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Super Thursday: grazie, Theresa. Ora, tocca a te, Carney

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Bob Mason
Pubblicato: Feb 2, 2017, 13:34 GMT+00:00

Il parlamento del Regno Unito ha votato a schiacciante maggioranza in favore dell'attivazione da parte del governo della procedura ex art. 50 del TUE sul

Super Thursday: grazie, Theresa. Ora, tocca a te, Carney

Il parlamento del Regno Unito ha votato a schiacciante maggioranza in favore dell’attivazione da parte del governo della procedura ex art. 50 del TUE sul recesso dall’Unione Europea. I voti sono stati 498 favorevoli e 114 contrari. Per oggi, i mercati potranno, quindi, distogliere l’attenzione dalla Brexit e concentrarla sulla decisione di politica monetaria della Banca d’Inghilterra, sui dati sull’inflazione, sui verbali della riunione del Comitato per la Politica Monetaria e sulla conferenza stampa di Carney, che avrà luogo poco dopo la pubblicazione dei dati.

Da quando, nell’agosto dello scorso anno, la Banca d’Inghilterra ha adottato misure espansive, si è molto dibattuto e l’incertezza è stata notevole. Con tali misure, la Banca d’Inghilterra intendeva reagire al netto calo subito dall’indice dei direttori degli acquisti del settore privato nel mese di luglio.

Dall’intervento di agosto, l’andamento dell’economia britannica è stato positivo fino alla fine dell’anno. I dati sul settore privato hanno continuamente evidenziato la capacità di resistenza del sistema economico del Regno Unito agli effetti negativi del voto sul recesso dall’UE.

I dati sulle vendite al dettaglio di dicembre, pubblicati a metà di gennaio, sono stati i primi veramente deludenti dall’indice dei direttori degli acquisti del settore privato di luglio. Sebbene sia forse troppo presto per farsi prendere dal panico, la tempistica non potrebbe essere migliore. All’inizio del nuovo anno, i primi segnali di pressione inflazionistica nel Regno Unito e un atteso impatto negativo sull’economia hanno raggiunto nuove vette.

A gennaio, il deprezzamento della sterlina può avere spinto il Ftse 100 a nuovi massimi, ma i consumatori cominciano a percepire l’aumento dei prezzi subito dal settore manifatturiero, risentendo del costo delle importazioni come mai prima d’ora.

Gli ultimi dati sul credito al consumo, pubblicati nella giornata di martedì, forniscono un ulteriore prova di come le deludenti letture di dicembre possano essere tutt’altro che un fenomeno momentaneo.

Durante la settimana, la sterlina si è mossa in rialzo, con il cambio col dollaro che rimbalza da un minimo infrasettimanale di 1,2486$. L’apprezzamento deriva dal ribasso del dollaro e dal voto espresso dal parlamento britannico nella giornata di mercoledì. La sessione di oggi fornirà ulteriori dati in grado di influire sull’andamento della sterlina.

A mio parere, dal crollo della sterlina a seguito del referendum sulla Brexit dello scorso giugno, l’inflazione rappresenta il rischio principale per l’economia britannica. Considerata la stabilità del mercato del lavoro, una contrazione della spesa potrebbe essere ben più che una preoccupazione per la Banca d’Inghilterra, specialmente dopo gli ultimi dati sul Pil. Durante il quarto trimestre, la crescita del settore dei servizi ha, infatti, rappresentato il motore dell’economia del Regno Unito.

Ci si aspetta che, per questo mese, la Banca d’Inghilterra mantenga la politica monetaria invariata. Tuttavia, i dati sull’inflazione potrebbero mostrare un continuo incremento dei prezzi al consumo, mentre il deprezzamento della sterlina si accompagna all’aumento del costo dell’energia provocato dal rialzo petrolio a seguito dell’accordo dell’Opec.

È praticamente certo che, nei prossimi mesi, l’inflazione del Regno Unito supererà l’obiettivo fissato dalla Banca d’Inghilterra al 2%. Ci si chiede soltanto se, con le previsioni che danno la crescita in calo nel primo trimestre, il Comitato per la Politica Monetaria continuerà ad accettare l’incremento dell’inflazione oltre il tasso obiettivo.

Recentemente, Carney ha riconosciuto che la Banca d’Inghilterra è stata sorpresa dalla capacità di resistenza dell’economia britannica ed ha ammesso che la Gran Bretagna ha ampiamente superato la tempesta scatenata dalla Brexit.

Simili affermazioni suggeriscono che ora l’attenzione deve concentrarsi sull’inflazione e sui suoi effetti negativi sulla crescita e sul mercato del lavoro. Se la Banca d’Inghilterra dovesse mostrarsi preoccupata per l’inflazione, la sterlina potrebbe continuare a muoversi in rialzo. Nei prossimi mesi, la Banca d’Inghilterra potrebbe, quindi, trovarsi a dovere adottare misure restrittive, poiché altre politiche espansive peserebbero ancora di più sull’attività del settore dei servizi e sull’economia del Regno Unito.

È noto che Carney, con le sue conferenze stampa, è in grado di provocare una grande agitazione sui mercati. Considerate le attuali dinamiche, la sterlina potrebbe sperimentare mosse veramente notevoli, specialmente con i mercati che attendono gli sviluppi legati alla dialettica tra governo e parlamento. Non si sa, infatti, se la mano libera riconosciuta alla primo ministro May nel recesso del Regno Unito dall’UE avrà effetti positivi per la sterlina. May sostiene una Brexit intransigente, più che disposta a rinunciare all’accesso al mercato unico europeo pur di riguadagnare il pieno controllo sui confini del Regno Unito.

Probabilmente, fino alla pubblicazione dei verbali del Comitato per la Politica Monetaria e dei dati sull’inflazione, la sterlina sarà caratterizzata da elevata volatilità, con i mercati che avranno poco tempo per assimilare le letture prima della conferenza stampa di Carney.

Durante la sessione europea, si dovrà, inoltre, tenere conto di quanto accade tra Westminster e Downing Street. A ogni modo, i margini di manovra di May sulla Brexit diverranno noti soltanto nella prossima settimana, dovendo considerare anche l’indice dei direttori degli acquisti del settore edilizio per il mese di gennaio, che verrà pubblicato prima della decisione sulla politica monetaria.

Non a caso, si chiama Super Thursday

Al momento, la coppia GBP/USD si attesta a 1,2697$, con un rialzo intragiornaliero dello 0,28%. Più che probabilmente, il cambio si avvicinerà agli 1,28$ se i mercati inizieranno a considerare l’adozione di una posizione meno accomodante da parte della Banca d’Inghilterra nei prossimi mesi. Mosse più decise dovranno attendere le notizie definitive sull’attuazione dell’art. 50 del TUE a marzo. A ogni modo, fino alla pubblicazione dei verbali del Comitato per la Politica Monetaria, l’andamento della sterlina sarà congestionato: i mercati sono, infatti, incerti circa la valutazione che la Banca d’Inghilterra darà degli ultimi indicatori economici e dell’inflazione.

Sull'Autore

Bob Masonauthor

Bob Mason ha oltre 20 anni di esperienza nel settore finanziario, avendo lavorato in Europa e Asia per istituzioni finanziarie globali prima di concentrarsi sulla fornitura di capacità di ricerca per i clienti in Asia, principalmente focalizzati sui mercati finanziari inclusi, ma non limitati a valute, materie prime, criptovalute e mercati azionari globali.

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