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Se ex Ilva chiude Italia perde 3,5 mld di Pil (-0,2%). Dati Svimez

Da:
Fabio Carbone
Pubblicato: Nov 6, 2019, 08:54 UTC

Se l'ex Ilva dovesse chiudere, l'Italia perderebbe 3,5 mld di Pil (-0,2%). I dati sono di Svimez che ne ha valutato l'impatto economico interno.

ex ilva

Svimez (Associazione per lo sviluppo dell’industria nel Mezzogiorno) si è domandata quale potrebbe essere, da un punto di vista economico, l’effetto della chiusura definitiva dell’ex Ilva che in Italia conta tre impianti, di cui il principale come noto è a Taranto.

Ebbene la perdita in termini di Pil è stata calcolata in -3,5 miliardi di euro annui, ovvero lo 0,2% del Pil italiano. Una vera bomba economica, oltre che una “bomba sociale” come l’hanno oggettivamente definita i sindacati.

I dati Svimez sulla chiusura dell’Ilva ci dicono che si ridurrebbero gli investimenti fissi lordi di un miliardo (-0,3% sul piano nazionale), che i consumi delle famiglie si contrarrebbero dello 0,1% e cioè -1,4 miliardi di euro di spese.

Anche l’export verso l’estero ne risentirebbe, dal momento che l’Italia è vero che importa le materie prime per produrre l’acciaio, ma i prodotti finiti li esporta per la loro alta qualità: -2,2 miliardi di euro dall’export e cioè -0,4%. Di conseguenza saremmo costretti a importare dall’estero l’acciaio, l’import aumenterebbe di 0,7 miliardi di euro e cioè +0,15%. E l’acciaio importato costerà di più rispetto a quello prodotto in Italia, rendendoci ancora più dipendenti dall’estero di quanto non lo siamo già oggi.

Rapporto Svimez su chiusura ex Ilva: Impatto annuo sul Pil nel dettaglio

“Considerando gli effetti diretti, indiretti e indotti”, la perdita di Pil è di 3,5 miliardi di euro sul piano nazionale, di cui 2,6 miliardi di euro concentrati nella sola regione Puglia” e i restanti 0,9 miliardi nel Centro-Nord.

Questo quanto scrive Svimez stimando l’eventuale impatto economico negativo in caso di chiusura dell’ex Ilva.

E mentre l’impatto negativo sul Pil potrebbe essere del -0,2%, sul Pil del Mezzogiorno esso sarebbe del -0,7%. Il rapporto non ci dice quale l’impatto sul Pil della Puglia e ancora più nello specifico sul Pil di Taranto, ma è facile immaginare.

L’effetto sulle famiglie

La contrazione dei consumi sarebbe significativa, perché Svimez fa notare che l’occupazione impegnata da Ilva (non solo a Taranto) è di circa 10mila addetti (di cui l’80% a Taranto), a cui si aggiungono “3mila dipendenti nell’indotto e altri 3mila addetti legati all’economia attivata dall’azienda”. Nell’indotto lavorano molte aziende che forniscono servizi e consulenze, ma vi sono anche aziende siderurgiche che si ‘alimentano dell’acciaio Ilva’ per produrre manufatti industriali destinati ad altri settori industriali italiani e stranieri.

In totale 15mila persone si potrebbero ritrovare senza un lavoro e senza salario.

Gli effetti del mancato investimento di Arcelor Mittal Investco

Non solo l’esistente, Svimez calcola anche quanto costerà all’Italia il mancato investimento da 2,4 miliardi di euro previsti dal piano industriale nell’arco temporale 2019 – 2023.

La perdita per il Paese si attesterà sull’1,1% del Pil italiano, mentre la perdita per il Pil del Sud Italia sarà del 3,7%.

Il piano industriale realizzato nella sua totalità avrebbe creato circa 51mila posti di lavoro, di cui 41mila solo in Puglia.

Da considerare, inoltre, che nell’impianto Ilva di Taranto non vi lavorano solo pugliesi ma anche persone provenienti dalle regioni limitrofe e in particolare dalla Basilicata.

L’Italia sempre più un paese ricattabile?

Alitalia, ex Ilva, Whirlpool, Pernigotti, e tante altre criticità industriali italiane che hanno tutte una firma estera.

L’Italia è sempre più un paese ricattabile? Una domanda da porsi e che richiede una riflessione, perché il ricatto in alcuni casi appare come palese nei confronti del governo italiano e come effetto diretto sugli italiani.

A causa degli effetti della potenziale chiusura dell’ex Ilva sul Pil italiano (-0,2%), inoltre, il governo non se lo può permettere o altrimenti rischierebbe di dover ridisegnare la manovra economica 2020 per adattarla al mutato scenario interno.

Il breve studio non ci dice molto circa gli effetti sociali, ma si desumono.

Sull'Autore

Writer freelance dal 2013 ha studiato informatica e filosofia ed anche un pizzico di sociologia. Nel 2016 ha scoperto la crypto economy e da allora scrive di blockchain e criptovalute, per approfondire un movimento che non è fatto solo di esperti matematici e crittografi, ma di gente che genera una nuova economia dal basso.

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