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Walt Disney si oppone alla registrazione di TRON negli USA. Justin Sun nei guai

Da:
Fabio Carbone
Pubblicato: Dec 22, 2019, 10:46 UTC

The Walt Disney Company si oppone alla registrazione di TRON negli USA. Justin Sun nei guai fino al collo. Forse dovrà cambiare il nome alla sua creatura decentralizzata(?).

Walt Disney

Justin Sun, fondatore della piattaforma decentralizzata(?) TRON, teoricamente dedicata all’intrattenimento on demand decentralizzato (gaming, film, ecc.), ha provato a registrare il marchio TRON negli USA, ma lo US Patent and Trademark Office (USPTO) ha rigettato la registrazione di ben tre marchi su opposizione della The Walt Disney Company (DIS).

I marchi “incriminati” sono:

  • TRON;
  • TRONNETWORK;
  • TRONIX.

Secondo la posizione della The Walt Disney Company, i tre marchi potrebbero danneggiare gli interessi commerciali e di immagine della storica compagnia d’intrattenimento in riferimento a un suo prodotto d’intrattenimento con lo stesso nome.

Sun si è difeso via Twitter ed ha spiegato che il divieto si riferisce solo a una parte dei suoi marchi in fase di registrazione, ma è chiaro che TRON è il nome principale della piattaforma stessa e questo è un grosso problema per Sun. Già, perché il rischio per il brillante imprenditore cinese è che si troverà costretto a cambiare il nome alla sua creatura per continuare a espandere il suo business.

Ed il prezzo di TRX ne ha subito risentito. Insomma un’altra grana per Sun, che a quanto pare è tra gli investitori asiatici che ha comprato l’exchange Poloniex, che a maggio del 2019 ha perso ben 1800 BTC dei suoi clienti. Poloniex, infatti, ha aperto un DEX su Tron, guarda caso.

Ma ricominciamo dall’inizio e raccontiamo tutta la storia per capire come stanno le cose.

Disney si oppone a TRON di Justin Sun

Nel febbraio del 2018 la società Raybo Technology (società di proprietà di Sun da prima che fondasse TRON), partner della TRON Foundation, presentò all’autorità USPTO la richiesta di deposito e registrazione dei tre marchi negli Stati Uniti d’America. La proposta fu pubblicata nell’aprile 2019 sul Trademark Official Gazette, riporta Decrypt. In agosto la Disney si oppose presentando le sue motivazioni all’ente di registrazione, il quale informò dell’opposizione Raybo, che, stando alle fonti di stampa, non ha risposto all’opposizione confermandola nei fatti.

Perché Disney si oppone alla registrazione di TRON negli USA?

Nell’ormai lontano 1982, Disney produsse il film Tron, uno SciFi per l’epoca avveniristico perché fu il primo a focalizzarsi sulla realtà virtuale. Il film ebbe un alto impatto e fu candidato agli Oscar nel 1983. La Disney ha poi prodotto un sequel nel 2010, TRON: Legacy, anch’esso candidato agli Oscar.

La trama di Tron, il primo film della Disney, racconta di video giochi progettati da programmatori indipendenti ma rubati da una potente società di informatica che li fece passare per suoi. Ecco, al di là delle molteplici assonanze che si possono trovare tra il progetto di Justin Sun e il film Tron (sembra proprio che Sun debba averlo visto e ci si debba essere in un certo qual modo ispirato), il nome TRON è già legato a questo film e Disney non intende avere tra i piedi una società che lo usi a proprio vantaggio.

L’altra chiave di lettura della vicenda

Perché Disney si oppone con tanta “aggressività” alla registrazione di un nome legato a un film? Solo per motivi di merchandise? O potrebbe esserci di più?

Ebbene, chi conosce TRON sa che il progetto prevede di far migrare l’intrattenimento sulla sua piattaforma decentralizzata (almeno a parole). Sun ha ricevuto enormi investimenti per sviluppare la piattaforma e ne ha a sufficienza per arrivare dove vuole, tanto da aver comprato il protocollo BitTorrent per il trasferimento di grandi quantità di dati.

Insomma, vuoi vedere che Walt Disney, che ha lanciato la sua piattaforma on demand Disney+ (disponibile anche in Italia dal 31 marzo 2020), teme Justin Sun e la sua piattaforma? Supposizione, suggestione, ma plausibile.

La guerra tra aziende dell’intrattenimento digitale è grande, perché qui si gioca una partita da migliaia di miliardi di dollari che vale il futuro.

Sull'Autore

Writer freelance dal 2013 ha studiato informatica e filosofia ed anche un pizzico di sociologia. Nel 2016 ha scoperto la crypto economy e da allora scrive di blockchain e criptovalute, per approfondire un movimento che non è fatto solo di esperti matematici e crittografi, ma di gente che genera una nuova economia dal basso.

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