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Il Fondo Monetario Internazionale Sull’Italia: Occorre un Consolidamento Fiscale e L’introduzione di un Salario Minimo

Da:
Alberto Ferrante
Aggiornato: Jul 26, 2018, 14:47 UTC

Nel suo report sugli squilibri esterni, l'FMI ha dipinto l'Italia come un Paese che necessita di un consolidamento fiscale in grado di spingere la crescita. Le riforme consigliabili sarebbero quelle mirate a favorire la concorrenza in tutti i principali settori, riducendo le disparità regionali sull'occupazione e concentrandosi sui contratti aziendali.

italia FMI

L’FMI ha pubblicato il suo report sugli squilibri esterni, valutando l’Italia come un Paese ancora vulnerabile alla volatilità del mercato. Il problema sembrerebbe essere dovuto a grandi esigenze di rifinanziamento del debito sovrano e bancario.

A ciò si aggiungono condizioni di credito particolarmente restrittive per via dell’eccessivo stock di Npl, che sta comunque riducendosi nell’intera Unione Europea.

Stando al parere del Fondo Monetario, le misure fiscali proposte dal nuovo governo non porterebbero a quanto sperato per l’Italia: politiche fiscali espansive finirebbero infatti per rendere ancora più insostenibile il debito. Il timore è dunque che il Paese continui ad avviare processi di aggiustamento solamente marginali, che poco potranno impattare sull’economia nazionale.

Le riforme sulle quali è invece consigliabile concentrarsi sarebbero quelle volte a incrementare la concorrenza sui mercati e l’efficienza del settore pubblico. E’ stato quindi suggerito di adottare delle leggi mirate per favorire la concorrenza, anche nel settore dei servizi pubblici, dei trasporti e dei servizi legali, allineando il più possibile i salari alla produttività. Occorrerebbe inoltre ridurre le disparità regionali sull’occupazione concentrandosi sui contratti aziendali e pensando all’introduzione di un salario minimo nelle regioni, seppur differenziato.

Sul fronte stipendi, infatti, l’Italia ha registrato una crescita molto lenta nel 2017, con un incremento dello 0,4%. Gli sviluppi recenti mostrano che l’Italia sta comunque riuscendo a raggiungere gli standard fissati, ma un miglioramento della competitività per rafforzare la crescita e ridurre il tasso di disoccupazione è ancora strettamente necessario.

Ciò che servirebbe, continua il report, è un consolidamento fiscale in grado di garantire la crescita. Solo così il Paese potrà mantenere la fiducia degli investitori per salvaguardare il suo debito e, contestualmente, proteggersi da eventuali shock esterni.

Intanto, l’FMI ha valutato al ribasso le stime sul PIL italiano, che nel 2018 si fermerà probabilmente a quota +1,2%, e nel 2019 si stabilizzerà al +1%.

Il parere è in generale pessimista per l’intera Unione Europea, che ha visto un ribasso quasi totale delle stime del Fondo Monetario. Ciò potrebbe essere dovuto agli spread più ampi sui titoli di stato e alle stringenti condizioni finanziarie dovute all’incertezza politica in Italia.


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I dati dell’FMI sulla crescita italiana sono in parte condivisi anche dall’UPB, che ritiene verosimile una crescita dell’1,3% nel 2018, caratterizzata da una tenuta dei consumi e un calo degli investimenti e delle esportazioni. Più nello specifico, osservando gli investimenti italiani, si nota come essi siano calati in percentuale al PIL del 20% rispetto ai livelli pre-crisi, con valori tra i più bassi dell’intera Unione Europea, caratterizzata invece, in media, da un riassorbimento parziale e totale del gap.

Sull'Autore

Dopo la laurea in Economia Aziendale a Catania inizia a scrivere per diverse testate, prevalentemente di cultura, tecnologia ed economia. Con stretto riferimento alla collaborazione con FX Empire, iniziata nell’Aprile del 2018, ha curato una rubrica su analisi di premarket in Europa, prima di concentrarsi su analisi tecnica di materie prime, cambi valutari e criptovalute.

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