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Coinbase. Barclays non è più la banca dell’exchange

Da:
Fabio Carbone
Aggiornato: Aug 14, 2019, 07:51 UTC

L'exchange Coinbase perde Barclays, non è più la banca dell’exchange di criptovalute nel Regno Unito. Disagi per i pagamenti in GBP. ClearBank il nuovo partner?

Coinbase. Barclays non è più la banca dell’exchange

Grossa grana per Coinbase l’exchange delle criptovalute di San Francisco, secondo quanto riportato dal Coindesk.com, che cita fonti vicine all’azienda californiana, l’exchange avrebbe perso il partner bancario europeo Barclays.

Un partner strategico importante, perché Barclays consentiva i pagamenti veloci tra gli USA e il Regno Unito in particolare, favorendo i clienti utilizzatori della sterlina come valuta di acquisto delle criptovalute.

Grazie a Barclays, infatti, Coinbase poteva usufruire del Faster payments scheme (FPS) con cui i depositi e i prelievi in pound britannici avvenivano in poco tempo, mentre ora le transazioni richiederanno giorni prima di essere processate.

Il servizio Coinbase, è giusto precisarlo, funziona regolarmente senza alcuna interruzione. I disagi maggiori saranno percepiti dai clienti del Regno Unito, i maggiori utilizzatori di GBP per comprare criptomoneta sul servizio di scambio statunitense.

La nuova partnership con ClearBank

Coinbase ha già stipulato un accordo commerciale con la ClearBank, banca del Regno Unito concepita nel 2014 come banca tecnologicamente avanzata e basata su piattaforma IT in linea con lo standard ISO 20022.

La banca non lavora con i clienti consumer, ma si rivolge solo ad aziende regolamentate del settore finanziario, per offrire loro servizi avanzati.

Ma ci vorrà ora un po’ di tempo prima che tutto torni alla normalità. Bisognerà infatti dare il tempo alle due società finanziarie di connettere tra loro i sistemi informatici e di renderli pienamente operativi. Secondo Coindesk.com, tutto tornerà alla normalità entro la fine del quarto trimestre del 2019.

Coinbase e Barclays, perché si sono lasciati

L’accordo commerciale Coinbase – Barclays avvenuto solo nel 2018 era stato accolto con le fanfare, l’exchange aveva ottenuto importanti licenze per operare nello UK ed era la prima azienda del settore crypto a poter accedere al sistema di pagamenti veloci FPS.

A quanto pare Barclays, che in un primo momento si era mostrata molto interessata a espandersi nel settore criptovalute facendo affari con società del settore già avviate, è tornata sui suoi passi.

Barclays avrebbe assunto un atteggiamento piuttosto freddo nei confronti dei clienti crypto. Un cambio di impostazione che ha richiesto il cambio di rotta preannunciato da Coinbase il 24 luglio scorso ma senza fornire dettagli su quanto stava avvenendo.

Coinbase e ClearBank: un rapporto che nasce difficile da gestire

Secondo la ricostruzione di Coindesk.com, ClearBank avrebbe imposto dei paletti stringenti a Coinbase volti a garantire la massima trasparenza delle transazioni economiche che avverranno sulla sua piattaforma interbancaria.

I clienti UK non potranno più fare acquisti di zcash, data la sua natura di criptovaluta completamente anonima. Fattore che comporterebbe rischi di non conformità secondo ClearBank con le normative vigenti nel Regno Unito.

Nessuna delle aziende ha confermato o commentato i cambiamenti in corso, riporta Coindesk.

Le conseguenze per i clienti UK

Coinbase nel breve periodo rischia di perdere una parte dei clienti UK e volumi di scambio tra GBP e criptovalute.

Nel lungo post del 24 luglio l’exchange suggerisce le alternative possibili come i bonifici SWIFT, che sono nettamente più lenti e più costosi del sistema inglese FPS.

Per evitare la fuga dei clienti, Coinbase riduce le commissioni di trading per i residenti UK dall’1 agosto al 15 agosto 2019, ma questo basterà a tenere buoni e tranquilli i trader professionisti di Coinbase Pro?

Sull'Autore

Writer freelance dal 2013 ha studiato informatica e filosofia ed anche un pizzico di sociologia. Nel 2016 ha scoperto la crypto economy e da allora scrive di blockchain e criptovalute, per approfondire un movimento che non è fatto solo di esperti matematici e crittografi, ma di gente che genera una nuova economia dal basso.

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