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OPEC. Come funziona l’Organizzazione delle Nazioni Esportatrici di Petrolio

Da:
Fabio Carbone
Aggiornato: Apr 28, 2019, 07:27 UTC

Come funziona l'OPEC, l’Organizzazione delle Nazioni Esportatrici di Petrolio? Quale sarà il suo futuro e cosa devono sapere gli investitori del settore petrolifero.

opec

Sei curioso sapere cos’è l’OPEC, come funziona la sua struttura, quali paesi ne fanno parte e vorresti sapere anche un po’ della storia di questa organizzazione?

Non preoccuparti, in questa guida dedicata all’Organizzazione delle nazioni esportatrici di petrolio conoscerai preziose informazioni che ti aiuteranno anche a valutare meglio il prezzo del petrolio e il suo andamento futuro.

Mettiti comodo e buona lettura!

 

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Cos’è L’OPEC?

OPEC è l’acronimo di Organization of the Petroleum Exporting Countries.

La mission dell’OPEC, come si apprende dall’ultima versione dello statuto del 2012, è coordinare e unificare le politiche sul petrolio delle nazioni membro e la determinazione delle migliori strategie per salvaguardare i loro interessi individuali e collettivi (articolo 2 dello statuto OPEC).

Altro compito dell’OPEC è creare le migliori condizioni per la stabilizzazione del prezzo internazionale del petrolio, lavorando per l’eliminazione di inutili fluttuazioni.

Ed ancora, l’Organizzazione ha il compito di tenere conto in ogni momento degli interessi delle nazioni produttrici, assicurando loro un reddito costante. Allo stesso tempo l’Organizzazione assicura una fornitura regolare di petrolio ai paesi consumatori, e un giusto ritorno sul capitale investito a quanti investono nell’industria petrolifera.

Gli organi dell’OPEC

Gli organi dell’OPEC sono tre:

  1. la Conferenza degli stati membri;
  2. il Consiglio dei Governatori;
  3. il Segretariato.

La Conferenza ha l’autorità suprema all’interno dell’Organizzazione. La Conferenza si compone di delegazioni di rappresentanza delle nazioni membro dell’OPEC. Ciascuno stato presente nella Conferenza può nominare più di un delegato.

Il Consiglio dei governatori è composto da governatori nominati dalle nazioni membro e sono confermati dalla Conferenza.

Al Segretariato spettano le funzioni esecutive dell’OPEC, nel rispetto dello statuto e di quanto deciso dal Consiglio dei governatori.

Quali nazioni appartengono all’OPEC

I membri fondatori dell’OPEC, riconosciuti come tali anche nello statuto, sono cinque:

  1. Repubblica Islamica dell’Iran;
  2. Iraq;
  3. Kuwait;
  4. Arabia Saudita;
  5. Venezuela.

Altre nazioni si sono presto associate all’organizzazione, ma, a causa di tensioni tra stati, alcune nazioni ne sono poi fuoriuscite per rientrare in un momento successivo.

  • Qatar: dal 1961. Il paese è uscito dall’OPEC a partire da gennaio 2009, a causa dell’interruzione dei rapporti commerciali con altri stati membro dell’OPEC (Arabia Saudita, ecc.).
  • Indonesia e Libia: dal 1962. L’Indonesia sospese la sua partecipazione nel gennaio del 2009, rientrando nel gennaio del 2016, per poi uscirne ancora a partire dal 30 novembre 2016.
  • Emirati Arabi Uniti: dal 1967.
  • Algeria: dal 1969.
  • Nigeria: 1971.
  • Ecuador: 1973. Ha sospeso la sua partecipazione nel dicembre 1992, per poi rientrare nell’ottobre del 2007.
  • Gabon: 1975. Lasciò l’organizzazione nel gennaio del 1995, per rientrare nel luglio del 2016.
  • Angola: 2007.
  • Guinea Equatoriale (2017).
  • Congo: 2018.

Tirando le somme, al momento i membri dell’OPEC sono 14.

Questa breve cronistoria ti fa comprendere quanto sia travagliata la storia dell’OPEC, che ora conoscerai in breve.

Storia dell’OPEC in breve

L’OPEC nasce a Bagdad, in Iraq, durante la prima conferenza svoltasi dal 10 al 14 settembre 1960.

L’Organizzazione stabilì la sua sede principale a Ginevra, in Svizzera, ma cinque anni dopo, l’1 settembre 1965, la nuova sede divenne Vienna, in Austria, dove ancora oggi risiede.

