Il prezzo del petrolio greggio WTI viene scambiato in territorio ribassista, verso il supporto di 82 dollari. Il gas naturale, invece, tenta di evitare ulteriori arretramenti.
Il prezzo del petrolio greggio WTI non è riuscito a imporsi nuiovamente sopra la resistenza di 85 dollari, ma ha al contrario perso quota in maniera graduale fino a testare anche il supporto a 82 dollari.
Il gas naturale, invece, sta allontanandosi dai massimi ed è in fase di stabilizzazione tra i 3,3 e i 3,35 dollari. Ulteriori arretramenti potrebbero portare al test del supporto intermedio di 3,2 dollari già in settimana, ma mi attendo con maggior probabilità un consolidamento sui valori attuali.
Intanto, oggi al momento della scrittura il petrolio greggio WTI segna 83 dollari al barile, mentre il gas naturale passa di mano a 3,342 dollari.
Il prezzo del petrolio greggio WTI ha segnato un discreto calo rispetto alla scorsa chiusura settimanale sopra gli 85 dollari al barile. Senza riuscire a mantenere il supporto, il prezzo è infatti scivolato fino ai minimi relativi di 82 dollari al barile per poi riprendere quota in lieve rialzo (+0,9% al momento della scrittura) fino alla resistenza di 83 dollari.
Su questo livello tecnico potrebbe concentrarsi la pressione dei ribassisti per evitare un rimbalzo rialzista. Se però il petrolio greggio dovesse ricevere la spinta sufficiente, non stupirebbe un ampio allungo verso quota 83,8 e poi 84,5 dollari al barile. Da qui, la resistenza successiva sarebbe quella intermedia di 85 dollari al barile, sui massimi settimanali da cui è partito il ritracciamento.
Un’estensione o escalation del già duro conflitto in Medio Oriente potrebbe causare un’ulteriore impennata del petrolio greggio, soprattutto se le tensioni dovessero estendersi verso altre regioni. Il target rialzista principale, in tal senso, si trova a 90 dollari al barile.
Per il prezzo del gas naturale, l’attuale appiattimento delle quotazioni potrebbe suggerire un proseguimento dei ribassi fino al target di 3,3 dollari almeno. Oltre questo livello, potrebbe scattare un più ampio arretramento oppure, al contrario, si potrebbe assistere a un tentativo di consolidamento per evitare nuovi cali.
Quel che è chiaro è che un qualsiasi ribasso verso i 3,2 e 3 dollari segnerebbe l’annullamento degli ultimi rialzi e il ritorno in un territorio molto delicato, non lontano dall’area di stagnazione tra i 2,2 e i 2,8 dollari, in cui il prezzo del gas naturale ha stazionato a lungo.
L’obiettivo dei rialzisti dovrebbe essere quello di limitare i ribassi e al contrario tentare di riprendere quota partendo dal supporto di 3,35 dollari.
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Alberto Ferrante è un editorialista finanziario specializzato in mercati valutari, materie prime e criptovalute. Dopo aver completato gli studi in economia, ha iniziato a scrivere per diverse testate, approfondendo temi legati ai mercati internazionali. Dal 2018 collabora con FX Empire, inizialmente curando una rubrica sulle analisi premarket in Europa. Nel tempo, il suo focus si è ampliato all’analisi tecnica dei principali asset finanziari, con particolare attenzione alle dinamiche dei cambi valutari, delle materie prime e delle criptovalute.Come Managing Editor di FX Empire Italia, monitora da vicino l’evoluzione dei mercati, combinando un approccio tecnico con l’analisi macroeconomica per offrire agli investitori una visione chiara e approfondita delle tendenze globali.