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Yellen il falco e il dollaro

Da:
Bob Mason
Pubblicato: Jan 19, 2017, 13:47 UTC

Nella giornata di mercoledì, Yellen è intervenuta a sostenere il dollaro, sposando le previsioni del Fomc e sottolineando come sia l'occupazione sia

Yellen il falco e il dollaro

Nella giornata di mercoledì, Yellen è intervenuta a sostenere il dollaro, sposando le previsioni del Fomc e sottolineando come sia l’occupazione sia l’inflazione si stiano avvicinando agli obiettivi della Fed.

In condizioni di mercato normali, il dollaro sarebbe stato spinto in rialzo da affermazioni tanto da falco, sebbene i membri del Fomc, le cui dichiarazioni sono state sempre più frequenti nelle ultime due settimane, abbiano opinioni differenti sulle prospettive del tasso di interesse nel corso dell’anno.

Verso la chiusura della sessione di mercoledì, il rialzo del dollaro ha rallentato, forse a causa dell’andamento dell’euro che, alla stesura di questo rapporto, guadagnava lo 0,30% per raggiungere gli 1,06616$. La moneta unica europea si è apprezzata nonostante la decisione di politica monetaria della Bce e la successiva conferenza stampa, nel corso della quale verranno probabilmente poste diverse domande sul programma di acquisto di titoli. I verbali della riunione della Bce di dicembre hanno, infatti, mostrato una certa divergenza di opinioni nell’Eurotower. Tuttavia, che i mercati siano stati convinti, è tutt’altra questione.

Mentre l’indice del dollaro spot attualmente perde lo 0,27% per toccare quota 101,02, durante la sessione europea, le altre valute principali come la sterlina, il dollaro australiano e il franco svizzero, si muovono in rialzo. L’andamento positivo di queste divise riduce la preoccupazione dei mercati per il discorso di insediamento che Trump terrà nella giornata di venerdì. L’incertezza per le parole del nuovo presidente degli Stati Uniti pesa, invece, sul dollaro, nonostante i dati positivi sull’economia degli Usa pubblicati nella serata di mercoledì. L’inflazione è, infatti, risultata coerente con le aspettative, supportando un approccio più favorevole a politiche restrittive per quanto riguarda i tassi di interesse negli Stati Uniti nel corso dell’anno.

I dati macroeconomici sugli Stati Uniti che verranno pubblicati nel pomeriggio di oggi includono le richieste settimanali di sussidio di disoccupazione, le letture di dicembre sul settore immobiliare e l’indice manifatturiero della Fed di Philadelphia per il mese di gennaio.

Mentre l’indice manifatturiero dovrebbe registrare una lieve flessione a gennaio, come già mostrato dall’indice dello Stato di New York, i mercati potrebbero trascurare qualsiasi dato settimanale qualora le letture del settore immobiliare dovessero essere coerenti con le aspettative se non migliori. Negli ultimi tempi, il settore immobiliare ha, infatti, rappresentato il barometro del sentimento dei consumatori, riflettendo il miglioramento del mercato del lavoro e l’incremento dei salari. Dati positivi sosterrebbero, dunque, il dollaro. Tuttavia, come si è osservato nella giornata di mercoledì, durante la settimana, l’attenzione per i dati macroeconomici è andata attenuandosi. Con il suo discorso di domani, Trump potrebbe rimettere ordine nei mercati o provocare gravi danni.

Se auspica un dollaro più debole, Trump è certamente consapevole dell’influenza che può attualmente esercitare sui mercati finanziari.

La prospettiva dell’economia degli Stati Uniti rimane certamente positiva, ma, qualora Trump dovrebbe mantenere le proprie promesse, potrebbe essere messa alla prova nei prossimi mesi. Si pensi alle dichiarazioni del presidente cinese Xi Jinping, che a Davos ha affermato la necessità di una maggiore cooperazione a favore della globalizzazione. Xi Jinping ha, inoltre, tentato di affrontare i temi di maggiore preoccupazione, dichiarandosi disposto a costruire una relazione positiva con Trump e la nuova amministrazione statunitense.

Certamente, i mercati proveranno ad andare oltre l’insediamento di Trump, sebbene possa non essere così semplice, in particolare qualora le dichiarazioni del magnate sulla forza del dollaro dovessero prospettare un presidente degli Stati Uniti che intende influire sulla politica monetaria più del suo predecessore. A tal proposito, è interessante notare che Yellen abbia sottolineato come l’amministrazione Obama, durante entrambi i mandati, non abbia praticamente giocato alcun ruolo nella politica monetaria.

Sull'Autore

Bob Masonauthor

Bob Mason ha oltre 20 anni di esperienza nel settore finanziario, avendo lavorato in Europa e Asia per istituzioni finanziarie globali prima di concentrarsi sulla fornitura di capacità di ricerca per i clienti in Asia, principalmente focalizzati sui mercati finanziari inclusi, ma non limitati a valute, materie prime, criptovalute e mercati azionari globali.

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