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USA e Cina Trovano un Primo Accordo: Stop alla Guerra Commerciale, l’America Punta a Ridurre il suo Deficit

Da
Alberto Ferrante
Aggiornato: May 22, 2018, 09:41 GMT+00:00

USA e Cina hanno trovato un primo accordo per interrompere la loro guerra dei dazi: l'America punterà a ridurre il suo deficit commerciale attraverso un aumento delle esportazioni di prodotti agricoli ed energetici, sospendendo in cambio i dazi posti sui prodotti cinesi. Mentre la tensione si scioglie, il petrolio americano Wti e i più comuni prodotti agricoli si apprezzano.

Trump USA Cina

E’ arrivato il primo accordo: Stati Uniti d’America e Cina hanno interrotto la loro guerra dei dazi, attraverso un consenso per permettere all’America di ridurre il suo deficit commerciale. In data 19 Maggio infatti, a Washington, si sono tenute delle consultazioni tra i due Paesi, volte a trovare una soluzione in grado di coniugare da un lato l’interruzione dei dazi imposti da Trump e dall’altro l’aumento delle esportazioni americane.

Secondo l’accordo, la Cina si impegnerà ad incrementare le proprie importazioni di prodotti e servizi americani, con particolare riferimento a settori come l’agricoltura e l’energia.

La notizia è stata riportata da un comunicato della Casa Bianca e successivamente ripresa dal segretario al Tesoro americano, Steven Mnuchin, che ha dichiarato come la guerra commerciale tra le due potenze possa dirsi momentaneamente sospesa dopo l’accordo raggiunto. Parole di sollievo anche per il vice presidente Liu He, che definisce i colloqui avuti con l’America come particolarmente positivi, pragmatici, costruttivi e produttivi.

Sebbene ancora non siano stati pronunciati i numeri dell’accordo, sembrerebbe che Trump sia davvero deciso a dimezzare il suo deficit commerciale, che ammonta a circa 370 miliardi di dollari l’anno. Secondo alcune indiscrezioni, l’America punta a raddoppiare le esportazioni verso la Cina nel settore dell’energia, mentre nell’agricoltura si potrebbe registrare un aumento del 35/40%. Tuttavia, stando al parere di alcuni esperti, la capacità produttiva americana non potrà offrire più di 50 o 60 miliardi di dollari di prodotti da esportare in Cina nei prossimi due anni.

Nonostante il traguardo raggiunto, restano ancora le serie minacce di Trump su 150 miliardi di importazioni dalla Cina per violazioni di proprietà intellettuale e presunti furti di tecnologia, ma il clima sembra meno teso di quanto non fosse poche settimane fa. I due Paesi hanno infatti promesso reciproca cooperazione, in un approccio attivo volto a risolvere le loro preoccupazioni economiche e commerciali.

Così, se da un lato l’America ha riabilitato l’azienda cinese Zte dopo la grave sanzione imposta, le autorità cinesi hanno sbloccato l’acquisizione dei chip di memoria di Toshiba da parte del fondo Usa Bain Capital, e probabilmente accetteranno anche la fusione tra Qualcomm e Nxp. E’ però ancora possibile che il colosso cinese Zte debba sottostare ad altre richieste americane, prima tra tutte una sostituzione forzata della sua leadership aziendale.
Intanto, sebbene la guerra commerciale possa momentaneamente dirsi solo sospesa, il mercato delle materie prime americano ha visto nei semi di soia un guadagno superiore al 2%, superando i 10 dollari per bushel, mentre il mais ha superato la soglia dei 4 dollari per bushel. Sul fronte energetico, il petrolio americano Wti si è apprezzato sopra i 72 dollari al barile, sfiorando i massimi dal 2014, sebbene in questo caso abbia indubbiamente contribuito anche la questione iraniana.


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Il mercato cinese, anche in vista delle previsioni internazionali circa un serio aumento del fabbisogno energetico del Paese, potrebbe rivelarsi un ottimo sbocco per il petrolio americano. Ad oggi, Pechino è il maggiore importatore di greggio al mondo, con circa 9.6 milioni di barili al giorno per un totale di circa 20 miliardi di dollari. Tocca a Trump adesso puntare a un aumento della produzione, gran parte della quale già allocata, anche attraverso delle intese e dei piani di finanziamento con la Cina stessa.

 

Sull'Autore

Alberto Ferrante è un editorialista finanziario specializzato in mercati valutari, materie prime e criptovalute. Dopo aver completato gli studi in economia, ha iniziato a scrivere per diverse testate, approfondendo temi legati ai mercati internazionali. Dal 2018 collabora con FX Empire, inizialmente curando una rubrica sulle analisi premarket in Europa. Nel tempo, il suo focus si è ampliato all’analisi tecnica dei principali asset finanziari, con particolare attenzione alle dinamiche dei cambi valutari, delle materie prime e delle criptovalute.Come Managing Editor di FX Empire Italia, monitora da vicino l’evoluzione dei mercati, combinando un approccio tecnico con l’analisi macroeconomica per offrire agli investitori una visione chiara e approfondita delle tendenze globali.

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