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Su cosa investire nel 2023 e come andranno i mercati finanziari?

Da
Fabio Carbone
Aggiornato: Dec 6, 2022, 08:47 GMT+00:00

Su cosa investire nel 2023 e come andranno i mercati finanziari il prossimo anno? Interrogativi a cui diamo qualche risposta che non ti aspetti.

Su cosa investire nel 2023

Siamo al termine del 2022 ed è giusto domandarsi su cosa investire nel 2023 e come andranno i mercati finanziari nell’anno che sta per aprirsi. Ma, ti sei domandato prima come sia andato il 2022 e quali errori hai commesso nella tua strategia di investimento?

Ti sei posto domande su cosa è andato bene e quale investimento non ha reso per nulla?

Certo il 2022 è stato un anno particolare. La guerra in Ucraina si è abbattuta come “Cigno Nero” (2 in 2 anni è record!) sui mercati finanziari europei in particolare. La guerra è risultata essere il “colpo di grazia” ad un anno che si prefigurava comunque negativo.

In questa guida, quindi, scopriremo insieme su cosa investire nel 2023, ma anche proveremo a dare delle indicazioni generali per imparare dai propri errori prima di pensare su cos’altro investire senza aver fatto un minimo di analisi sul passato recente dei propri investimenti.

L’inflazione non andrà via: come proteggersi nel 2023

Ti raccontano che l’inflazione nel 2023 è “destinata a rientrare”. Siamo sicuri che sarà così? E se invece è qui per restare e dovesse accompagnarci per il resto del decennio?

Nel corso del 2022 solo in Italia il settore agricolo ha perso 6 miliardi di euro tra raccolto e danni ai mezzi agricoli a causa dei cambiamenti climatici. Eventi come questi fanno aumentare i prezzi delle derrate alimentari per scarsità. Come si può pensare che i prossimi anni saranno migliori se le Conferenze delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (COP) fanno una grande fatica a far accettare ad alcuni Stati “grandi inquinatori” la necessità di cambiare?

La transizione energetica che vuol combattere i cambiamenti climatici è comunque un fatto e gli Stati, a più velocità, cercano soluzioni e quelle già applicabili le mettono in pratica. Tuttavia, è chiaro che la transizione energetica per ridurre la nostra impronta sull’ambiente avrà un costo economico.

Produrre energia dalle fonti fossili resta più economico rispetto alle rinnovabili, inoltre, servono grandi investimenti per trovare tecnologie che non abbiamo e che siano in grado di produrre la stessa quantità di energia delle fonti fossili. E devono essere anche capaci di garantire la stessa continuità energetica (eolico e fotovoltaico non garantiscono continuità, sono legati alla presenza del vento e/o del sole).

Risulta chiaro a chiunque che se così stanno le cose, dobbiamo aspettarci un decennio di inflazione più elevata rispetto ai decenni passati.

Come proteggersi contro l’inflazione nel 2023

Guardare ai titolo di Stato indicizzati all’inflazione potrebbe essere una buona alternativa agli investimenti azionari. I titoli di Stato italiani indicizzati all’inflazione possono garantire una buona copertura contro la perdita di valore della nostra liquidità.

Per quanti volessero tenere una parte della propria riserva finanziaria in forma monetaria, non sono da disdegnare i conti deposito tornati fruttiferi. Se le risorse monetarie vengono parcheggiate per 4 o più anni il tasso di interesse annuo lordo è interessante.

Anche le materie prime possono aiutare nel garantire una buona copertura contro l’inflazione. Attenzione agli ETC (exchange traded commodity) nati per replicare passivamente il prezzo di un metallo prezioso o di materie prime agricole. Tale strumento derivato non sempre segue il prezzo della materia prima a cui è legato.

Inoltre, tra le materie prime di maggiore interesse nei prossimi anni ci sono quelle legate alla transizione energetica: cobalto; platino; terre rare; litio.

Tassi di interesse nel 2023: scenderanno vero?

Alcuni analisti affermano che a partire dalla seconda metà del 2023 le banche centrali saranno “meno falchi”. Il presidente della Fed statunitense, Jerome Powell, ha già fatto capire che i prossimi aumenti dei tassi di interesse saranno meno aggressivi, si passerà da aumenti di 75 punti base ad aumenti di 50 punti base.

I tassi di interesse nel 2023 non scenderanno, continueranno ad aumentare almeno nel primo trimestre per poi restare fermi dove si trovano.

Anche il quantitative tightening, l’opposto del quantitative easing, proseguirà. Siamo entrati in una fase in cui le banche centrali terranno alti i tassi di interesse, obbligati da una inflazione poco incline a lasciarsi domare.

