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Unipol valuta una scissione intelligente

Da
Lorenzo Cuzzani
Aggiornato: Feb 12, 2017, 09:26 GMT+00:00

“Stiamo lavorando perché il settore bancario non dia problemi al gruppo, questo è il nostro obiettivo di minima, quindi per noi se la banca fa risultati

Unipol valuta una scissione intelligente

“Stiamo lavorando perché il settore bancario non dia problemi al gruppo, questo è il nostro obiettivo di minima, quindi per noi se la banca fa risultati come quelli di quest’anno siamo felici perché non ci crea problemi; stiamo lavorando per ridurre lo stock in tutte le forme possibili”.

 

Parole chiare e portatrici di una direzione ben precisa da parte dell’ad di Unipol Banca, Carlo Cimbri.

 

Il gruppo bolognese  appare molto attento al perfezionamento della gestione dei propri asset, con particolare attenzione all’efficientamento.

In questo quadro si inserisce l’idea di dividere il comparto bancario in due, costituendo una good bank e una bad bank che avrebbero chiaramente funzione complementare.

 

È noto come gli npl costituiscano un fardello non indifferente nella realtà italiana e Unipol non costituisce certo eccezione.

Individuare quindi un ramo bancario sano in virtù di un mangia sofferenze sarebbe un’interessante opzione alla luce di future operazioni di concentrazioni con altri istituti: scelta sensata, oltre che produttiva.

 

Qualche dato.

Il 2016 ha visto Unipol Banca registrare un risultato economico lordo positivo in crescita di ben 10,8 punti percentuali, pari a 7 milioni di euro, con un calo del 4% dei crediti deteriorati lordi dal valore di 158 milioni di euro e un valore di coverate ratio progredito fino al 45,7% per i crediti deteriorati, per il 57,5% per le sofferenze.

Si attesta al 16,1% il Cet1.

 

Una banca con simili risultati ha necessità di decidere come muoversi sul piano sofferenziale, per cui l’ad Cimbri riflette sull’esigenza di scorporo, presentando la good bank come “un una banca potenzialmente accorpabile nell’ambito dei processi di fusione che potranno venire nel mondo bancario”, ma avverte che “non abbiamo ancora discussioni con nessuno, ma stiamo preparando la banca adatta per questo tipo di strategie”.

 

 

Una simile valutazione si inserisce nell’operazione di pulizia del patrimonio finanziario in atto in Unipol, che tra l’altro, si sta occupando della vendita di un pacchetto immobiliare di più di 100 milioni di euro, coerente proprio con quell’obiettivo dichiarato di limare “l’esposizione sulla componente immobiliare, senza effetti sul conto economico del 2017”.

 

Se queste sono le premesse, sembra che i tempi saranno presto maturi per uno scorporo intelligente.

Sull'Autore

Lorenzo Cuzzanicontributor

Dopo gli studi in Giurisprudenza frequenta un corso in mercati finanziari fortemente orientato all’apprendimento del trading sul Forex. Il “Dealing on Foreign Exchange Market –FOREX-“ gli fornisce gli strumenti per iniziare il percorso di trader, ambito in cui è attivo con particolare attenzione alle medie mobili.

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