Il petrolio greggio WTI supera i 62 dollari e il gas naturale arretra oltre i 3,30 dollari, guardando al supporto tondo e minimo relativo di 3 dollari.
Il prezzo del petrolio greggio WTI ha segnato una lieve ripresa, sufficiente però a riportare la materia prima sopra quota 62 dollari al barile. La fascia laterale non è ancora stata abbandonata e nuovi arretramenti potrebbero verificarsi già in giornata. Quantomeno, sembra essersi smorzata la pressione bearish che mirava a un crollo sotto i 60 dollari al barile.
Il gas naturale sta invece arretrando ulteriormente e ha infranto il supporto intermedio di 3,30$. Questo target, che coincideva con l’EMA a 200 giorni, rappresentava l’unica linea di difesa di rilievo priam dell’obiettivo tondo e psicologico di 3 dollari.
Intanto, oggi al momento della scrittura, il prezzo del petrolio greggio WTI segna 62,04 dollari al barile e il gas naturale passa di mano a 3,137 dollari.
Il prezzo del petrolio greggio WTI si mantiene in un territorio laterale, scambiando al di sopra della soglia dei 62 dollari al barile. L’analisi tecnica suggerisce un potenziale movimento verso il prossimo target intermedio individuato a 63,5 dollari al barile.
Proprio su questo livello si concentra una resistenza di maggiore rilevanza. Il comportamento del WTI in questa fascia sarà cruciale: un superamento deciso potrebbe agevolare l’estensione del rally, puntando a obiettivi più ambiziosi, mentre un mancato breakout potrebbe innescare nuovi ritracciamenti correttivi.
Nell’immediato, tuttavia, il WTI è chiamato a confermare la spinta rialzista mostrata nell’apertura settimanale. Segnali di potenziale indebolimento potrebbero manifestarsi già nell’area compresa tra 62,5 e 62,8 dollari al barile. Una discesa o consolidamento sotto quota 62 dollari, invece, confermerebbero le difficoltà del greggio WTI ad allontanarsi dalla fase laterale in cui è rientrato a seguito del sell-off osservato all’inizio di Aprile.
Diversamente dal petrolio greggio, le previsioni per il gas naturale vanno aggiornate con nuove prospettive ribassiste sul supporto tondo di 3 dollari. Con il crollo sotto l’EMA a 200 giorni, infatti, ulteriori arretramenti fino ai supporti di 3,179 e 3,035 dollari (minimi di aprile) si fanno più plausibili.
A penalizzare la materia prima ci pensa una domanda totale domestica negli USA in calo, rispetto all’incremento della produzione. Le esportazioni di gas naturale liquefatto (GNL) si sono invece mantenute stabili.
Un definitivo crollo sotto il supporto di 3 dollari tondi potrebbe rispedire il prezzo del gas naturale in area di ipervenduto dopo un mese di forti arretramenti.
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Alberto Ferrante è un editorialista finanziario specializzato in mercati valutari, materie prime e criptovalute. Dopo aver completato gli studi in economia, ha iniziato a scrivere per diverse testate, approfondendo temi legati ai mercati internazionali. Dal 2018 collabora con FX Empire, inizialmente curando una rubrica sulle analisi premarket in Europa. Nel tempo, il suo focus si è ampliato all’analisi tecnica dei principali asset finanziari, con particolare attenzione alle dinamiche dei cambi valutari, delle materie prime e delle criptovalute.Come Managing Editor di FX Empire Italia, monitora da vicino l’evoluzione dei mercati, combinando un approccio tecnico con l’analisi macroeconomica per offrire agli investitori una visione chiara e approfondita delle tendenze globali.