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Cos’è il Bank for International Settlements (BIS): guida completa

Da:
Fabio Carbone
Aggiornato: Apr 5, 2020, 10:06 UTC

Cos’è la Bank for International Settlements (BIS), ed a cosa serve. Leggi la guida completa per apprendere di più sull'organo di stabilità finanziaria.

Bank for International Settlements (BIS)

Il Bank for International Settlements (BIS) potremmo definirla la banca delle Banche centrali, il suo ruolo è appunto quello di servire le banche governative e di supportarle nelle loro attività nazionali. Il BIS è quindi una di quelle entità sopra governative di supporto nell’ambito economico globale e finanziario, lì dove ve ne sia la necessità non solo in termini di finanziamenti, ma anche come trasferimento di competenze e conoscenze. Anche se con compiti diversi il BIS va inserito allo stesso livello di una Banca Mondiale o di un Fondo Monetario Internazionale.

Nell’ultimo articolo abbiamo spiegato cos’è il Financial Stability Board (FSB), come funziona e quali sono i suoi compiti, come in quell’articolo, anche qui iniziamo dal raccontare un po’ la storia del BIS.

Storia Bank for International Settlements (BIS)

Il BIS ha una storia molto lunga se si guarda alle organizzazioni economico finanziarie internazionali, la Bank for International Settlements nasce nel 1930 ed è l’istituzione finanziaria internazionale più antica. Ha svolto svariati ruoli suppletivi per garantire la stabilità economica mondiale nel corso della sua storia, finanche affiancare le banche centrali in momenti critici della storia.

Ecco una breve timeline riassuntiva:

  • La nascita nel 1930. BIS è stata fondata in Europa da: Belgio, Francia, Germania, Italia, Giappone e Regno Unito, più il paese ospitante la Svizzera, presso la Hague Conference ed ha ora sede a Basilea. Il primo obiettivo fu quello di risolvere la questione dei pagamenti di guerra imposti alla Germania dal trattato di Versailles, al termine della prima guerra mondiale.
  • La seconda guerra mondiale. Durante questo periodo il BIS fu prevalentemente usato dagli stati europei per spostare l’oro dall’Europa verso New York. In questo periodo, nazioni tra loro in guerra, spostarono con il supporto dell’istituzione circa 140 tonnellate di oro.
  • Dal dopo guerra all’Unità monetaria in Europa. Il BIS è sempre rimasto molto legato al suo luogo di origine europeo, così immediatamente dopo la seconda guerra mondiale si è occupato di gestire i trattati economici di compensazione economica tra vincitori e vinti e di riunificare i cocci di una Europa devastata. Il BIS ha seguito tutta la fase evolutiva della Comunità economica europea (CEE) facendo da consulente,fino a quando, nel 1992, il Trattato di Maastricht ha sancito la nascita dell’EMI, che nel 1997 è diventata la Banca centrale europea (BCE).

Occupandosi come consulente della gestazione e della nascita dell’Unione monetaria europea, il BIS si è “fatto le ossa” e nel 1961 si internazionalizza. Ma saranno le crisi economiche e finanziarie internazionali, degli anni ‘70 e dei decenni successivi, a dare all’istituzione il ruolo di supporto alle banche centrali di tutto il mondo che ha conquistato oggi. Con la crisi in Asia del 1997 e la crisi in Russia del 1998, il suo raggio di influenza si può dire essere diventato globale.

La missione del BSI

Di cosa si occupa nello specifico il BSI e quale la missione della Bank for International Settlements? Scopriamolo attraverso la lista sottostante.

  • Promuovere la discussione e facilitare la collaborazione tra le banche centrali.
  • Supportare il dialogo con altre autorità che sono responsabili della promozione della stabilità finanziaria.
  • Elaborare ricerche e fare analisi di procedure capaci di risolvere i problemi rilevanti per la stabilità monetaria e finanziaria.
  • Agire come prima controparte per le banche centrali nelle loro transazioni finanziarie.
  • Servire come agente o fiduciario in relazione a operazioni finanziarie internazionali.

Il BIS fornisce anche ricerche di livello accademico e dati statistici utili alle banche centrali e le altre organizzazioni internazionali.

