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Produzione Industriale in Italia -11,4% nel 2020, ma prospettive migliorano

Da:
Fabio Carbone
Pubblicato: Feb 10, 2021, 09:22 UTC

La produzione Industriale in Italia segna un netto -11,4% nel 2020 ed è il secondo peggior risultato dal 1990, ma le prospettive nel 2021 migliorano.

Produzione Industriale in Italia

Se da un lato la produzione industriale in Italia nel 2020 fa registrare un calo significativo del -11,4%, che rappresenta il secondo peggior risultato dal 1990, è pur vero che il 2021 si prospetta con tutt’altro segno. Infatti “le prospettive economiche internazionali sono in graduale miglioramento”, scrive l’Istat nella Nota mensile sull’andamento dell’economia italiana.

Ed anche Confindustria nell’ultima nota di aggiornamento ha previsto un miglioramento della situazione in modo progressivo nel corso del 2021. Miglioramento confermato anche dalle parole di ieri del vicepresidente della Commissione UE Valdis Dombrovskis.

Ma procediamo con ordine e partiamo dai dati sulla produzione industriale in Italia nel 2020.

Produzione industriale in Italia 2020

Nel mese di dicembre 2020 la produzione industriale in Italia è diminuita del -0,2% rispetto a novembre, e del -0,8% se si considera tutto il Q4 2020.

Ad aumentare su base mensile è solo l’energia (+1,8%) e i beni intermedi (+1%), mentre diminuiscono i beni strumentali (-0,8%) e diminuiscono i beni di consumo (-0,3%).

Se guardiamo ai settori di attività economica e ne valutiamo i dati in termini tendenziali, migliorano sotto il profilo della produzione industriale solo il settore degli articoli in gomma e materie plastiche (+10,9%), la fabbricazione di prodotti chimici (+7,5%) e la fabbricazione di apparecchiature elettriche (+6,8%).

Peggiorano invece il settore delle industrie tessili, abbigliamento, pelli e accessori (-28,5%), la fabbricazione di coke e prodotti petroliferi raffinati (-16,5%) e peggiora anche la fabbricazione di prodotti farmaceutici di base e preparati (-10,9%).

Produzione industriale italiana: 30 anni di perdita di slancio

Nell’approfondimento dell’Istat sulla produzione industriale dell’Italia, vengono messi a confronto i risultati dell’Italia dal gennaio 1991 all’ottobre 2020, la sovrapposizione dei due andamenti storici mostra come l’Italia a partire dal 2000 abbia visto perdere sempre più il gruppo dei 19 Paesi che adottano l’euro. “Segno della perdita di slancio dell’Italia nel confronto con l’area euro”, scrive l’Istat.

Andamento economia italiana: nota mensile

Veniamo all’oggi. Secondo la Nota mensile sull’economia italiana le prospettive sono in miglioramento sul piano internazionale con la Cina e gli USA che hanno chiuso l’anno con un Pil in ripresa rispetto ai trimestri precedenti.

La fiducia delle imprese a gennaio è aumentata moderatamente, anche se quella dei consumatori è diminuita.

Le campagne vaccinali in molti paesi sostengono la ripresa a livello internazionale sbloccando le attività.

Anche il Fondo monetario internazionale (FMI) nel recente Outlook mondiale ha rivisto al rialzo la crescita dell’economia mondiale dal +3,5% al +5,5%.

“A novembre, il commercio mondiale di merci in volume, che ha oramai recuperato i livelli pre covid, ha continuato ad aumentare (+2,1% in termini congiunturali, fonte: Central planning bureau), in netta accelerazione rispetto al mese precedente (+0,7%)”, riporta l’Istat.

Se si guarda all’Italia, l’attuale fase del settore industriale appare legata al miglioramento del contesto internazionale, come mostrano i dati su ordinativi ed esportazioni, infatti “tra settembre-novembre, gli ordinativi dell’industria hanno segnato un aumento rispetto al trimestre precedente (+5,1%) trainati dalla componente estera (+7,0%) e in misura minore da quella interna (+3,8%)”. Mentre il Pil 2020 è caduto meglio delle attese.

Per quanto riguarda l’export italiano è andato ottimamente nel mese di novembre con un incremento del +4% rispetto ad ottobre e un incremento del +1,1% rispetto allo stesso periodo del 2019. Sono cresciute le esportazioni verso la Germania, la Cina, gli USA, la Svizzera.

Sull'Autore

Writer freelance dal 2013 ha studiato informatica e filosofia ed anche un pizzico di sociologia. Nel 2016 ha scoperto la crypto economy e da allora scrive di blockchain e criptovalute, per approfondire un movimento che non è fatto solo di esperti matematici e crittografi, ma di gente che genera una nuova economia dal basso.

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