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Sai quando vendere un titolo? Perché non basta saperlo comprare

Da:
Fabio Carbone
Aggiornato: Nov 15, 2023, 11:36 UTC

Sai quando vendere un titolo? Scopri perché non basta saperlo comprare, ma è vitale conoscere il momento giusto per incassare il guadagno.

Sai quando vendere un titolo

In questo articolo:

Gran parte delle discussioni riguardo all’acquisto di azioni, obbligazioni, ETF e in generale asset finanziari, si concentrano sul “momento giusto per comprare”… Ti sei mai domandato, invece, qual è il momento giusto per vendere? Sai quando vendere un titolo per evitare che lo facciano altri prima di te, azzerando il tuo guadagno?

Non basta saper comprare un titolo, bisogna sapere anche quando vendere e l’esempio che riportiamo qui sotto, messo in atto da una nota società di investimento, lo conferma in pieno.

La “lezione” di Berkshire Hathaway Inc.

Berkshire Hathaway Inc. (BRK) è conosciuta per il fatto che da decenni è gestita dall’investitore Warren Buffett, oggi ultra novantenne. Ebbene la società di investimento a un certo punto ha venduto tutte le azioni delle compagnie aeree statunitensi detenute: e non ne aveva poche!

Quando nel 2020 la pandemia si è diffusa di nazione in nazione con una rapidità sorprendente, gli economisti della Berkshire Hathaway hanno presto capito che i viaggi sarebbero stati interrotti e negli USA, molto dipendenti dai voli aerei per spostarsi da uno Stato all’altro, le compagnie aeree ne avrebbero risentito tra le prime.

Dunque per chi deteneva azioni di compagnie aeree, anche da lungo tempo, quello era il momento di venderle e di farlo rapidamente prima che altri si rendessero conto di quello che stava per piombare sull’intera umanità: il blocco totale dei viaggi.

Sappiamo oggi come stanno messe le compagnie aeree. I viaggi sono ripresi, ma si sono verificate numerose difficoltà che hanno continuato ad azzoppare il settore, ora in costante ma lenta ripresa.

Sai quando vendere un titolo? Perché non basta saperlo comprare

Proprio così, bisogna sapere quando vendere un titolo e non soltanto avere le competenze giuste per acquistarlo nel momento più appropriato.

Se costruire un buon portafoglio finanziario richiede competenze, studio, tempo da dedicare, anche saper vendere un titolo al momento giusto richiede altrettanta disciplina. La possiamo ben definire la “disciplina di vendita” di un asset finanziario.

Potrà sembrare facile capire quando è il momento di vendere le azioni di una determinata società e invece l’economia comportamentale, supportata da ricerche sul campo, dimostra che vendere è molto difficile. Non soltanto per il singolo investitore, anche per i gestori di fondi.

Superare la tendenza emotiva a non vendere

Secondo le ricerche di psicologia comportamentale applicate al settore finanziario, vendere un titolo per un investitore è emotivamente arduo. Ciò accade perché è psicologicamente complicato accettare la perdita.

Scatta nella psicologia dell’investitore un meccanismo per cui si tende a voler evitare di ridurre la perdita in atto:

  • “Il titolo si riprenderà è solo una fase passeggera”;
  • “Venderò al prossimo rialzo dei prezzi”;
  • “Non vendo, mi rifarò al prossimo ciclo economico positivo”.

Ovviamente le motivazioni psicologiche che ci spingono a non vendere possono essere anche altre. E non è detto che non siano supportate anche da analisi di investitori che supportano la nostra decisione.

Come evitare di vendere in perdita

La resistenza che molti investitori oppongono alla vendita è sovente dettata dal prezzo di acquisto. Probabilmente non hanno acquistato nel momento migliore e se ora vendessero si ritroverebbero in perdita.

A parte che è sempre possibile compensare le minusvalenze con le plusvalenze per pagare meno tasse, ma vediamo alcuni consigli che possono risultare utili per evitare di vendere in perdita.

Acquista un titolo quando è solido, ma è sottovalutato dal mercato

Nel corso del 2022 molti titoli azionari hanno perso valore a causa dello scoppio della guerra in Ucraina. Tra i titoli che hanno sofferto la caduta di valore anche quelli con fondamentali solidi. Mentre altri trovavano quello (lo scoppio della guerra) il momento adatto per vendere, per chi non aveva ancora acquistato era il momento di farlo a sconto.

