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Cos’è la curva di rendimento inversa e perché fa così paura?

Da:
Fabio Carbone
Aggiornato: Mar 28, 2019, 14:54 UTC

Guida alla curva di rendimento inversa, ecco perché fa così paura la curva di resa invertita. Analisi completa e come salvare il capitale per evitarla.

mercati wall street

I segnali di una economia che cominciava a rallentare sono disponibili già dalla fine del 2017, solo che allora bisognava andarseli a cercare e in pochi ne parlavano se non gli addetti ai lavori.

Già a dicembre 2017 si parlava di curva di rendimento inversa preoccupante, perché la curva di rendimento USA si era appiattita, segno di una economia a stelle e strisce in contrazione. Se allora i rischi recessivi erano considerati comunque bassi, ma da tenere sotto osservazione, i dati sull’inversione della curva dei rendimenti di pochi giorni fa, non fanno più dormire sonni tranquilli agli investitori.

Questa guida vuole essere un aiuto per capire anzitutto cos’è una curva di rendimento e cosa si intende per curva di rendimento inversa, per poi fare una analisi più nel dettaglio su una probabile nuova recessione.

Potrebbe interessarti: Beige Book Federal Reserve USA.

Iniziamo dalle definizioni.

Cos’è la curva dei rendimenti

Entriamo nell’argomento spiegando anzitutto cos’è la curva dei rendimenti.

Secondo la definizione fornita da Investopedia:

“Una curva dei rendimento è una linea che traccia i tassi di interesse, in un determinato momento, di obbligazioni aventi pari qualità creditizia ma date di scadenza diverse.”

La curva di rendimento più segnalata è quella del debito del Tesoro degli USA a tre mesi, due anni, cinque anni, 10 anni e a 30 anni.

Tale curva dei rendimenti si sua anche come parametro di riferimento per analizzare i tassi ipotecari, i tassi dei prestiti bancari.

Inoltre si usa la curva dei rendimenti per prevedere i cambiamenti nella produzione e nella crescita economica.

Da qui si comprende anche la sua importanza nel valutare il futuro degli investimenti e per capire i trend finanziari su cui investire in sicurezza, o quasi.

Tre curve dei rendimenti

Abbiamo tre curve dei rendimenti:

  1. Curva di resa normale;
  2. Curva di resa invertita;
  3. Curva di resa piatta.

Curva dei rendimenti normale

Se la curva dei rendimenti è normale o inclinata verso l’alto, è indice che le rese sulle obbligazioni potrebbero continuare a salire sul lungo periodo. La curva ci sta indicando che l’economia vive una fase di espansione.

In questo scenario, gli investitori che si aspettano rendimenti obbligazionari elevati sui titoli a lunga scadenza, “stivano” i fondi nei titoli a breve termine nella speranza di acquistare obbligazioni a lungo termine successivamente per ottenere rendimenti più alti.

La strategia di investimento fa aumentare il valore dei titoli a breve termine e diminuire quelli a lungo termine.

Curva di rendimento inversa

Altro scenario è la curva di rendimento inversa, o inclinata verso il basso, che suggerisce rendimenti delle obbligazioni a lungo termine in diminuzione.

La curva di resa invertita indica uno scenario di recessione economica.

La strategia, in questo caso, è esattamente opposta a quella descritta in precedenza. Gli investitori si attendono che i rendimenti sulle obbligazioni a lungo termine scenderanno e per questo le comprano per bloccare la diminuzione dei prezzi.

Curva di rendimento piatta

Si ha una curva di resa piatta quando essa passa da una fase normale a inversa o viceversa.

In questo scenario si comprende che l’economia è in una fase di mutamento, ma anche di incertezza. Per capire lo scenario possibile, si analizzano i dati storici precedenti: se la curva viene da una periodo di normalità e procede verso il basso, c’è da attendersi recessione; se la curva procede dal basso verso l’alto, è indice di una ripresa economica in atto o potenziale.

La resa sui titoli è piatta in entrambe gli scenari perché vanno a livellarsi i prezzi sia sulle obbligazioni a lungo termine che quelle a breve termine.

