Il cambio euro dollaro si appresta forse a inaugurare una nuova stagione rialzista, sfruttando la divergenza tra la politica monetaria che pare ampliarsi dopo l'inflazione USA.
Il cambio euro dollaro (EUR/USD) potrebbe finalmente aver raggiunto il suo primo obiettivo di breve/medio termine, con il realizzarsi della condizione principale di cui avevamo trattato a più riprese: il netto manifestarsi di divergenze di politica monetaria.
Come ormai noto, gli ultimi dati statunitensi sull’andamento dell’inflazione hanno spinto al rialzo il cambio euro dollaro perché hanno suggerito la possibilità di un allentamento della politica hawkish della Federal Reserve.
Adesso, invece, potrebbe essere proprio la BCE ad annunciare un nuovo incremento dei tassi di altri 50 punti base (mentre si ipotizza un rialzo di 25 punti da parte della Fed, visto il raffreddamento dell’inflazione) sostenendo così il rialzo del cambio euro dollaro.
Intanto, oggi al momento della scrittura, il Fiber passa di mano esattamente a quota 1,10613.
Nonostante la presenza di dati macro senz’altro interessanti, la chiusura del cambio euro dollaro questa settimana pare ormai diretta verso l’area compresa tra 1,105 e 1,1075, l’ultimo massimo sfiorato nelle scorse ore.
Un ulteriore rialzo potrebbe eventualmente portare il cambio euro dollaro a testare già la resistenza successiva di 1,11 e persino quella a 1,1150.
Rialzi più ampi, in assenza di un consolidamento volto a valutare attentamente le prossime mosse delle banche centrali, mi sembrano difficili da ipotizzare.
Se i dati macro (ne dubito) dovessero contribuire a far invertire la tendenza attuale, gli occhi sarebbero puntati sul fresco supporto di 1,10, che dovrà evitare più ampi ritracciamenti. Precisamente, l’EMA a 50 giorni a 1,09373 potrebbe offrire un riferimento tecnico prezioso per i ribassisti.
Il calendario economico di oggi ha visto il tasso d’inflazione francese segnare un aumento lievemente superiore alle attese (dello 0,1% in più) e nel pomeriggio presenterà diversi dati statunitensi.
Su tutti, attenzione alle vendite al dettaglio, ai prezzi su importazioni ed esportazioni, e alla produzione industriale aggiornata.
Sono tutti market movers di buon livello, ma con l’attenzione catalizzata dalle banche centrali non credo che questi dati potranno influire particolarmente sul cambio euro dollaro.
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Alberto Ferrante è un editorialista finanziario specializzato in mercati valutari, materie prime e criptovalute. Dopo aver completato gli studi in economia, ha iniziato a scrivere per diverse testate, approfondendo temi legati ai mercati internazionali. Dal 2018 collabora con FX Empire, inizialmente curando una rubrica sulle analisi premarket in Europa. Nel tempo, il suo focus si è ampliato all’analisi tecnica dei principali asset finanziari, con particolare attenzione alle dinamiche dei cambi valutari, delle materie prime e delle criptovalute.Come Managing Editor di FX Empire Italia, monitora da vicino l’evoluzione dei mercati, combinando un approccio tecnico con l’analisi macroeconomica per offrire agli investitori una visione chiara e approfondita delle tendenze globali.