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Nascono Poli europei innovazione digitale: Priorità di politica industriale europea

Da:
Fabio Carbone
Aggiornato: Aug 18, 2020, 07:37 UTC

Nascono i Poli europei di innovazione digitale, che mostrano quale sia la priorità di politica industriale nell'Unione europea.

Poli europei di innovazione digitale

Al via il bando per il Programma Europa Digitale che dal 2021 al 2027 in Europa sosterrà la trasformazione digitale dell’industria nell’Unione Europea.

Il Ministero dello Sviluppo Economico ha emanato il bando con cui “vengono resi noti i criteri e le modalità di presentazione delle domande e dei progetti da finanziare”.

La presentazione delle domande, da parte dei soggetti che presentano i requisiti, sarà possibile dalle ore 8 del prossimo 10 settembre, fino alle ore 19 del 24 settembre 2020.

Il bando è l’avvio della procedura di preselezione nazionale per l’istituzione della rete europea di Poli europei di innovazione digitale (European Digital Innovation Hubs – EDIHs).

I Poli avranno un compito strategico nel futuro dell’economia paneuropea, perché a loro “sarà affidato il compito di assicurare la transizione digitale dell’industria, con particolare riferimento alle PMI, e della pubblica amministrazione attraverso l’adozione delle tecnologie avanzate, come l’Intelligenza Artificiale, il Calcolo ad Alte Prestazioni e la Sicurezza Informatica.”

Come funziona l’individuazione dei Poli

I Poli europei di innovazione digitale saranno individuati attraverso una doppia fase con il supporto del Mise e del Ministero dell’Università.

Le fasi della selezione sono due:

  • una preselezione nazionale volta ad individuare un elenco di soggetti che hanno capacità tecnico-scientifica e giuridico-amministrativa per partecipare alla rete;
  • una gara ristretta, gestita dalla Commissione europea, cui saranno invitati i candidati presentati dagli Stati membri.

I Poli prescelti riceveranno una copertura finanziaria fino al 100% dei costi ammissibili.

A disposizione dei Poli europei di innovazione digitale ci sono già 96 milioni di euro stanziati dal Mise lo scorso 13 agosto, a cui si potranno aggiungere fondi propri di altri Ministeri, regioni, province autonome, e altre pubbliche amministrazioni.

Priorità di politica industriale europea

“Il trasferimento tecnologico e la digitalizzazione sono tra le priorità di politica industriale europea – ha dichiarato il Ministro del Mise Stefano Patuanelli. Con questo bando abbiamo l’occasione di rendere i nostri centri di innovazione e di trasferimento tecnologico più forti e più uniti e di migliorare il sostegno alle PMI in questa trasformazione essenziale per la loro competitività. Una occasione molto concreta per ‘fare sistema’ in un’azione cruciale per il nostro futuro. Mi aspetto candidature di grande qualità grazie all’impegno del mondo delle imprese e delle Università e dei centri di ricerca.”

Partecipare pienamente a una società digitalizzata

L’obiettivo della digitalizzazione dei processi industriali è chiaro a tutti che non è rimandabile.

L’Unione Europea con i fondi che si renderanno disponibili attraverso il Bilancio Europeo 2021 – 2027 finanzierà la rete di Poli europei di innovazione digitale per creare quelle premesse necessarie alle imprese per “partecipare pienamente a una società digitalizzata”.

I cinque settori che saranno finanziati dall’UE sono:

  1. supercalcolo;
  2. intelligenza artificiale;
  3. cibersicurezza;
  4. competenze digitali avanzate;
  5. ampio utilizzo delle tecnologie digitali.

L’UE spera così di apportare un beneficio in termini materiali a settori chiave della vita quotidiana dei cittadini europei.

Attraverso l’implementazione del calcolo ad alte prestazioni, ad esempio, si punta a migliorare settori quali l’assistenza sanitaria, l’ambiente e la sicurezza.

I Poli europei di innovazione digitale si occuperanno anche di sostenere lavoratori e studenti, fornendo loro quelle competenze digitali indispensabili per supportare il cambiamento nelle industrie in cui saranno impiegati.

Sull'Autore

Writer freelance dal 2013 ha studiato informatica e filosofia ed anche un pizzico di sociologia. Nel 2016 ha scoperto la crypto economy e da allora scrive di blockchain e criptovalute, per approfondire un movimento che non è fatto solo di esperti matematici e crittografi, ma di gente che genera una nuova economia dal basso.

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