 

Scopri come investire in obbligazioni italiane e straniere con la nostra guida.

Effetti della curva di rendimento inversa sull’economia

Quali sono gli effetti della curva di rendimento inversa sull’economia e sui mercati finanziari?

Questa domanda è cruciale perché l’analisi non può riguardare solo l’andamento finanziario, i titoli appartengono ad aziende che producono o forniscono servizi e questa loro attività impatta concretamente nell’economia reale: ma anche viceversa naturalmente.

Come detto quando si parla di curva di rendimento si intendono principalmente i titoli emessi dal Tesoro degli Stati Uniti d’America, emessi per sostenere il debito pubblico dei 52 stati.

Alcuni mettono in discussione il fatto che una curva di rendimento invertita sia davvero indice di una imminente inversione, perché non considera la legge della domanda e dell’offerta nei momenti in cui gli investitori cercano aggressivamente gli strumenti di debito, e di conseguenza il debitore (in questo caso gli USA) possono permettersi di abbassare il tasso di interesse sui titoli emessi.

I fattori economici, reali

Alcuni fattori economici possono essere causa di una recessione.

Negli ultimi tempi negli USA si paventa una instabilità finanziaria legata alla possibilità di una bolla immobiliare. La nuova bolla potrebbe avere conseguenze assai gravi sull’economia globale.

Secondo gli analisti di Not Stucky, le politiche monetarie accomodanti hanno sì sostenuto il valore degli immobili, ma non sarebbero riuscite a creare significativa offerta o sufficiente offerta di immobili.

Ciò sarebbe avvenuto perché il valore degli immobili si sarebbe innalzato senza tenere conto dei salari reali degli acquirenti, rimasti sostanzialmente invariati e incapaci di potersi permettere una casa. In molti alla fine hanno preferito andare in affitto e questo a detrimento della vendita di immobili… pluf.

Anche chi ha comprato, e lo ha fatto con tassi di interesse variabili quando questi erano bassi, in fase di recessione si troveranno con tassi alti e insostenibili e si ritroveranno costretti a vendere casa o a non poter pagare il mutuo… pluf.

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I precedenti storici

Le curve di resa invertite non sono state molte nella storia recente post seconda guerra mondiale. Esse si verificano quando il ciclo economico dura più del solito, come è avvenuto dopo l’espansione economica del marzo 1991, novembre 2001 e giugno 2009.

I cicli economici, dal 1956 ad oggi, transitano naturalmente da una fase espansiva ad una di contrazione della crescita per poi ritornare alla crescita. In questo ciclo le curve di resa invertite sono diventate un elemento essenziale.

La prossima recessione

Quando una recessione sta per affacciarsi, gli investitori comprano titoli di stato a lungo termine per mettersi al riparo dalle perdite dei mercati azionari, perché questi titoli garantiscono il capitale e offrono tassi di interesse più alti.

Dal 1956 a oggi, le azioni hanno raggiunto il picco massimo per sette volte dall’inizio di una inversione e il tonfo si è udito entro i 7 – 24 mesi successivi.

Secondo gli analisti la prossima curva invertita dei rendimenti è all’orizzonte. Il rallentamento del ciclo economico è evidente e lo sta diventando sempre più col passare dei mesi.

Se i timori su una probabile recessione dovessero crescere ulteriormente, è probabile che gli investitori correranno ad acquistare titoli del Tesoro a lungo termine per mettere al riparo dalle perdite i propri portafogli.

A questo punto avremo una curva dei rendimenti invertita sotto i nostri occhi.

 

Leggi la guida agli investimenti in oro e materie prime come riserva di lungo periodo.

Sull'Autore

Writer freelance dal 2013 ha studiato informatica e filosofia ed anche un pizzico di sociologia. Nel 2016 ha scoperto la crypto economy e da allora scrive di blockchain e criptovalute, per approfondire un movimento che non è fatto solo di esperti matematici e crittografi, ma di gente che genera una nuova economia dal basso.

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