WeWork. Da 43 miliardi a 8 miliardi di valore, salvata da SoftBank

Al momento della sua quotazione in Borsa, solo a gennaio di quest’anno, WeWork la società degli spazi di co-working, valeva 43 miliardi di dollari. La Ipo è andata male e molte altre cose devono essere andate storte se oggi SoftBank, il maggiore azionista di WeWork, è costretto a prenderne il pieno controllo con una iniezione di ulteriore capitale pari a 8 miliardi di dollari. Tanto, infatti, è stata valutata oggi WeWork a distanza di soli 10 mesi dalla prima valutazione.

Fuori il fondatore Adam Neumann, lo ha chiesto SoftBank che al suo posto come presidente del board metterà un suo top manager, Marcelo Claure attuale presidente esecutivo del fondo giapponese di Masayoshi Son.

Ma i conti non tornano, perché appena 5 settimane fa JPMorgan e Goldman Sachs offrivano 20 miliardi in una Ipo poi saltata per le perplessità degli investitori sull’esposizione debitoria di WeWork. Lo scotto precedente subito con la quotazione di Uber, è ancora viva nel portfolio di investimento di questi ultimi e hanno preferito non rischiare oltre.

WeWork salvata da SoftBank per un soffio

Le davano poche settimane di vita, poi il fallimento. Ancora qualche settimana di liquidità prima di essere completamente sommersa dai debiti e dal fallimento. Duemila dipendenti di una società che avrebbe dovuto essere disruptive, sono già senza lavoro, ma è molto probabile che alla fine il numero di dipendenti che resteranno a casa e dovranno trovarsi un nuovo impiego saranno molti di più (forse 4mila in tutto).

SoftBank quindi presterà alla società 5 miliardi di dollari per risollevarsi e investirà 1,5 miliardi per far decollare il co-working delle meraviglie.

Adam Neumann il più lontano possibile da WeWork

Prima l’ha creata e poi l’ha affossata. Questo potrebbe essere il commento duro e sintetico di una persona che vede la situazione dall’esterno.

I fatti dicono che Neumann ha già restituito le deleghe come Ceo e ora deve lasciare la presidenza. SoftBank gli ha chiesto anche di vendere 1 miliardo delle sue azioni, che faranno parte dei 3 miliardi totali che il fondo acquisterà per aumentare la sua posizione di dominanza in WeWork.

Tuttavia Neumann ottiene una consulenza “monstre” da 185 milioni di dollari (che forse da soli bastavano a salvare i 4mila posti di lavoro) e una linea di credito da 500 milioni di dollari da SoftBank.

Neumann il miliardario che ci ha saputo fare

Ha giocato benissimo le sue carte, mentre WeWork affondava il suo capitale finanziario personale restava intatto. A dirlo Bloomberg con la sua classifica degli uomini più ricchi del mondo.

Come è possibile se WeWork non ha mai prodotto un solo dollaro di utile e la quotazione del titolo in Borsa è saltata prima di iniziare?

Semplice fa notare un analista di Wall Street, di cui ne rende conto Il Sole 24 Ore, perché Neumann è riuscito a vendere centinaia di milioni di dollari di azioni nei primi round di finanziamento di WeWork, a valori nettamente più alti rispetto a quelli attuali.

Lo smart guy, inoltre, ha linee di credito da 500 milioni di dollari con Ubs, Credit Suisse e JPMorgan.

Ma non è tutto, perché il suo patrimonio può contare su proprietà immobiliari che valgono 100 milioni di dollari. E, ironico ma non molto, Neumann ha affittato alla sua WeWork quattro degli immobili di sua proprietà.

WeWork si salverà?

Secondo gli analisti quello di SoftBank è un vero azzardo, aveva investito già 10 miliardi di USD nella società di co-working quando ne valeva 43, ed ora vi inietta altri 8 miliardi.

Una mossa che somiglia più a un tentativo disperato di salvare la faccia, dopo la brutta figura iniziale.