Il cambio euro dollaro (EUR/USD) si ritrova ancora in equilibrio precario su 1,0 e continua a specchiarsi nell'abisso dei minimi pluriennali.
Il cambio euro dollaro non è riuscito a riportarsi al rialzo nel corso dell’ultima settimana e si è anzi spinto sotto il livello di parità a 1,0.
A pesare particolarmente, oltre all’inflazione galoppante e al lockdown in Cina che minano le possibilità di ripresa dell’economia dell’UE, c’è soprattutto il rialzo eccessivo del gas naturale, causato dalla guerra in Ucraina.
I rischi per l’approvvigionamento energetico dell’Eurozona sono sotto gli occhi di tutti i Governi e i piani di razionamento, oltre a minacciare la solidità politica e sociale di tutti i Paesi dell’Area (o meglio, di chi ce l’ha), rischiano di non essere assolutamente sufficienti a risolvere il problema.
Intanto, oggi al momento della scrittura, il cambio euro dollaro si trova pericolosamente a quota 0,9888
Il cambio euro dollaro si ritrova dunque ancora al di sotto del livello di pareggio e le manovre di uscita non sono state in grado di garantire un rialzo duraturo.
La tendenza pare ancora indirizzata verso un nuovo test dei minimi pluriennali dal Dicembre 2002, identificati a quota 0,9860. Un ribasso ancor più ampio potrebbe portare il cambio euro dollaro all’ultimo livello di Fibonacci di 0,9650, prima di un disastroso break-out.
L’equilibrio è dunque molto precario: il mercato, che dapprima non sembrava volersi rassegnare all’idea di un’inversione dei rapporti tra le due valute, adesso sta guardando attentamente ai livelli sotto 1,0.
Il rischio è quello di un definitivo cedimento in grado di riportare il cambio euro dollaro verso nuovi minimi, in un contesto in cui l’UE rischia di diventare ancora più dipendente economicamente dalle commodities statunitensi.
Mi viene in mente, in questi giorni di contrattazioni sul filo del rasoio, l’abusata massima del filosofo tedesco Friedrich Nietzsche: “Quando guardi troppo a lungo nell’abisso, allora anche l’abisso guarderà in te“.
Mi pare che l’attuale contesto di breve termine del cambio euro dollaro possa riassumersi proprio in questa maniera, con il livello di 1,0 che rappresenta il trampolino verso un oceano plumbeo da cui il cambio euro dollaro potrebbe non riemergere così presto.
Concentrandoci invece sullo scenario rialzista, in caso di rimbalzo inatteso sopra il livello di 1,01, il cambio euro dollaro conquisterebbe una resistenza/supporto molto solida.
Per scongiurare i cali sopra citati occorrerebbe però un rialzo più lungo e sostenuto, ad esempio verso le resistenze successive di 1,025 e 1,03. Nel breve termine, quest’ipotesi appare forse eccessivamente ottimistica.
Il calendario economico di oggi vede protagonisti i dati PMI (di S&P) dell’Eurozona, Italia inclusa, e le vendite al dettaglio dell’Eurozona.
Nessun dato di rilievo invece per gli USA, che saranno però protagonisti delle giornate successive, a partire proprio da domani con i loro dati PMI, che potranno influire sul cambio euro dollaro.
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Alberto Ferrante è un editorialista finanziario specializzato in mercati valutari, materie prime e criptovalute. Dopo aver completato gli studi in economia, ha iniziato a scrivere per diverse testate, approfondendo temi legati ai mercati internazionali. Dal 2018 collabora con FX Empire, inizialmente curando una rubrica sulle analisi premarket in Europa. Nel tempo, il suo focus si è ampliato all’analisi tecnica dei principali asset finanziari, con particolare attenzione alle dinamiche dei cambi valutari, delle materie prime e delle criptovalute.Come Managing Editor di FX Empire Italia, monitora da vicino l’evoluzione dei mercati, combinando un approccio tecnico con l’analisi macroeconomica per offrire agli investitori una visione chiara e approfondita delle tendenze globali.