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Cresce la propensione al rischio e il dollaro si muove in ribasso in attesa dell’audizione di Yellen al Congresso, prevista per la giornata di domani

Da:
Bob Mason
Aggiornato: Feb 13, 2017, 14:10 UTC

I mercati continuano a reagire all'incontro tra Trump e Abe, svoltosi nella giornata di venerdì. Durante la sessione asiatica, aumenta la propensione al

Cresce la propensione al rischio e il dollaro si muove in ribasso in attesa dell’audizione di Yellen al Congresso, prevista per la giornata di domani

I mercati continuano a reagire all’incontro tra Trump e Abe, svoltosi nella giornata di venerdì. Durante la sessione asiatica, aumenta la propensione al rischio. All’apertura dei mercati europei, che avviano la settimana in negativo, lo yen cede lo 0,51%.

Prima dell’apertura delle borse europee, le altre valute sono rimaste praticamente invariate. All’inizio della sessione europea, l’indice del dollaro spot ha perso lo 0,08%.

Il fine settimana è stato privo di eventi in grado di invertire il sentimento positivo che ha caratterizzato gli ultimi due giorni della settimana. Al momento, Trump è occupato a organizzare un incontro con le autorità cinesi, a preparare la riforma del sistema tributario e ad attuare gli impegni presi con il primo ministro del Giappone. Ciò considerato, l’attenzione dei mercati potrebbe spostarsi dalla Casa Bianca alla Fed e ai dati macroeconomici che verranno pubblicati nel corso della settimana.

Al momento, i mercati sono incerti circa le tempistiche della prima manovra restrittiva della Fed nel 2017. La banca centrale degli Stati Uniti ha annunciato tre innalzamenti dei tassi nel corso dell’anno, ma i mercati ritengono che le manovre saranno due, con i tassi che rimarranno invariati almeno fino a giugno.

Durante il fine settimana, il vicepresidente della Fed, Fischer, ha dichiarato che, con l’amministrazione Trump, si registra una maggiore incertezza circa la politica di bilancio. Fischer ha aggiunto che la Fed continuerà a concentrarsi sul mercato del lavoro e sull’inflazione, che, nel breve periodo, limiteranno gli effetti positivi della riforma del sistema tributario sul dollaro, il quale dovrebbe muoversi in ribasso durante la sessione europea.

I segnali giunti dalla Fed guidance from the FED all’inizio dell’anno continuano a confondere i mercati. Inoltre, data l’assenza di dati economici sull’Europa e sugli Stati Uniti per la sessione di oggi, vi sarà poco altro da considerare oltre al cambiamento di approccio mostrato da Trump in politica estera, all’innalzamento del rischio geopolitico in Europa e, naturalmente, all’audizione di Yellen innanzi al Congresso, prevista per la giornata di domani.

I dati sugli Stati Uniti sono lungi dall’essere deludenti e le ultime dichirazioni di Yellen sono state forse più positive del solito, anche se prive di ogni riferimento alle tempistiche dell’innalzamento dei tassi da parte della Fed.

Durante i due giorni di audizione, il Congresso interrogherà Yellen sulla politica monetaria, con particolare attenzione sul mutamento del quadro politico negli Stati Uniti. Yellen dovrà essere prudente, con Trump che ha già reso nota la sua opinione sulla presidente della Fed e sulla capacità della banca centrale di far crescere l’economia degli Stati Uniti.

Difficilmente Yellen annuncerà una possibile manovra restrittiva a marzo, specie se si considera che, tra i membri del Fomc, soltanto Harker si è dichiarato favorevole alla mossa. Probabilmente, i tassi verranno mantenuti invariati fino all’estate. Di sicuro vi è che la politica monetaria ha bisogno di una direzione, specialmente ora che Trump sta per attuare riforme economiche. Sarebbe inaccettabile che la Fed si nascondesse dietro lo spettro di Trump e l’incertezza legata alla sua amministrazione, in particolare ora che le promesse della campagna elettorale cominciano a essere attuate con una certa rapidità, se si considera da quanto poco tempo Trump si è insediato alla Casa Bianca.

I dati macroeconomici che verranno diffusi nel corso della settimana, tra cui le vendite al dettaglio e il tasso di inflazione di gennaio, la cui pubblicazione è prevista per la giornata di mercoledì, sono di fondamentale importanza per la Fed. L’effetto di tali dati dipenderà dalle dichiarazioni che Yellen renderà nella giornata di martedì. Qualora la presidente della Fed adottasse toni da folca, il dollaro sarebbe certamente più sensibile ai dati. Toni da colomba annullerebbero, invece, ogni impatto delle letture positive sui mercati.

L’unica vera domanda riguarda, quindi, i toni che Yellen impiegherà nella sua audizione al Congresso. A quanto pare, nei prossimi mesi, la Fed intende nascondersi dietro l’incertezza.

Alla redazione di questo articolo, lo  yen perdeva lo 0,51% contro il sollaro per toccare i 113,755¥, mentre l’indice del dollaro spot si attestava a quota 100,78, in ribasso dello 0,11%.

A mio parere, nonostante la mancanza di dati, i mercati devono sviluppare un’opinione maggiormente positiva del dollaro prima dell’audizione di Yellen.

Sull'Autore

Bob Masonauthor

Bob Mason ha oltre 20 anni di esperienza nel settore finanziario, avendo lavorato in Europa e Asia per istituzioni finanziarie globali prima di concentrarsi sulla fornitura di capacità di ricerca per i clienti in Asia, principalmente focalizzati sui mercati finanziari inclusi, ma non limitati a valute, materie prime, criptovalute e mercati azionari globali.

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