Il prezzo del petrolio greggio WTI viene scambiato in fase laterale, mentre il gas ha ritracciato, ma continua a guardare al rialzo verso e oltre 2,8$.
Il prezzo del petrolio greggio WTI ha continuato a muoversi sospinto da una volatilità accentuata intorno al livello tecnico di 70 dollari al barile, ma è riuscito a mantenersi sopra questo livello. Il gas naturale, invece, ha iniziato la settimana in discreto ribasso, riportandosi fin sotto quota 2,7 dollari.
Per il gas naturale, questo ritracciamento non rappresenta un serio allontanamento dallo scenario più spiccatamente rialzista, ma potrebbe comunque offrire uno stimolo per innescare ulteriori ribassi.
Il petrolio greggio, invece, potrebbe semplicemente continuare a muoversi in fase laterale intorno ai 70 dollari, senza una direzione ben precisa.
Intanto, oggi al momento della scrittura, il petrolio greggio WTI segna esattamente quota 70,12 dollari al barile, mentre il gas naturale passa di mano a 2,7 dollari.
Mancano solidi stimoli rialzisti a sostegno dei movimenti di breve termine del petrolio greggio WTI. Dopo l’ultimo downtrend, il prezzo si è infatti fermato non lontano dai minimi relativi di 66 dollari, per poi prendere a muoversi in fase laterale.
Per questa settimana, non mi attendo particolari scossoni rialzisti, considerata la solita resistenza posizionata a quota 72 dollari al barile. Il petrolio greggio potrebbe però quantomeno tentare l’approccio di questo valore, passando prima per le resistenze intermedie di 71,2 e 71,5 dollari al barile.
Lo scenario ribassista contempla invece un ritorno al target di 68,5 dollari, da cui potrebbe avviarsi in qualsiasi momento un pericoloso break-out ribassista.
Il prezzo del gas naturale, invece, continua a scivolare verso nuovi supporti intermedi, producendo un arretramento che ha già infranto quota 2,7 dollari.
Adesso, le possibilità di nuovi ribassi si fanno più concrete, sebbene al momento il gas non abbia ritracciato in maniera eccessiva.
Iniziando però proprio dallo scenario ribassista, indubbiamente un proseguimento verso e oltre il supporto intermedio di 2,65 potrebbe accelerare il downtrend e agevolare un calo verso i minimi relativi di 2,5 dollari, toccati l’ultima volta il 21 Giugno. Ribassi più ampi, oltre questo valore, riporterebbero con tutta probabilità il gas naturale verso l’area di stagnazione tra i 2 e i 2,2 dollari.
Tuttavia, non credo che anche i ribassi più violenti possano riuscire a infrangere tante linee di supporto nel breve/brevissimo termine. Con il gas naturale ancora in rialzo del +25% su base mensile, appare evidente che il trend sia cambiato già da diverse settimane a questa parte.
Per questa ragione, considero più verosimile l’ipotesi rialzista di un ritorno ai massimi relativi sopra 2,8 dollari, da cui il prezzo del gas naturale potrà tentare un nuovo accumulo verso gli ambiziosi 3 dollari.
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Alberto Ferrante è un editorialista finanziario specializzato in mercati valutari, materie prime e criptovalute. Dopo aver completato gli studi in economia, ha iniziato a scrivere per diverse testate, approfondendo temi legati ai mercati internazionali. Dal 2018 collabora con FX Empire, inizialmente curando una rubrica sulle analisi premarket in Europa. Nel tempo, il suo focus si è ampliato all’analisi tecnica dei principali asset finanziari, con particolare attenzione alle dinamiche dei cambi valutari, delle materie prime e delle criptovalute.Come Managing Editor di FX Empire Italia, monitora da vicino l’evoluzione dei mercati, combinando un approccio tecnico con l’analisi macroeconomica per offrire agli investitori una visione chiara e approfondita delle tendenze globali.