Il prezzo del petrolio greggio WTI arretra fin sotto i 70 dollari a causa dei timori per la decisione dell'OPEC+, mentre il gas naturale scivola sui 2,03 dollari e testa questo supporto.
Il prezzo del petrolio greggio WTI ha subito un ampio ribasso, del -4% circa, scivolando sotto i 70 dollari al barile, a causa del nervosismo dei mercati internazionali. Anche il gas naturale è arretrato sui 2,3 dollari, mantenendo quantomeno il supporto principale.
Allo scenario attuale, il prezzo delle due commodities si mostra nettamente ribassista: il petrolio greggio WTI dovrà tentare di recuperare i 70 dollari e riportarsi sui 72 dollari almeno, mentre il gas naturale potrebbe essere attratto dal precedente pivot di 2,25, arretrando ancora.
Precisamente, oggi al momento della scrittura, il petrolio greggio WTI segna esattamente 69,24 dollari al barile, mentre il gas naturale passa di mano a quota 2,306 dollari.
Il prezzo del petrolio greggio WTI è stato fortemente colpito dai timori del mercato relativi alla prossima riunione dei Paesi OPEC+, che potrebbero non tagliare l’output come suggerito recentemente da un Ministro Saudita. A ciò si aggiungono i dubbi sull’esito del voto del Congresso USA sul tetto del debito per scongiurare il default.
Per queste ragioni, il prezzo è scivolato dai 74 dollari di ieri (che potevano rappresentare un solido trampolino per tornare sopra i 75 dollari al barile) fin sotto il supporto di 70 dollari.
Il break-out ribassista dai 70 dollari non si è ancora realizzato del tutto, considerando che il ritorno verso i 68 e 66,5 dollari rappresenterebbe probabilmente la destinazione finale del downtrend attuale.
Per sventare questa “minaccia” per i traders rialzisti, il petrolio greggio dovrebbe tentare questa settimana di ritrovare i 70 dollari ed estendersi almeno fino ai 72 dollari. Quest’ultimo valore, ricordiamo, rappresenta il limite inferiore dell’area di lateralità su cui il prezzo si è mosso fino a ieri.
Per raggiungere questo scenario di ripresa, potrebbe essere necessario un rimbalzo partendo dai 68 o 69 dollari attuali.
Il prezzo del gas naturale, invece, dovrà tentare di mantenersi almeno sopra il supporto di 2,03, per evitare uno scivolone sul pivot di 2,25$ e, da lì, verso l’area sotto i 2,2 dollari.
Il ritorno a questa banda di prezzo (2-2,2$) comporterebbe una possibile nuova stagnazione del gas naturale, che per diverso tempo è rimasto schiacciato proprio sul supporto tondo di 2 dollari.
Per evitare questo scenario e la sottintesa inversione di tendenza di breve termine, il gas naturale dovrà mostrare una rinnovata spinta rialzista almeno fino al ritorno a 2,4$.
Da qui, si potrebbe tornare a guardare alla resistenza intermedia più interessante, quella posta a 2,5$. Ritengo però che un break-out oltre questo valore non sia al momento sostenuto dal contesto di mercato.
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Alberto Ferrante è un editorialista finanziario specializzato in mercati valutari, materie prime e criptovalute. Dopo aver completato gli studi in economia, ha iniziato a scrivere per diverse testate, approfondendo temi legati ai mercati internazionali. Dal 2018 collabora con FX Empire, inizialmente curando una rubrica sulle analisi premarket in Europa. Nel tempo, il suo focus si è ampliato all’analisi tecnica dei principali asset finanziari, con particolare attenzione alle dinamiche dei cambi valutari, delle materie prime e delle criptovalute.Come Managing Editor di FX Empire Italia, monitora da vicino l’evoluzione dei mercati, combinando un approccio tecnico con l’analisi macroeconomica per offrire agli investitori una visione chiara e approfondita delle tendenze globali.