Pubblicita'
Pubblicita'

Investire nel 2024: dove trovare le azioni migliori e come?

Da:
Fabio Carbone
Aggiornato: Nov 29, 2023, 14:11 GMT+00:00

Investire nel 2024, ecco dove e come trovare le azioni migliori grazie a utili indicazioni relative alle criticità e opportunità che ritroveremo il prossimo anno.

Investire nel 2024

In questo articolo:

Ci siamo, il 2024 è alle porte e da tempo abbiamo incassato plusvalenze e minusvalenze per il 2023. Ma investire nel 2024 cosa comporterà per i nostri portafogli finanziari? Cosa ci dobbiamo attendere dal 2024, una recessione, una fase deflattiva o un tracollo improvviso della Cina non più capace di nascondere i debiti contratti negli ultimi decenni per sostenere la sua crescita?

I crucci per gli investitori sono tanti. I tassi di interesse, l’inflazione e ancora le guerre regionali che incidono sulle materie prime e sulle catene di approvvigionamento. Cerchiamo di analizzare i vari aspetti e di capire in quale comparto industriale trovare le azioni migliori per investire nel 2024 al meglio.

Investire in azioni nel 2024: di cosa tenere conto?

Partiamo dalle criticità che continueranno ad accompagnarci anche nel 2024 ricapitolandole in breve, ma senza fare i profeti di sventura che serve soltanto agli speculatori per fare ottimi guadagni nel trading intraday.

All’investitore di medio-lungo periodo serve comprendere gli scenari con un orizzonte molto più ampio di ciò che accadrà tra pochi mesi e anni.

Tassi di interesse: più alti a lungo

Nel discorso di fine 2023 al Parlamento Europeo, la presidente della Banca centrale europea (BCE) Christine Lagarde non ha menzionato un orizzonte temporale entro cui si inizierà a parlare di riduzione degli attuali tassi di interesse.

Ciò significa che, come più volte fatto presente dai banchieri centrali, i tassi resteranno elevati più a lungo e potrebbero non scendere prima della fine del 2024 – inizi del 2025. Ma non sarà un calo rapido.

I fattori geopolitici

La guerra tra Ucraina e Russia appare congelata dal duro inverno e superata dalle tensioni in Medio Oriente, tuttavia è lì con tutte le sue incognite e con il suo strappo netto tra la Russia e l’Occidente.

I drammatici fatti del 7 ottobre che hanno insanguinato Israele hanno portato il Medio Oriente in una situazione di crisi diplomatica seria. Ricordiamo che in quell’angolo di mondo si produce una parte rilevante del petrolio e del gas naturale mondiale.

Inflazione

I fattori geopolitici incidono sul prezzo del petrolio e di molte altre materie prime. Quando le commodities aumentano di prezzo ne consegue un’onda lunga sui prezzi dei beni e servizi finali.

Anche i problemi alle catene di fornitura causano picchi di prezzo per scarsità dei beni.

I due fattori appena ricordati li abbiamo constatati nel corso del 2021 e del 2022.

Vi è poi la transizione energetica per affrancarsi dalle fonti fossili. Mentre appare come non rinviabile un cambio di rotta, dall’altra stiamo scoprendo che la transizione energetica non è indolore per il nostro conto in banca. Una ulteriore prova giunge dal primo volo transatlantico (di prova) col 100% di biocarburante operato dalla Virgin Atlantic. Il costo del biocarburante SAF rispetto al cherosene classico costa 2 – 3 volte di più.

Anche la mobilità elettrica è controversa e costerà di più agli acquirenti.

Dove portano tutte queste considerazioni? A una prospettiva d’inflazione che resterà più elevata e a lungo, anche se qualcuno nel 2024 dovesse parlare di deflazione in atto. Sul lungo periodo i costi, a nostro avviso, saliranno più degli ultimi due decenni che abbiamo alle spalle.

La Cina: che incognita

Non possiamo tralasciare la Cina. Il problema della Cina è il forte indebitamento del suo sistema. Per sostenere la sua crescita elevata sono stati contratti debiti mostruosi da vari operatori. Lo abbiamo visto a partire da fine 2021 con il settore immobiliare cinese.

Ma ora sono anche le cosiddette “banche ombra” cinesi che hanno finanziato l’immobiliare cinese a entrare in crisi. Zhongzhi, tra i maggiori gestori patrimoniali cinesi, ha comunicato ai suoi investitori di aver trovato un ammanco nei conti da 33 miliardi di euro.

