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Crisi stabilimento Whirlpool Napoli. Luigi di Maio: ‘Lo Stato si farà rispettare’

Da:
Fabio Carbone
Pubblicato: Jun 5, 2019, 09:14 UTC

Crisi stabilimento Whirlpool Napoli. Il ministro del Lavoro e vicepremier Luigi di Maio ha affermato che : ‘Lo Stato si farà rispettare’, ci sono degli accordi già presi.

Whirlpool Napoli

Sarebbero volate parole forti ed anche offensive durante il tavolo di contrattazione aperto al Mise per discutere della crisi dello stabilimento Whirlpool di Napoli.

Secondo quanto riferisce l’Agenzia di stampa Ansa.it, il ministro del Lavoro e vicepremier Luigi Di Maio avrebbe detto alla Whirlpool che: “Lo stato si farà rispettare. Si sono firmati accordi ben precisi, state creando un precedente gravissimo”.

Il ministro sarebbe stato anche più esplicito con i dirigenti Whirlpool dicendo che non si prende per i fondelli lo stato italiano. “Non con me, non con questo governo”.

La risposta di Luigi La Murgia, amministratore delegato di Whirlpool sarebbe stata meno colorita e più diplomatica: “Non vogliamo chiudere ma individuare soluzioni per garantire posti di lavoro sostenibili a lungo tempo. Oggi una soluzione non l’abbiamo”.

Il tavolo è stato aggiornato alla prossima settimana per dare tempo all’azienda di valutare soluzioni alternative alla chiusura dello stabilimento Whirlpool di Napoli.

Gli aiuti di Stato incassati da Whirlpool

Dal 2014 ad oggi Whirlpool ha ottenuto 24 milioni di euro di aiuti dallo Stato italiano per rilanciare i propri stabilimenti. Ma secondo Di Maio sono 50 milioni di euro.

Giusto ad ottobre 2018, la Whirlpool aveva firmato un piano di rilancio della produzione in Italia, che comprendeva anche lo stabilimento di Napoli e quello di Carinaro. Whirlpool aveva promesso 250 milioni di investimenti, di cui 17 milioni negli stabilimenti campani.

La multinazionale dovrebbe ricevere altri fondi dallo stato, ha affermato Di Maio, 15 milioni sono imminenti ma non verrebbero più erogati se Whirlpool chiuderà lo stabilimento partenopeo.

Di Maio considera non credibili i dirigenti Whirlpool Italia

Secondo quanto riferisce Il Mattino.it, il ministro del Lavoro Di Maio avrebbe detto chiaro e tondo ai dirigenti di Whirlpool Italia di non considerarli attendibili e di voler parlare direttamente con la società madre statunitense.

Il perché della crisi dello stabilimento Whirlpool di Napoli

Lo stabilimento Whirlpool Napoli è storico, ex Indesit, è rimasto l’unico stabilimento di elettrodomestici della città.

Più volte salvato dalla chiusura, gli operai lavorano con contratti di solidarietà inferiori ai mille euro. Per salvare lo stabilimento, la Whirlpool aveva spostato la produzione dei pezzi prodotti nello stabilimento di Comunanza nelle Marche a quello partenopeo.

Anche questo piano, a quanto pare, dimostra di non garantire la sostenibilità dello storico impianto produttore di elettrodomestici.

La situazione si è aggravata per fattori non legati agli operai o al contesto locale, ma dovuti agli effetti di economia globale scatenati dalla guerra commerciale USA – Cina e i dazi imposti dall’India.

Gli USA impongono dazi ai prodotti importati dal resto del mondo, motivo che spinge i consumatori finali statunitensi a privilegiare l’acquisto di elettrodomestici made in USA ovviamente più economici.

Il cambio di rotta con il nuovo amministratore delegato

Il cambio di rotta, riporta il Corriere della Sera, sarebbe avvenuto dopo il cambio al vertice. Il piano da 250 milioni era stato firmato dal precedente ad Davide Castiglioni, il nuovo ad La Morgia, in accordo con il presidente Whirlpool Gilles Morel, avrebbero deciso per la chiusura definitiva dello stabilimento di Napoli.

Il timore dei sindacati è che il nuovo cambio di rotta non riguarderà solo l’impianto di Napoli, ma ben presto anche quello di Siena.

Il patto da 250 milioni

Dietro il patto da 250 milioni di investimenti, ha riferito ai giornalisti Di Maio, c’è l’impegno della Whirlpool a spostare commesse di lavoro dalla Polonia all’Italia.

Insomma, non più lavoro, ma meno lavoro per qualcuno per darne a qualcun altro.

Sull'Autore

Writer freelance dal 2013 ha studiato informatica e filosofia ed anche un pizzico di sociologia. Nel 2016 ha scoperto la crypto economy e da allora scrive di blockchain e criptovalute, per approfondire un movimento che non è fatto solo di esperti matematici e crittografi, ma di gente che genera una nuova economia dal basso.

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