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Sabotate due petroliere saudite nel Golfo Persico: danni significativi. Prezzo greggio sale

Da:
Fabio Carbone
Pubblicato: May 14, 2019, 09:07 UTC

Aggressione nel Golfo Persico a due navi petrolifere dell'Arabia Saudita, danni gravi alle navi. La Lega Araba condanna e si schiera al fianco del regno saudita. Teheran chiede chiarimenti.

Golfo Persico

Sale la tensione nel Golfo Persico, il ministero dell’Energia dell’Arabia Saudita denuncia che due sue petroliere sono state attaccate lungo la costa di Fujairah (Emirati Arabi Uniti).

Le due petroliere, stando a quanto comunicano le autorità saudite, avrebbero subito “danni significativi”. La notizia è riportata dall’agenzia di stampa Teleborsa. Ma il governo saudita, che in un primo memento aveva parlato di quattro navi attaccate, non ha identificato le navi che avrebbero subito il sabotaggio.

I fatti risalgono alle sei di domenica mattina 12 maggio e sono avvenuti nei pressi dello Stretto di Hormuz che collega il Golfo di Oman al Golfo Persico (o Arabico).

L’aggressione secondo la versione dell’Arabia Saudita

Il ministero dell’Energia saudita ha denunciato che due sue petroliere sono state aggredite allo scopo di sabotarle ed hanno subito danni significativi alle strutture delle navi, ma il personale di bordo è incolume e non sarebbe avvenuto alcun sversamento di petrolio in mare.

Una delle due petroliere stava facendo rotta verso l’Arabia Saudita per caricare greggio da destinare agli Stati Uniti d’America.

L’Iran dietro il sabotaggio?

Potrebbe esserci l’Iran dietro il sabotaggio?

Come noto Trump ha vietato l’importazione di petrolio iraniano, allo scopo di togliere al regime di Teheran la fonte economica primaria. L’embargo statunitense al petrolio iraniano, infatti, si estende anche alle nazioni partner degli USA, ora costrette per volontà di Trump a non comprare petrolio da detto paese.

Nei giorni scorsi, proprio a seguito dell’embargo, gli USA avevano diramato una allerta a tutte le navi che seguono quella rotta sui potenziali rischi di attacchi e sabotaggi da parte dell’Iran o di suoi emissari.

La versione dell’Iran

L’agenzia di stampa Ansa riporta che l’Iran avrebbe chiesto all’Arabia Saudita di precisare meglio quanto è accaduto alle sue navi.

Il ministro degli Esteri di Teheran, si dice preoccupato per quanto avvenuto, perché la sicurezza marittima nell’area geografica è cruciale per tutti.

Secondo il portavoce di Teheran si tratterebbe di una cospirazione organizzata da stranieri per destabilizzare l’area.

La Lega Araba condanna ufficialmente

Condanna ufficiale da parte della Lega Araba che, per voce del segretario generale Ahmed Aboul Gheit, ha affermato nel comunicato stampa: “si tratta di gravi violazioni della libertà e dell’integrità delle rotte commerciali di trasporto marittimo”.

La Lega Araba si schiera al fianco dell’Arabia Saudita a difesa dei suoi interessi e della sua sicurezza.

Sale il prezzo del petrolio

Quanto accaduto non è passato inosservato nei mercati dove si decide il prezzo del petrolio.

Il Brent Crude sale a 70,53 USD, mentre il petrolio greggio è a 60,7 USD.

Già nelle settimane scorse il prezzo dei carburanti aveva subito rincari a causa dell’embargo al petrolio iraniano, questo nuovo fatto rischia di far toccare al prezzo della benzina nuovi record.

L’OPEC non si pronuncia

Nessun comunicato da parte dell’OPEC, di cui l’Arabia Saudita è uno dei membri fondatori sin dalla costituzione avvenuta nel settembre 1960.

L’ultimo comunicato dell’OPEC emesso ieri lunedì 13 maggio da Vienna, comunica soltanto l’apprezzamento del paniere OPEC salito a 71,21 USD al barile rispetto ai 70,66 USD al barile di venerdì scorso 10 maggio.

Il prezzo dell’OPEC Reference Basket of Crudes (ORB) si calcola tenendo in considerazione i prezzi dei seguenti paesi:

Algeria (Saharan Blend), Angola (Girassol), Congo (Djeno), Ecuador (Oriente), Guinea Equatoriale (Zafiro), Iran (Iran Heavy), Arabia Saudita (Arab Light) ed altri ancora.

Sull'Autore

Writer freelance dal 2013 ha studiato informatica e filosofia ed anche un pizzico di sociologia. Nel 2016 ha scoperto la crypto economy e da allora scrive di blockchain e criptovalute, per approfondire un movimento che non è fatto solo di esperti matematici e crittografi, ma di gente che genera una nuova economia dal basso.

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