Su cosa investire nel 2023: attenzione ai comportamenti irrazionali

Gli errori più comuni compiuti dagli investitori (tutti compresi anche quelli che si reputano più esperti e con lunghi anni di investimenti alle spalle) li possiamo così riassumere:

  • avidità e ingordigia;
  • fretta;
  • insicurezza;
  • troppa fiducia nelle proprie competenze;
  • paura.

Quando si ha paura di perdere si rischia di perdere opportunità di guadagno, semplicemente perché non si dà il giusto peso ai rischi.

Sopravvalutare l’investimento, all’opposto, fa perdere l’opportunità di vendere con profitto. Anche se il titolo da te posseduto non ha raggiunto i livelli del precedente massimo storico, potrebbe essere utile comunque venderlo se sei sufficientemente in guadagno. Il rischio è di incappare nelle maglie dell’avidità, la quale non attende altro che “pugnalare alle spalle”.

Investimenti tematici nel 2023 ancora presenti

Secondo una analisi condotta dagli analisti di Morningstar, i fondi tematici nel corso del 2022 hanno tenuto meglio dei fondi azionari non legati a un trend particolare.

La resilienza di questi fondi, anche se hanno perso di valore come altri, sarebbe dovuta al fatto che chi vi investe vede nei fondi tematici dei veicoli di investimento di lungo termine.

Dunque chi guarda ai fondi tematici lo farebbe perché ha una visione che va oltre i 6 mesi o i 12 mesi, ha lo sguardo rivolto al prossimo rialzo.

Va anche aggiunto che c’è differenza tra fondi a gestione attiva e fondi a gestione passiva. Questi ultimi sono noti in particolare come exchange traded fund (ETF), fondi negoziati in Borsa.

Gli ETF sono apparentemente facili da capire e investire in essi è molto economico, tuttavia, bisogna stare attenti perché molti di questi ETF tematici non reggono sul lungo periodo e dopo un periodo di forte rialzo possono calare rapidamente senza più riprendersi.

Possiamo ben dire che gli ETF sono abbastanza speculativi.

Investire in azioni con dividendo nel 2023

Le azioni con dividendo sono predilette da quanti sono alla ricerca di un reddito dalle azioni. Secondo la strategia, anche se i prezzi delle azioni sono in calo, il reddito prodotto dal dividendo compensa l’investitore sostenendo il rendimento del suo portafoglio finanziario.

Ma non è sempre così spiega un analista di Morningstar. Anzi, il dividendo non compensa il deprezzamento del titolo azionario e questo perché quando un titolo stacca il dividendo il prezzo dell’asset “viene corretto al ribasso per l’importo esatto della cedola”.

L’analisi condotta da Morningstar, inoltre, ha verificato che dal 1980 ad oggi non in tutti i periodi recessivi che si sono succeduti le azioni con dividendo si sono dimostrate effettivamente difensive.

In caso di recessione le società del settore salute, utility e quelle che offrono beni e servizi che non possono mancare nelle case delle persone, avranno prestazioni e dividendi interessanti, mentre le società delle telecomunicazioni e di quei settori che risentono dei periodi recessivi e connotati da alta inflazione resteranno poco appetibili.

Per calcolare il rendimento futuro delle azioni che staccano dividendo, è importante sommare il dividend yield corrente al tasso di crescita atteso della cedola. Inoltre, è da valutare se avevamo acquistato il titolo a sconto rispetto al valore reale. In questo modo otterremo un extra-rendimento, ma solo se vendiamo il titolo e incassiamo questo extra-rendimento.

Concludendo

Dunque, su cosa investire nel 2023 e come andranno i mercati finanziari il prossimo anno? Ciò a cui dovrai fare attenzione è: l’inflazione; la politica monetaria restrittiva delle banche centrali; l’esito della guerra in Ucraina con le conseguenze geopolitiche su un mondo di nuovo bipolare come durante la guerra fredda; il reshoring che sta sovvertendo la logica della globalizzazione (una su tutte: l’Italia i pannelli fotovoltaici se li produrrà sempre più in Sicilia); cambiamento climatico e transizione energetica.

Sull'Autore

Scrittore web freelance dal 2013, scrive di crypto economy dal 2016 e di fintech e mercati azionari dal 2018. Scrive inoltre di economia digitale.Dal 2018 collabora per FXEmpire.it scrivendo di crypto e mercati azionari con particolare attenzione a Borsa Italiana. Inoltre, cura la pubblicazione di articoli formativi a cadenza domenicale per l'area Formazione del sito di FX Empire Italia.

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