Il prezzo del petrolio greggio WTI perde nuovamente quota, dopo un'apertura settimanale in rialzo a causa dei dazi di Trump. Il gas si mantiene sui 3,25 dollari, ma presto potrebbe scivolare al ribasso.
Il prezzo del petrolio greggio WTI ha subito una rapida correzione in seguito al rialzo di inizio settimana, ieri. La commodity non è riuscita a conservare la spinta rialzista e ha perso quota sul supporto principale di 72 dollari al barile, già testato a più riprese.
Il gas naturale, invece, ha subito una contrazione minore ma si è mantenuto su un livello di supporto ancora solido a 3,25 dollari. L’arretramento potrebbe però proseguire con target finale a 3 dollari tondi.
Precisamente, oggi al momento della scrittura, il petrolio greggio WTI segna 72,06 dollari al barile e il gas naturale passa di mano a 3,241 dollari.
Per il petrolio greggio WTI, l’orientamento rimane ribassista e si evince una difficoltà a riportarsi stabilmente sopra il target di 73,5 dollari, che ha rappresentato per lungo tempo il primo supporto intermedio nel precedente microtrend rialzista.
Adesso, oltre il supporto di 72 dollari, i livelli successivi si trovano direttamente a 70,6 e 69,4 dollari al barile. Un calo sotto i 70 dollari tondi potrebbe accelerare i ribassi per riportare il gas naturale sui recenti minimi relativi segnati nei primi dieci giorni di Dicembre, tra i 68 e i 67,5 dollari.
Per contrastare la pressione di vendita, il gas naturale dovrà tentare di superare in maniera convincente le resistenze più prossime a 72,8 e 73,5 dollari, così da spingersi nella fascia di prezzo immediatamente sotto i 75 dollari al barile. Quest’ultimo target continua a rappresentare l’obiettivo rialzista principale di brevissimo termine.
Il prezzo del gas naturale si muove con cautela e potrebbe presto scivolare ampiamente sotto il target di 3,25 dollari. In tal caso, gli obiettivi successivi si troverebbero a 3,165 e 3 dollari tondi.
Per scongiurare uno scenario di ritorno in pieno territorio ribassista, il gas naturale dovrà cercare di mantenersi sopra il target attuale di 3,240 dollari, in cui giace l’EMA a 50 giorni. Mantenendo questa linea di supporto, l’obiettivo successivo andrebbe individuato a 3,322 dollari, allineato all’EMA a 200 giorni giorni.
Rialzi più ampi, oltre i 3,35 dollari, significherebbero l’inizio di una spinta rialzista volta al ritorno sopra i 3,5 dollari. L’attuale incertezza del mercato, alimentata anche dai dazi di Trump, non pare però suggerire uno scenario tanto roseo per il gas naturale.
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Dopo la laurea in Economia Aziendale a Catania inizia a scrivere per diverse testate, prevalentemente di cultura, tecnologia ed economia. Con stretto riferimento alla collaborazione con FX Empire, iniziata nell’Aprile del 2018, ha curato una rubrica su analisi di premarket in Europa, prima di concentrarsi su analisi tecnica di materie prime, cambi valutari e criptovalute.