Euro Dollaro (EUR/USD), Previsioni: Su Nuovi Minimi Sotto 1,06 Dopo Inflazione USA

Il cambio euro dollaro (EUR/USD) continua a muoversi in territorio fortemente ribassista e ha già superato anche i minimi citati ieri, di Ottobre e Novembre 2023.

Con il calo in questione, il cambio euro dollaro si immerge sempre più in area di ipervenduto, rendendo al contempo più probabile un rimbalzo rialzista causato dalle ondate di acquisti sui minimi.

Intanto, oggi al momento della scrittura, il cambio euro dollaro segna esattamente 1,0549, estendendo i suoi ribassi a fronte di un indice del dollaro USA ancora sui massimi plurimensili, a 106,5 punti.

Previsioni sul cambio euro dollaro

A favorire un ulteriore rialzo dell’indice del dollaro USA (con conseguente impatto sul cambio euro dollaro, già in forte difficoltà) è stato il report sull’inflazione negli Stati Uniti. I dati hanno mostrato un incremento dell’indicatore dal precedente 2,4% di Settembre fino a quota 2,6% a Ottobre.

Il dato inflattivo era in linea con le attese degli analisti, ma conferma le possibili divergenze tra Fed e BCE, con quest’ultima già allineata verso una politica apparentemente più dovish.

Per il momento, l’impatto dell’incremento dell’inflazione non si è fatto attendere e il cambio euro dollaro è scivolato su nuovi minimi. Ulteriori ribassi potrebbero ora mirare verso il target, anche psicologico, di 1,05 tondi. Su questa soglia di prezzo il cambio euro dollaro potrebbe finalmente arrestare la sua discesa e iniziare a riprendere quota.

L’eventuale rimbalzo causato dalle ondate di acquisti in area di ipervenduto potrebbe virtualmente coprire anche le resistenze di 1,075 e 1,08. Tuttavia, considerando il contesto chiaramente ribassista per il cambio euro dollaro, ritengo più saggio fissare a 1,07/1,075 il principale obiettivo rialzista di breve termine.

Dopo l’eventuale raggiungimento di questa soglia, il cambio euro dollaro potrebbe finalmente consolidare in vista di tempi migliori.

Il calendario economico di oggi

Il calendario economico di oggi parte con la produzione industriale, la variazione dell’occupazione e la crescita del PIL nell’Eurozona. Stiamo parlando di tre dati macro assolutamente rilevanti, che tuttavia in questo scenario catalizzato dall’effetto Trump potrebbero non raccogliere il consueto interesse.

Dagli USA, attenzione invece all’aggiornamento sulle richieste iniziali di sussidi di disoccupazione e sull’indice dei prezzi alla produzione.

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