Il cambio euro dollaro estende le perdite e si riporta sotto 1,1750, mentre il sentiment delle imprese tedesche peggiora.
Il prezzo dell’euro dollaro estende il suo calo per il secondo giorno consecutivo, attestandosi sotto quota 1,1750 dopo aver toccato un massimo intraday a 1,1819. La debolezza del fiber è attribuibile soprattutto ai deludenti dati sul clima imprenditoriale in Germania, mentre il dollaro statunitense si rafforza grazie al suo ruolo di valuta rifugio e al supporto di dati macroeconomici migliori delle attese.
Dal punto di vista macroeconomico, in mattinata è stato pubblicato l’indice IFO tedesco, che ha registrato un peggioramento a settembre, confermando le difficoltà strutturali dell’economia europea. Il dato è sceso a 87,7, contro gli 89,0 del mese precedente e ben al di sotto delle attese fissate a 89,3. Sul fronte statunitense, i dati preliminari sugli indici PMI hanno confermato un rallentamento moderato dell’attività economica. L’indice dei servizi è sceso a 53,9 da 54,5, mentre quello manifatturiero è calato a 52 da 53. Sebbene i numeri abbiano mostrato un leggero indebolimento, restano comunque in territorio espansivo, fornendo un sostegno implicito al dollaro statunitense.
Sul fronte prettamente fondamentale, Il presidente della Federal Reserve, Jerome Powell, ha ribadito martedì che la Banca Centrale si trova in una posizione difficile: da un lato deve contrastare l’inflazione persistente, dall’altro deve evitare di aggravare la debolezza del mercato del lavoro. Powell ha descritto la decisione sui tassi come un equilibrio delicato, sottolineando che ulteriori tagli non sono garantiti.
Nonostante le sue parole caute, i mercati continuano a prezzare la probabilità di nuovi tagli entro la fine dell’anno. Questo scenario ha generato volatilità nel fiber, con l’EURO incapace di sfruttare appieno il momentaneo indebolimento del biglietto verde successivo al discorso del presidente della FED.
Al momento della scrittura il prezzo del fiber quota 1,1735, in calo dello 0,67% ed in pieno tentativo di pullback che lo ha riportato al di sotto del livello annuale di 1,1759. In questo scenario gli orsi sembrano pronti a riprendere il controllo: una chiusura sotto 1,1730 aprirebbe infatti la strada a nuove pressioni ribassiste con target iniziale a 1,1700, per poi puntare al livello annuale di 1,1655.
Sul fronte opposto, un falso pullback potrebbe favorire il ritorno dei tori, intenzionati a riconquistare il livello psicologico 1,1800, unico ostacolo di rilievo prima della resistenza posta a 1,1850.
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Consulente Finanziario Indipendente, laureato in Scienze Economiche e specializzato in Corporate Finance e Value Investing. Esperto in analisi tecno-grafica e fondamentale dei mercati, supporta gli investitori nel raggiungimento dei loro obiettivi finanziari attraverso una sana pianificazione basata sul valore reale dell'economia.