Euro Dollaro (EUR/USD), Previsioni: Ritorno sui Massimi Mensili, Target 1,18 in Vista

Il cambio euro dollaro si muove in prossimità del target chiave di 1,18, principale obiettivo rialzista di breve termine. Sebbene ci troviamo sui massimi mensili, il livello tondo non è stato ancora testato con decisione, segnalando una fase di attesa e cautela da parte degli operatori.

Per un superamento convincente di 1,18, sarà necessaria una spinta direzionale più marcata, sostenuta da volumi e catalizzatori macroeconomici. In assenza di tale impulso, un test fallito potrebbe innescare ritracciamenti tecnici verso i supporti di 1,1720 e 1,1680, zone di equilibrio che hanno già mostrato capacità di contenimento nelle settimane precedenti.

Intanto, oggi al momento della scrittura, il cambio euro dollaro si muove a quota 1,1778 e l’indice del dollaro USA segna 96,805$.

Previsioni sul cambio euro dollaro

Il cambio euro dollaro potrebbe ancora intraprendere una fase di accumulazione strategica, finalizzata al superamento del target chiave di 1,18 e, potenzialmente, all’estensione verso livelli superiori. Tuttavia, come già evidenziato, il percorso si presenta tutt’altro che agevole, con il mercato che mostra segnali di cautela e volatilità contenuta.

Un movimento sostenuto tra 1,1790 e 1,1795 potrebbe fungere da trigger operativo, segnalando agli operatori l’imminenza di un test diretto del livello psicologico di 1,18. In caso di rottura confermata, il breakout potrebbe estendersi verso i successivi obiettivi tecnici posti a 1,1820 e 1,1835, zone che rappresentano potenziali punti di resistenza dinamica.

Nel caso in cui il cambio euro dollaro subisca un arretramento tecnico dovuto a prese di profitto, sarà fondamentale monitorare i principali livelli di supporto. Le soglie di 1,1720, 1,1700 e 1,1680 rappresentano aree di contenimento strategiche, già testate in precedenti fasi di consolidamento.

Il calendario economico di oggi

Il calendario economico di oggi parte con l’indice ZEW del Sentiment Economico nell’Eurozona e in Germania, a cui farà seguito la produzione industriale dell’Eurozona.

Attenzione poi alle vendite al dettaglio e alla produzione industriale negli Stati Uniti.

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