate Additional Tier 1 sono nate per fare da cuscinetto di assorbimento delle eventuali perdite. Dunque, nell’eventualità in cui l’istituto bancario si “trovasse ad affrontare una situazione di mancanza di capitale, entrano in gioco” i bond Tier 1. Questi si svalutano rafforzando “la posizione finanziaria della banca” allo scopo di ridurne la passività.

La prima emettitrice di un bond AT1 è stata la banca BBVA nel mese di aprile del 2013. Nel mese di giugno 2014 le obbligazioni AT1 ammontavano già a 100 miliardi di USD negli Stati Uniti (fonte Invesco).

La gerarchia dei fondi a rischio quando una banca fallisce secondo Basilea III

Per spiegare ancora meglio dove si pongono le obbligazioni AT1 nella gerarchia dei fondi a rischio quando una banca fallisce, proponiamo la tabella riepilogativa sottostante. Lo schema ricalca quanto hanno previsto gli Accordi di Basilea III riguardo alle regole sul capitale posseduto dagli istituti di credito che falliscono.

Ordine di precedenza dei creditori (dall’alto verso il basso) Depositanti
Debito senior
Obbligazioni TLAC

Total loss-absorbing capacity (TLAC)

Capitale Tier 2

CET1 + T2

Obbligazioni AT1

Capitale Tier 1

Azioni ordinarie e altre azioni

Lo schema è chiaro. I primi a pagare sono gli azionisti, quindi seguono gli obbligazionisti che si sono accollati il rischio di sostenere con proprio capitale i bond AT1 emessi dalla banca, quindi interviene il capitale Tier 2. Se non dovesse bastare ancora, ecco intervenire le obbligazioni TLAC che assorbono l’intera perdita.

Depositanti e debitori senior sono garantiti, anche se ci sono delle limitazioni.

L’inversione dell’ordine nel caso Credit Suisse

Cosa è accaduto nel caso Credit Suisse che ha creato tanto interesse e attratto molti sulle obbligazioni AT1?

Nel caso delle obbligazioni Additional Tier 1 (AT1) di Credit Suisse, le autorità finanziarie della Svizzera hanno invertito l’ordine scaricando le perdite prima sui bond AT 1 e solo successivamente sulle azioni Credit Suisse.

Sono state le obbligazioni AT1 di Credit Suisse (i 16 miliardi di franchi svizzeri degli obbligazionisti) ad assorbire le perdite del gruppo bancario, mentre gli azionisti sono stati parzialmente ricompensati.

Chiaramente ciò ha creato un precedente storico e ora in Svizzera si crea un problema. Chi vorrà più acquistare obbligazioni Tier 1 emesse da banche commerciali svizzere, se le Autorità di quel paese preferiscono salvare prima gli azionisti e in seconda battuta gli obbligazionisti?

Nikkei magazine fa notare che un precedente in cui gli obbligazionisti Additional Tier 1 persero tutto si è già verificato in Europa, e riguarda il Banco Popular in Spagna fallito nel 2017. Tuttavia, in quel caso a pagare furono anche gli azionisti.

Il livello di rischio delle obbligazioni AT1

Per essere ancora più chiari, il livello di rischio delle obbligazioni AT1 è secondo solo alle azioni (secondo Basilea III).

Il Gruppo Raiffeisen, nel prospetto informativo rivolto agli investitori svizzeri, lo scrive chiaramente: “nessuna protezione dei creditori e nessuna scadenza di rimborso fissa. Il rimborso avviene solo alla disdetta dell’obbligazione”. E aggiunge che i bond AT1 prevedono “oscillazioni di corso più elevate con rischio di perdita più elevato”.

Il livello di rischio è chiaro. Quando un obbligazionista decide di acquistare bond AT1 di una banca si assume il ruolo di garante per conto della banca.

Come si investe nelle obbligazioni AT1?

Questo tipo di strumento viene solitamente proposto dalle banche agli obbligazionisti direttamente, o attraverso società di raccolta di capitale come possono essere i già citati Invesco e Raiffeisen, ma anche altri.

Le banche effettuano una raccolta diretta, da loro gestita, e rivolta alla propria clientela.

Esistono anche degli ETF AT1 che investono, quindi, in un ampio spettro di obbligazioni Additional Tier 1 di più banche. Oppure esistono fondi attivi di bond AT1. In questi ultimi due casi il rischio di perdita dei fondi investiti si riduce e viene diluito tra tutti gli obbligazionisti all’interno del fondo stesso, tuttavia, ciò non significa che il fondo non possa non fallire.

Conviene investire in obbligazioni AT1?

Per i piccoli investitori, in definitiva, investire in obbligazioni AT1 resta una opzione possibile. Farlo attraverso un exchange traded fund (ETF) può risultare la strada più facilmente percorribile e anche quella che mitiga il rischio.

Come ricordato poc’anzi, un fondo di bond AT1 investe in obbligazioni Additional Tier 1 di più banche e non di una sola.

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Sull'Autore

Writer freelance dal 2013 ha studiato informatica e filosofia ed anche un pizzico di sociologia. Nel 2016 ha scoperto la crypto economy e da allora scrive di blockchain e criptovalute, per approfondire un movimento che non è fatto solo di esperti matematici e crittografi, ma di gente che genera una nuova economia dal basso.

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