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Portafoglio investimenti Banca d’Italia, ecco come investe la Banca centrale italiana

Da:
Fabio Carbone
Pubblicato: May 13, 2020, 10:23 UTC

Ecco il portafoglio investimenti di Banca d’Italia. Scopriamo come investe la banca centrale italiana i suoi fondi e in quali asset finanziari crede maggiormente.

Inflazione

Anche la Banca d’Italia ha il proprio portafoglio finanziario e non si compone solo delle riserve ufficiali del Paese e delle attività derivanti dalle operazioni di politica monetaria, ma si compone anche di fondi propri e di riserve patrimoniali che comprendono ad esempio il trattamento di quiescenza del personale.

Perché la Banca d’Italia gestisce un proprio portafoglio finanziario? La risposta ce la fornisce la stessa banca centrale:

“L’obiettivo della gestione del portafoglio finanziario è di contribuire alla copertura dei costi dell’Istituto e di preservarne la solidità patrimoniale, diversificando il proprio attivo rispetto ai fattori di rischio tipici delle banche centrali”.

Le Banche centrali, in virtù della loro autonomia, e per rafforzarla, gestiscono un proprio portafoglio di asset che faccia da cuscinetto per ogni evenienza.

Ma di cosa si compone il portafoglio finanziario di Bankitalia? Scopriamolo.

Il portafoglio finanziario di Banca d’Italia

Una quota del 10% del portafoglio è investito in titoli azionari e in quote di organismi di investimento collettivi del risparmio di natura azionaria.

I titoli azionari presenti nel portafoglio appartengono ad aziende ricadenti principalmente nell’area dell’euro e non comprendono investimenti in azioni bancarie e assicurative, perché altrimenti si innescherebbe un conflitto di interessi che è facile immaginare.

I titoli azionari appartengono all’Italia, area dell’euro e in quota minore agli USA e al Giappone.

Gli investimenti si ispirano a “un criterio generale di neutralità di mercato, realizzata mediante la replica di indici di riferimento”.

Questo ci fa comprendere che la Banca d’Italia non investe direttamente in questa o quella società quotata in Borsa (conflitto d’interessi), ma in indici azionari.

Titoli azionari green

Ebbene sì, anche Banca d’Italia ha abbracciato la svolta green dei mercati finanziari e di recente ha integrato nella sua politica i fattori ESG (Enviromental, Social and Governance), così da orientare i suoi investimenti verso obiettivi di sostenibilità.

Ecco che ora non investe più in società che operano in settori banditi dal Global Impact dell’ONU, ed inoltre privilegia quelle società che hanno un punteggio ESG migliore.

“L’obiettivo generale è massimizzare il profilo ESG dei portafogli, riducendone l’intensità carbonica (rapporto tra emissioni di gas serra e fatturato)”.

Le politiche di investimento sui titoli azionari

L’investimento in titoli azionari si divide quindi in singoli portafogli distinti per are geografica.

L’investimento del portafoglio italiano replica un indice azionario del mercato italiano costituito da imprese il cui capitale sociale è mediamente superiore ai 500 milioni di euro. L’indice come detto non include i bancari e l’assicurativo, servizi finanziari e non include i mezzi di comunicazione.

Il portafoglio dell’eurozona replica un indice di mercato molto diversificato, che esclude azioni italiane e titoli bancari, ecc. I costi di transazione sono stati ridotti applicando un metodo campionario che impiega un sottoinsieme dei titoli. “Il modello econometrico per la replica campionaria è basato su cinque fattori macroeconomici e integra i criteri ESG, escludendo i titoli che presentano un punteggio ESG inferiore a una soglia predefinita”.

I portafogli statunitense e giapponese “sono rappresentati da quote di OICR selezionati tra quelli che attuano una gestione passiva di indici ESG”.

I portafogli di Banca d’Italia, infine sono soggetti a un ribilanciamento trimestrale e, inoltre, la banca centrale non partecipa alle assemblee delle società detenute un portafoglio.

Sull'Autore

Writer freelance dal 2013 ha studiato informatica e filosofia ed anche un pizzico di sociologia. Nel 2016 ha scoperto la crypto economy e da allora scrive di blockchain e criptovalute, per approfondire un movimento che non è fatto solo di esperti matematici e crittografi, ma di gente che genera una nuova economia dal basso.

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