Il petrolio greggio WTI e il gas naturale ripartono in calo, con il petrolio dentro un'area laterale già ben nota e il gas sotto i 3,20 dollari.
Il prezzo del petrolio greggio WTI ha terminato anche la scorsa settimana in netto calo, del -3% circa a quota 68 dollari tondi. La chiusura weekly ha testimoniato una volta di più la forte debolezza della commodity, costretta in un’area laterale di stagnazione che fa da anticamera ai minimi relativi.
Il gas naturale, invece, aveva ripreso quota in misura moderata dopo un primo calo causato dal test della resistenza principale a 3,5 dollari. La materia prima si trova ancora in pieno territorio rialzista e nel corso del mese di Dicembre potrebbe riuscire a ritestare i suoi massimi relativi. Tuttavia, i ritracciamenti in corso potrebbero estendersi sui 3 dollari tondi e guastare lo scenario tecnico.
Intanto, oggi al momento della scrittura, il petrolio greggio WTI segna 68,34 dollari al barile e il gas naturale passa di mano a 3,17 dollari, in calo.
Il prezzo del petrolio greggio WTI ha sfiorato il supporto di 68 dollari al barile e ripartirà adesso in bilico tra l’area laterale e la fascia di prezzo sui minimi relativi a 66,6 dollari al barile.
Nuovi arretramenti potrebbero infatti causare una definitiva rottura del supporto a 68 dollari per spingere la commodity giù fino ai target di 67,4, 66,8 e 66,6 dollari al barile, se non oltre.
Tutti i riferimenti tecnici più spiccatamente rialzisti si trovano invece abbondantemente sopra i 70 dollari al barile, ma l’andamento tecnico di brevissimo termine non pare suggerire ampi rally rialzisti.
Già un ritorno sulla resistenza di 70 dollari appare poco plausibile, vista la forte pressione ribassista su questa soglia di prezzo. Anche nel caso in cui la commodity dovesse riuscire a imporsi sopra questo valore, l’EMA a 50 giorni e quella a 200 giorni si trovano rispettivamente a 70,44 e a 74,61 dollari.
Per l’orizzonte settimanale, ritengo dunque che il petrolio greggio possa aspirare tutt’al più a un ritorno (e a una conseguente stabilizzazione) sui 70/70,5 dollari al barile.
Per il prezzo del gas naturale, invece, le previsioni rimangono moderatamente rialziste. Un ritorno sui precedenti livelli di 3,28 e 3,33 dollari potrebbe garantire il proseguimento di una fase di costruzione rialzista, volta a ritentare il test della resistenza principale.
Su questo specifico livello di prezzo, individuabile a 3,50 dollari, si è concentrata una forte pressione ribassista che ha aperto la strada a primi veri ritracciamenti da un mese a questa parte (condotti il 22 e il 26 Novembre).
Per questa ragione, il gas naturale potrebbe tentare adesso un’accumulazione più ponderata, volta al raggiungimento del target di 3,50 dollari a partire dai livelli precedenti di 3,42 e 3,48 dollari.
Lo scenario ribassista proseguirebbe invece con un calo sotto al livello tondo e psicologico di 3 dollari, che dovrebbe riuscire a frenare gli arretramenti. Un break-out ribassista aggraverebbe il contesto tecnico e imporrebbe un’inversione di tendenza.
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Dopo la laurea in Economia Aziendale a Catania inizia a scrivere per diverse testate, prevalentemente di cultura, tecnologia ed economia. Con stretto riferimento alla collaborazione con FX Empire, iniziata nell’Aprile del 2018, ha curato una rubrica su analisi di premarket in Europa, prima di concentrarsi su analisi tecnica di materie prime, cambi valutari e criptovalute.