A chi si rivolge l’attività del BIS

L’attività del BIS è rivolta esclusivamente alle banche centrali e alle organizzazioni internazionali. L’attività bancaria e finanziaria non si rivolge ad individui e imprese e non funge da banca di deposito per questi ultimi.

Il programma Innovation BIS 2025

Il BIS si è dato un programma che è allo stesso tempo un obiettivo di medio termine. Si chiama Innovation BIS 2025 ed è un piano frutto di una ricerca degli anni 2018 e 2019, pubblicato nella seconda metà del 2019.

Come la parola stessa del programma lascia intendere l’obiettivo da raggiungere entro il 2025 è innovare il settore bancario mondiale, e per farlo bisogna ovviamente partire dalle banche centrali se si guarda al livello governativo. Sono infatti le banche centrali ad attuare la politica monetaria e bisogna sostenerle in questa fase di forte transizione tecnologica in cui nuovi strumenti finanziari, ma anche nuovi metodi di pagamento, sono venuti alla ribalta nel giro di un decennio e si stanno affermando spesso soppiantando il tradizionale.

La Tecno finanza è sicuramente l’evoluzione esistenziale che le banche stanno affrontando oggi. Senza dimenticare l’emergenza climatica la quale chiama in causa il sistema finanziario mondiale ad assumere una nuova etica, se non vuole perdere la sua stabilità in modo irreparabile.

Big data, strumenti online di collaborazione sono tra le parole chiave dell’Innovation BIS 2025, che prende a cuore anche un tema nevralgico della digitalizzazione dell’infrastruttura bancaria: la sicurezza informatica.

Il Processo di Basilea

“Il Processo di Basilea è il modo con cui il BIS promuove la cooperazione internazionale tra le autorità monetarie e le autorità di vigilanza finanziaria”.

Così recita il BIS, spiegando il Processo di Basilea che verte su due assi principali:

  1. Riunioni regolari ad alto livello tra i responsabili delle politiche monetarie e finanziarie.
  2. Il supporto del BIS alla collaborazione con i gruppi internazionali per garantire la stabilità finanziaria.

L’attività svolta dal Processo è visibile dal grande pubblico attraverso gli accordi internazionali sugli standard sottoscritti dalle autorità internazionali, che però non sostituiscono le legislazioni nazionali ma hanno il compito di “contaminarle” e di migliorarle in futuri aggiornamenti operati dai singoli governi.

Il Financial Stability Institute del BSI si occupa appunto dell’implementazione degli standard a livello globale e di solide pratiche di vigilanza da parte delle banche centrali, oltre che da parte delle autorità nazionali di vigilanza e di regolamentazione del settore finanziario.

Lavorare al BIS

Se ti stai domandando come è possibile lavorare per la Bank for International Settlements (BIS), la risposta è disponibile alla pagina dedicata alle carriere nell’istituzione internazionale.

Le figure richieste hanno competenze in ambito economico e finanziario di livello internazionale, sono laureati in giurisprudenza o hanno alte competenze in ambito informatico (big data e analisi dei dati in particolare).

Bisogna essere pronti a viaggiare. La sede più vicina è a Basilea in Svizzera, ma il BIS ha altre due sedi secondarie ad Hong Kong e a Città del Messico. Inutile dire che la conoscenza delle lingue straniere è basilare.

Concludendo

Il BSI è nato come un supporto per un piccolo gruppo di paesi in un periodo molto turbolento per la storia dell’Europa e del mondo intero. Ma fu un primo tentativo di risolvere quei problemi che minacciavano la stabilità e la pace mondiale di allora.

Oggi istituzioni come il BSI ed altre garantiscono al mondo maggiore pace ridistribuendo ricchezza e conoscenza, al netto dei limiti evidenti che noi tutti vediamo quotidianamente.

Immaginiamo il mondo privo di entità sopra nazionali che garantiscono un collante tra gli Stati in particolare in ambito economico e finanziario?

Anarchia, impossibilità di fare business, questo lo scenario che avremmo oggi.

Il sito web: https://www.bis.org.

Sull'Autore

Writer freelance dal 2013 ha studiato informatica e filosofia ed anche un pizzico di sociologia. Nel 2016 ha scoperto la crypto economy e da allora scrive di blockchain e criptovalute, per approfondire un movimento che non è fatto solo di esperti matematici e crittografi, ma di gente che genera una nuova economia dal basso.

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