Quando si acquista un titolo azionario solido a forte sconto, questi risalirà al termine della “tempesta”. Una volta tornato a livelli di prezzo che possono essere giudicati in linea con il reale valore della società, si può valutare di vendere il titolo finanziario.

La vendita non deve avvenire necessariamente quando si intuisce che sta per arrivare un “Cigno Nero”. Si può anche vendere in una fase positiva di mercato, appunto perché il titolo è stato acquistato a forte sconto durante una fase negativa dei mercati finanziari.

Non acquistare quando lo fanno gli altri: durante la fase “hype”

Gli inglesi usano la parola “hype” per indicare quando un determinato argomento è sulla bocca di tutti. Quando il clamore suscitato scatena l’interesse di un pubblico più vasto.

Ecco, questo per l’investitore dovrebbe essere il momento opportuno per vendere e non per comprare.

Quindi non comprare durante la fase “hype”, perché potrebbe essere correlata a una bolla che sta per scoppiare.

Prendiamo come esempio le criptovalute. Quando è stato il momento opportuno per comprare? Non certo nel 2021 sui massimi di prezzo, piuttosto alla fine del 2022 sui minimi intorno ai 15mila -16mila dollari USA. Nel momento in cui scriviamo, infatti, il prezzo di un BTC è tornato a 35.800 USD.

Dopo un raddoppio del prezzo rispetto ai minimi è giunto il momento di vendere? Bisogna valutare in base al tipo di asset class e nello specifico le prospettive del titolo che si possiede analizzando il contesto.

Per fare ciò serve molta conoscenza del settore. Infatti, come afferma Peter Lynch è consigliabile investire soltanto su ciò che si conosce.

Il ruolo delle notizie nelle nostre decisioni di vendita dei titoli

Passiamo ora a un altro aspetto che influisce sulle decisioni di investimento degli azionisti, ovvero le notizie che vengono pubblicate dalle agenzie di stampa e dai quotidiani economici e generalisti.

I mercati finanziari dipendono dalle informazioni. Chi ha conoscenze “batte il mercato” si dice, ed è vero. Nei fatti quando una notizia viene pubblicata significa che un determinato evento è già accaduto, cioè è già parte del passato. Anche se è stata appena pubblicata l’informazione, si riferisce a qualcosa di accaduto o comunque in fase di svolgimento.

Bisogna comprendere che l’intero settore finanziario lavora cercando di anticipare le notizie o le fughe di notizie. Nella gran parte dei casi, quindi, le “breaking news” finanziarie sono già state prezzate e possiamo soltanto correre ai ripari.

Sai quando vendere un titolo? L’approccio corretto

In ultima analisi, per capire quando vendere un titolo quotato in Borsa è importante lasciarsi guidare dalle valutazioni.

Bisogna cioè alleggerire il portafoglio da quei titoli che hanno reso di più (e farlo in anticipo quando il mercato è tranquillamente in salita) e aggiungere quei titoli dai fondamentali solidi che in una determinata fase di mercato sono proposti a prezzi scontati rispetto al loro reale valore.

Concludendo

Saper acquistare un titolo finanziario (azioni, obbligazioni, ETF, ecc.) non basta, è importante anche sapere quando vendere un titolo quotato nei mercati finanziari.

Il momento giusto per vendere non è quello dettato dalle notizie pubblicate sui siti di informazione, il momento più opportuno è quando si è raggiunto un buon livello di guadagno.

Vendere in perdita, inoltre, è molto difficile per tutti i tipi di investitori. Per evitare di dover vendere in perdita è necessario acquistare i titoli solidi durante le fasi di forte sconto (ad esempio al termine di un “Cigno Nero”). Acquistando a forte sconto si eviterà di dover vendere in perdita e si potrà invece trovare il momento più opportuno per incassare il rendimento sull’investimento.

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Sull'Autore

Writer freelance dal 2013 ha studiato informatica e filosofia ed anche un pizzico di sociologia. Nel 2016 ha scoperto la crypto economy e da allora scrive di blockchain e criptovalute, per approfondire un movimento che non è fatto solo di esperti matematici e crittografi, ma di gente che genera una nuova economia dal basso.

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