Il Petrolio WTI scende sotto i 59,50 $, con le tensioni geopolitiche che cercano di limitare il ribasso nelle prime ore europee di martedì.
Il prezzo del Petrolio WTI si indebolisce nelle prime ore della sessione europea di martedì, scendendo sotto i 59,50 $ al barile e mantenendo un’impostazione ribassista nel breve termine. La pressione sul prezzo deriva principalmente dal ritorno della domanda di dollaro statunitense, che tende a pesare sull’Oro nero. In un contesto di volatilità contenuta, gli operatori attendono ora i nuovi dati sulle scorte dell’API (American Petroleum Institute), attesi in giornata, per valutare la reale dinamica dell’offerta statunitense.
Il quadro fondamentale resta inclinato al ribasso, alimentato da prospettive globali meno favorevoli per la domanda e dall’idea, sempre più diffusa tra gli investitori, che l’equilibrio tra offerta e consumo potrebbe tornare a deteriorarsi nei prossimi mesi. Tuttavia, esistono elementi capaci di contenere un’ulteriore accelerazione delle vendite sul Petrolio WTI, impedendo un indebolimento troppo marcato nel breve periodo.
Tra questi, i rischi geopolitici mantengono un ruolo determinante. I recenti attacchi ucraini alle infrastrutture energetiche russe hanno temporaneamente interrotto le operazioni nel porto di Novorossijsk, uno snodo strategico per le esportazioni di greggio di Mosca. Sebbene l’attività sia ripresa, la vulnerabilità della rete logistica russa resta un fattore che i mercati considerano con attenzione. Ogni ulteriore escalation potrebbe ridurre l’offerta nel breve termine, opponendosi alle spinte ribassiste.
Un altro elemento di stabilizzazione proviene dall’ultima decisione dell’OPEC, che ha scelto di mantenere invariati i livelli produttivi nel primo trimestre del 2026. La pausa nelle espansioni produttive arriva dopo diversi mesi in cui alcuni membri del cartello avevano aumentato l’output per cercare di conquistare quote di mercato. Il passo indietro riflette la consapevolezza, all’interno del gruppo, dei rischi legati a un possibile surplus globale. La decisione contribuisce così a evitare pressioni eccessive sull’Oro nero, almeno nel breve periodo.
Al momento della scrittura il prezzo dell’Oro nero quota 59,36 $, in rialzo settimanale dell’1,38% e con i tori che sembrano stiano perdendo forza dopo essersi avvicinato al livello annuale dei 60,01 $. Gli orsi attendono prima una chiusura sotto i 59 $ prima di prendere posizioni, con il Petrolio WTI che potrà raggiungere prima il livello chiave dei 58 $ e successivamente il livello annuale die 56,75 $.
Al rialzo, una chiusura sopra i 59,50 $ potrebbe aiutare i tori a poter raggiungere e tentare di superare il livello annuale die 60,01 $, che potrebbe di conseguenza spingere l’Oro nero verso il livello chiave dei 61 $.
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Consulente Finanziario Indipendente, laureato in Scienze Economiche e specializzato in Corporate Finance e Value Investing. Esperto in analisi tecno-grafica e fondamentale dei mercati, supporta gli investitori nel raggiungimento dei loro obiettivi finanziari attraverso una sana pianificazione basata sul valore reale dell'economia.