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Tria stringe un ‘patto di non belligeranza’ all’Eurogruppo: dialogo aperto

Da:
Fabio Carbone
Pubblicato: Nov 6, 2018, 10:15 UTC

Missione di pace del ministro dell'economia italiano Giovanni Tria all'Eurogruppo, dove ha strappato un patto di non belligeranza in riferimento alla manovra economica 2019.

Tria stringe un ‘patto di non belligeranza’ all’Eurogruppo: dialogo aperto

L’eurogruppo si è concentrato sull’Italia e sulla manovra economica appena inviata al Parlamento per iniziare le discussioni e l’approvazione. Ma l’Europa dei 18 paesi dell’Eurozona non approvano affatto e il ministro delle finanze francese Bruno Le Maire, spera che l’Italia “afferri la mano” tesale dalla Commissione europea; una frase che suona quasi come un ultimatum.

Eppure il ministro dell’economia Giovanni Tria sembra poter strappare all’Eurogruppo un insperato patto di non belligeranza, una fase di dialogo almeno fino al 21 novembre quando la Commissione UE comunicherà all’Italia il parere definitivo.

Eurogruppo: La manovra deve essere cambiata

Il messaggio che proviene dall’Eurogruppo è chiaro, stima e dialogo con l’Italia ma devono rivedere la legge di bilancio. Il presidente dell’Eurogruppo Mario Centeno è stato chiaro: “L’Italia deve presentare una nuova bozza di bilancio, che aspettiamo sperando che ci siano passi in linea con le regole di bilancio UE”.

Moscovici lo ha ripetuto a Tria anche durante l’incontro bilaterale: “Sono persuaso che il ministro Tria abbia compreso la necessità che l’Italia agisca nel quadro delle regole fiscali europee”.

La riforma dell’eurozona

Sullo sfondo, ma non troppo, c’è la riforma dell’eurozona su cui Parigi spinge per prendere decisioni entro la fine del 2018. La situazione italiana rischia però di far saltare il banco, in particolare con i paesi rigoristi del Nord per i quali le regole vengono prima di tutto.

Sul tema interviene anche il ministro dell’economia slovacco Peter Kazimir: “Temo che l’approccio e i passi assunti dal governo italiano stiano mettendo a rischio questi obiettivi”, dice riferendosi alla riforma.

L’Italia non intende rompere con l’UE

Il ministro Tria porta a Bruxelles un messaggio di dialogo, non c’è alcuna intenzione da parte del governo italiano di rompere i rapporti e il dialogo con l’UE.

L’Italia non ritiene di essere una minaccia per l’eurozona e lo vuole dimostrare nei fatti, ma senza cambiare la manovra finanziaria che ormai ha le tappe scandite per l’approvazione in Parlamento. Questa in sintesi la posizione portata all’Eurogruppo dal ministro dell’economia Tria: “Non c’è né scontro, né compromesso”.

Ma il compromesso forse c’è

Secondo indiscrezioni di stampa, in realtà ci sarebbe un compromesso all’italiana in atto, che suona così.

L’UE e i paesi della zona euro non possono accettare il deficit al 2,4% e l’Italia promette di non arrivarci. L’UE apre comunque la procedura di infrazione e ci invia la multa pari allo 0,2% del Pil e l’Italia promette di accettare la raccomandata.

Verso un nuovo vertice di governo

Probabilmente mercoledì 7 novembre il presidente del consiglio Giuseppe Conte e i vicepremier Matteo Salvini e Luigi Di Maio, si incontreranno con il ministro dell’economia per scrivere la lettera di risposta da inviare alla Commissione UE entro il 13 novembre.

Una lettera che appare scontata nei suoi contenuti, in cui il governo italiano ribadirà ancora una volta che non si cambia e che i conti alla fine torneranno.

Cambiare per questo governo non è possibile, lo sanno tutti. Modificare vorrebbe dire stralciare il reddito di cittadinanza o la riforma delle pensioni, che insieme valgono 16 miliardi di euro. Salvini e Di Maio non se lo possono permettere, significherebbe la fine di questo governo e l’avvio dell’Italia verso un governo tecnico che potrebbe non durare poco.

A Bruxelles i conti non tornano

All’Eurogruppo e alla Commissione europea invece i conti non tornano, i conti sulle stime italiane su deficit e Pil sono fuori dai parametri e non apporteranno i benefici attesi. In particolare in Europa si è scettici sulla possibilità che l’Italia nel 2020 riesca a riportare i conti in ordine, dopo un 2019 in deficit.

Bruxelles non è disposta ad accettare l’eccezione alle regole UE sul deficit e sul debito richiesta dal governo giallo-verde.

Sull'Autore

Writer freelance dal 2013 ha studiato informatica e filosofia ed anche un pizzico di sociologia. Nel 2016 ha scoperto la crypto economy e da allora scrive di blockchain e criptovalute, per approfondire un movimento che non è fatto solo di esperti matematici e crittografi, ma di gente che genera una nuova economia dal basso.

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