Al termine della seconda guerra mondiale il mondo comprese che per evitare ulteriori guerre su scala globale era bene cooperare. A cavallo tra gli anni ‘50 e ‘60 del XX secolo numerosi paesi chiesero ed ottennero l’indipendenza dagli storici paesi colonizzatori europei, nacquero così nuovi stati in cerca di nuove coalizioni per difendere i propri interessi.

L’OPEC nacque in questo clima di cambiamento e di apertura delle economie all’internazionalizzazione.

C’è un altro fattore importante e culminante che spinse i paesi fondatori a coalizzarsi in difesa dei propri diritti. In quel periodo il mercato del petrolio mondiale era dominato dalle “Seven Sisters”, le sette più grandi multinazionali del petrolio che facevano capo all’Unione Sovietica e ad altre economie mondiali.

Lo statuto dell’OPEC sancì per la prima volta il diritto dei suoi membri ad esercitare la sovranità permanente sulle proprie risorse naturali, nell’interesse del proprio sviluppo.

Le date storiche

Due le date storiche da ricordare:

  1. L’embargo al petrolio Arabo del 1973, conosciuto come ‘Crisi energetica del 1973’.
  2. La Rivoluzione iraniana del 1979.

In particolare l’embargo del ‘73 segnò l’inizio del declino economico in molti paesi occidentali, un declino che sembra non essersi più arrestato.

Come i Paesi OPEC e non-OPEC incidono sul prezzo del petrolio

Il petrolio gioca nell’economia mondiale ancora un ruolo primario, il prezzo del greggio incide su ogni settore perché con esso muoviamo e produciamo quasi ogni cosa.

Alcuni fattori in particolare incidono particolarmente sul prezzo del petrolio e sono essenzialmente le tensioni geopolitiche e gli eventi economici.

La crisi economica in Venezuela con l’embargo al suo petrolio, l’embargo degli USA al petrolio iraniano imposto anche ad altri paesi, la guerra per procura in Libia.

Questi eventi fanno aumentare il prezzo della benzina e degli altri derivati, costringendo l’intera economia mondiale a rimodulare i prezzi dei beni e di molti servizi.

Gli eventi storici già ricordati, a cui possiamo aggiungere la guerra Iran – Iraq del 1980 (due paesi fondatori dell’OPEC!) e la guerra del golfo nel 1990, hanno significativamente innalzato il prezzo del greggio generando forti shock dai quali mai ci si è ripresi del tutto.

La guerra dei barili di petrolio

Ma anche la guerra a suon di barili prodotti o non prodotti tra paesi OPEC e non-OPEC, decide il prezzo dei carburanti. Negli ultimi 12 anni i bassi prezzi del barile sono dovuti in particolare all’elevata produzione di greggio praticata dall’OPEC e dall’Arabia Saudita suo membro principale.

L’OPEC rappresenta circa il 40% della produzione mondiale e per questo la sua influenza è determinante.

OPEC e scenari futuri

Concludiamo con una domanda che vuole essere anche una riflessione sugli scenari futuri che attendono l’OPEC.

Potrà l’OPEC sparire nei prossimi 30 anni a seguito del marginale impiego di petrolio nella produzione di energia?

La ricerca scientifica in molti ambiti studia da decenni le alternative al petrolio.

Il settore automotive ha progettato motori alternativi rispetto a quelli a combustione o ibridi. Prima le auto, poi le moto ed ora anche gli autocarri hanno i loro motori elettrici. Senza dimenticare gli studi sui combustibili alternativi.

Il settore navale ha prodotto e varato le prime navi alimentate da motori elettrici.

Il risparmio energetico viene praticato in ogni settore industriale e domestico, riducendo direttamente o indirettamente il consumo di petrolio per la produzione di energia elettrica.

Il fotovoltaico e l’eolico sono fonti di approvvigionamento di energia elettrica, una volta alternative, mentre oggi rappresentano una quota importante della produzione mondiale.

Nel lungo termine avremo ancora bisogno dell’OPEC? Gli investitori del settore petrolifero faranno bene a farci una riflessione.

Sull'Autore

Writer freelance dal 2013 ha studiato informatica e filosofia ed anche un pizzico di sociologia. Nel 2016 ha scoperto la crypto economy e da allora scrive di blockchain e criptovalute, per approfondire un movimento che non è fatto solo di esperti matematici e crittografi, ma di gente che genera una nuova economia dal basso.

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