Meglio sottopesare per un po’ la Cina, in attesa di un consolidamento degli interventi statali.

Investire nel 2024: le caratteristiche delle azioni da acquistare

Dunque investire nel 2024 deve tenere conto di vari fattori, in particolare se s’intende acquistare azioni. E quali dovrebbero essere le caratteristiche che una società quotata in Borsa dovrebbe possedere?

In linea di principio è opportuno guardare a quei titoli che presentano:

  • elevato ritorno ROE (Return on equity);
  • un indebitamento con le banche e gli obbligazionisti basso o contenuto;
  • utili poco volatili.

In riferimento al debito delle società bisognerà tenere conto del fatto che nei prossimi anni le società che hanno emesso obbligazioni dovranno pagare cedole agli obbligazionisti più elevate rispetto agli anni scorsi.

Occhio quindi alle valutazioni periodiche delle agenzie di rating sul debito delle società quotate che abbiamo o che metteremo in portafoglio prossimamente.

Di contro, titoli azionari con queste caratteristiche di alta qualità sono anche quelle più comprate e quindi quelle più costose sui mercati azionari.

Di qui nasce l’esigenza di mediare tra sicurezza e guadagno. Per ottenere quest’ultimo bisognerà accettare un rischio maggiore.

Investire sulle società a piccola capitalizzazione

Investire sulle società a piccola capitalizzazione fa paura a molti. Il timore è che possano subire forti svalutazioni nel giro di breve tempo. Spesso, poi, le società a cui tali titoli sono legate hanno obblighi normativi più snelli ed è per questo più difficile valutarle correttamente.

Più in generale le small cap hanno risentito molto dei tassi di interesse elevati e dei venti contrari che negli ultimi anni hanno soffiato sull’economia.

Tuttavia il loro forte sconto attuale potrebbe risultare una opportunità di acquisto rilevante se scelte con cura. Le small cap devono essere bene inserite nei settori industriali di riferimento e produrre prodotti innovativi che possano battere la concorrenza e attrarre clienti sul lungo periodo.

A caccia di cicli brevi

Esiste una categoria eterogenea di titoli sensibili ai cicli brevi di ripresa dell’economia. In particolare il paniere dei titoli short cycle comprende quelli che seguono l’andamento dei dati dell’indice Pmi (Purchasing Manager Index) a livello nazionale o di continente.

Ma rientrano in questa classificazione anche gruppi di titoli legati a un tema specifico che improvvisamente si accende o si riaccende per via di un rilevante evento. Questo è stato il caso, ad esempio, del tema di investimento della sicurezza informatica agli inizi della guerra russo-ucraina.

Oppure dell’eolico e del fotovoltaico nel corso del 2022 per sopperire agli ammanchi di gas naturale e alla necessità di abbandonare le fonti fossili.

Questi sono trend di brevissimo respiro che si possono cavalcare sapendo che bisogna scendere dal treno prima che deragli.

Sicurezza nazionale, catene di approvvigionamento, tecnologia

Pandemia e tensioni geopolitiche hanno dato un duro colpo alla teoria delle catene di approvvigionamento lunghe. In scenari politici dove prevale il ricorso alle armi, in scenari di emergenza sanitaria grave, le lunghe catene di approvvigionamento soffrono o si bloccano.

Dunque ci si potrà focalizzare su quelle aziende che stanno favorendo l’intermodalità tra supply chain lunghe e corte, o di back-up.

La questione della sicurezza nazionale nel mondo Occidentale è tornata prepotente. Non si può disinvestire troppo sguarnendo il fianco è invece necessario restare vigili. Lo prova la scelta del governo italiano di aumentare nei prossimi anni il numerico delle Forze Armate.

E in conclusione la tecnologia. I semiconduttori sono alla base di molte delle moderne infrastrutture. Ne hanno bisogno le ferrovie, i centri di produzione dell’energia, gli aeroporti, le reti di comunicazione, internet.

Se sei interessato al mondo delle valute straniere, non perdere la guida “G10 FX: come investire nelle 10 valute più scambiate al mondo”.

Sull'Autore

Writer freelance dal 2013 ha studiato informatica e filosofia ed anche un pizzico di sociologia. Nel 2016 ha scoperto la crypto economy e da allora scrive di blockchain e criptovalute, per approfondire un movimento che non è fatto solo di esperti matematici e crittografi, ma di gente che genera una nuova economia dal basso.

Hai trovato utile questo articolo?

Pubblicita'