Rischio di calo della domanda se l'economia rallentasse. L'OPEC+ dovrebbe ritardare i piani per pompare più petrolio oppure accettare prezzi più bassi.
I prezzi del petrolio greggio WTI, quotato in dollari al Nymex,si stanno avviando a concludere la quarta sessione consecutiva di recupero consecutiva a partire dai minimi raggiunti lunedì scorso, in fase di accelerazione ribassista, a quota 71.67. Quando sono le 18:32 di venerdì 9 agosto, il contratto future Light Crude Oil con consegna 09/24 viene passato di mano in prossimità dei massimi di giornata, con un guadagno del +0.96% a quota 76.92.
Il grafico a candele settimanali evidenzia a colpo d’occhio la portata del recupero che sale da lunedì, con dimensioni complessive del +7.41% misurate sui massimi odierni. Il dato tecnico essenziale è la formazione di livelli di supporto validi per le prossime 5-10 sedute a quota 74.00/74.20 e quota 72.40/72.60.
Tali livelli costituiranno punti di probabile ripresa del rialzo in caso di nuovi arretramenti, almeno fino alla terza settimana di agosto. Le aspettative sono di consolidamento del mercato sopra i supporti, in funzione di un allargamento del recupero fino all’attuale resistenza principale di medio periodo passante per 80.60/80.80. Tale scenario verrebbe annullato solo in presenza di rilevazioni inferiori a 72.40, che imporrebbero una revisione al quadro tecnico.
Secondo quanto riporta una ricerca pubblicata oggi da Reuters, è necessario che la crescita della domanda globale di petrolio acceleri nei prossimi mesi, o il mercato non riuscirà ad assorbire l’aumento dell’offerta di petrolio previsto dall’OPEC+ a partire da ottobre.
La crescita della domanda di petrolio nei primi sette mesi dell’anno da parte dei principali consumatori, Stati Uniti e Cina, ha deluso le aspettative, ed è stato aggravato dal brusco sell-off globale di azioni e obbligazioni verificatosi questa settimana. Se l’economia rallentasse ulteriormente, la crescita della domanda di petrolio diminuirebbe di pari passo.
L’OPEC+ dovrà quindi, con ogni probabilità, ritardare i piani per pompare più petrolio oppure accettare prezzi più bassi in cambio di una maggiore offerta. “Nelle attuali circostanze, ove è evidente un rischio significativo di recessione, è improbabile che l’OPEC+ proceda con gli aumenti previsti per ottobre”, ha dichiarato Gary Ross, CEO di Black Gold Investors e veterano dell’OPEC.
Il prezzo del petrolio è sceso sotto gli 80 dollari al barile nel mese di agosto – meno di quanto la maggior parte dei membri dell’OPEC+, ovvero l’Organizzazione dei Paesi Esportatori di Petrolio e i suoi alleati come la Russia, necessitino per pareggiare i loro bilanci. “La domanda di petrolio ha sicuramente un rischio di ribasso”, ha dichiarato Neil Atkinson, un analista indipendente che in precedenza ha lavorato presso l’Agenzia Internazionale dell’Energia.
Su grafico a barre da 30 minuti possiamo vedere come il recupero sia attualmente sorretto da livelli di supporto di brevissimo periodo relativamente vicini ai valori attuali. Il primo è situato a 76.52/57 e il principale a 76.19/23.
Ci aspettiamo, fra stanotte e la seduta di lunedì prossimo 12 agosto, un riavvicinamento provvisorio dei valori ai supporti seguito dalla ripartenza del rialzo con obiettivo a 77.45. Segnaliamo la presenza di una resistenza di rilievo a quota 77.60.65, che costituisce il principale ostacolo attualmente visibile sulla strada per l’estensione fino a 78.15/18.
Lo scenario descritto verrebbe annullato solo in caso di violazione del supporto principale, mediante una chiusura su grafico a 30 minuti inferiore a 76.19. Il segnale tecnico è long sfruttando ogni eventuale riavvicinamento ai supporti, in ogni caso da rilevazioni non superiori a 76.67.
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