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Gli indicatori economici cinesi hanno superato le stime, attenuando i timori che le tariffe USA potessero compromettere lo slancio economico. I dati di settembre e del terzo trimestre sono coincisi con l’inizio del Quarto Plenum del Partito Comunista e con il mutare delle tensioni commerciali tra USA e Cina.
Il declino del settore immobiliare cinese è rimasto un punto focale per gli investitori, dopo che il sentiment dei consumatori e la spesa hanno subito un ulteriore indebolimento in agosto. Gli analisti considerano il settore immobiliare una causa chiave del rallentamento dei consumi privati, mettendo in discussione l’obiettivo di crescita del PIL del 5% di Pechino.
I dati relativi ai prezzi delle abitazioni di settembre hanno offerto un sollievo tanto necessario al mercato. I prezzi sono diminuiti del 2,2% su base annua a settembre, dopo una flessione del 2,5% in agosto. Pur essendo rallentato il calo annuo, i dati mensili suggeriscono una pressione persistente sui prezzi nel medio-lungo termine. CN Wire ha riportato:
«I prezzi delle abitazioni in Cina a settembre sono diminuiti su base mensile in 63 su 70 città, contro 57 in agosto, e su base annua in 61 su 70 città, rispetto a 65 in agosto.»
L’Indice delle Proprietà Immobiliari del Territorio Cinese di Hang Seng è salito dello 0,75%, raggiungendo 1.343 nella sessione mattutina del 20 ottobre 2025. L’indice ha brevemente toccato un massimo di 1.344 prima di scendere a un minimo di 1.336, rispecchiando il sentiment nei confronti delle tendenze dei prezzi mensili.
Gli indicatori economici cinesi hanno segnalato un breve rallentamento dello slancio complessivo nel terzo trimestre, sebbene il rimbalzo della produzione industriale di settembre abbia offerto segnali di stabilizzazione.
La crescita del PIL è passata dal 5,2% su base annua nel secondo trimestre al 4,8% nel terzo trimestre. In particolare, le vendite al dettaglio hanno continuato a indebolirsi, aumentando del 3% su base annua a settembre dopo un incremento del 3,4% in agosto.
Tuttavia, la produzione industriale è aumentata del 6,5% su base annua, rispetto al 5,2% di agosto, segnalando una forte domanda interna ed esterna. Il rimbalzo di settembre si è allineato con l’aumento dei flussi di importazioni ed esportazioni alla fine del terzo trimestre, come evidenziato dal salto dei valori. L’incremento della produzione e della domanda esterna ha contribuito a una crescita del PIL dell’1,1% su base trimestrale nel terzo trimestre, rispecchiando lo slancio del secondo trimestre.
In modo determinante, il rialzo della domanda e della produzione ha incentivato l’occupazione, con il tasso di disoccupazione sceso dal 5,3% in agosto al 5,2% in settembre.
L’aumento della domanda esterna, il miglioramento della produttività e la diminuzione della disoccupazione potrebbero migliorare il sentiment dei consumatori. Un incremento del sentiment potrebbe favorire i consumi privati, aumentando le aspettative che Pechino raggiunga l’obiettivo del 5% di crescita del PIL.
L’Indice Hang Seng e i cambi AUD/USD hanno reagito ai dati migliori del previsto, mentre le tensioni commerciali tra USA e Cina si sono allentate.
Lunedì 20 ottobre, l’Indice Hang Seng è salito del 2,09% fino a 25.774. L’indice è sceso da un picco iniziale di 25.885 a un minimo di 25.771 a seguito della decisione della Banca Popolare Cinese di mantenere i tassi di riferimento sui prestiti e dei dati sui prezzi delle abitazioni di settembre.
Tuttavia, il PIL, la produzione industriale e le vendite al dettaglio hanno superato le previsioni, mentre la disoccupazione è inaspettatamente scesa, innescando una ripresa dai minimi di sessione.
Nei mercati dei cambi, i dati relativi alle vendite al dettaglio, alla disoccupazione e alla produzione industriale, migliori del previsto, hanno incrementato la domanda per il dollaro australiano. I cambi AUD/USD sono passati da 0,65049 a 0,65117 per poi stabilizzarsi a 0,65103, con un aumento dello 0,31% al momento della stesura.
I dati di settembre e del terzo trimestre suggeriscono che Pechino ha resistito alla tempesta della guerra commerciale con gli USA, aumentando le poste in gioco in vista dell’APEC Summit di questo mese. Domenica 19 ottobre, il presidente Trump ha confermato che incontrerà il presidente Xi durante il vertice, alimentando le speculazioni su un possibile accordo commerciale.
L’esito dei negoziati commerciali tra USA e Cina durante l’APEC Summit potrebbe rivelarsi decisivo per le azioni cinesi del continente e quelle quotate a Hong Kong. Un accordo commerciale, che includa tariffe USA più basse sulle spedizioni cinesi, potrebbe aumentare l’appetito per il rischio. Tuttavia, il mancato raggiungimento di un accordo potrebbe esporre i mercati a ulteriori ritorsioni, pesando sul sentiment.
Pur essendo l’APEC Summit l’evento principale, gli operatori dovrebbero monitorare da vicino gli aggiornamenti del Quarto Plenum cinese. Pechino potrebbe annunciare ulteriori impegni politici e gli obiettivi di crescita del PIL per i prossimi cinque anni. Misure per affrontare le problematiche del settore immobiliare e stimolare la domanda interna potrebbero incrementare la richiesta di azioni quotate a Hong Kong e nel continente.
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Bob Mason ha oltre 20 anni di esperienza nel settore finanziario, avendo lavorato in Europa e Asia per istituzioni finanziarie globali prima di concentrarsi sulla fornitura di capacità di ricerca per i clienti in Asia, principalmente focalizzati sui mercati finanziari inclusi, ma non limitati a valute, materie prime, criptovalute e mercati azionari globali.